Boxe: Imane Khelif fermata da World Boxing fino ai test di genere. La nuova politica
Il fatto non riguarda solo Imane Khelif, ma di fatto è il suo nome quello che più di tutti rimbalza con le nuove norme volute da World Boxing, la Federazione internazionale che sta tentando (finora con buon successo) di tenere il pugilato nel programma delle Olimpiadi sostituendo un’IBA ormai sempre meno popolata. Del resto, a World Boxing hanno aderito finora più di 100 federazioni nazionali.
La decisione da parte del nuovo organo è di introdurre quelli che, in sintesi estrema, sono test di genere. Li esplica meglio la nota stessa di World Boxing pubblicata nella tarda sera di ieri: “World Boxing introdurrà un test sessuale obbligatorio per determinare l’eleggibilità di atleti uomini e donne che vogliono prendere parte alle competizioni. L’introduzione dei test obbligatori farà parte di una nuova politica su ‘Sesso, Età e Peso’ per assicurare la sicurezza di tutti i partecipanti e fornire un livello competitivo equo per uomini e donne“.
Il nome di Imane Khelif, che a Parigi 2024 ha vinto la medaglia d’oro nei 66 kg, viene esplicitamente citato (e altri vengono fatti intuire) nel terzo paragrafo: “In seguito ai piani di introdurre questa politica e date le particolari circostanze legate ad alcuni pugili che hanno combattuto alle Olimpiadi di Parigi 2024, World Boxing ha scritto alla federazione pugilistica algerina per informarla che Imane Khelif non potrà partecipare nelle categorie femminili alla Eindhoven Box Cup o a nessun altro evento World Boxing fino a quando non avrà effettuato il test sessuale“.
Viene poi citata la lettera effettivamente spedita alla federazione algerina, in cui viene ripreso proprio l’impedimento a partecipare fino a test avvenuto all’evento in programma dal 5 al 10 giugno e, più in generale, a qualunque altro evento World Boxing secondo quanto già citato. Le regole, si legge, sono state adottate dall’Executive Board nel corso di questo mese. Il comunicato poi seguita a parlare del tipo di test che viene utilizzato: tutti gli atleti sopra i 18 anni dovranno sottoporsi al PCR (Polymerase chain reaction, reazione a catena della polimerasi), tecnica di biologia molecolare che, ideata da Kary Mullis nel 1983, tra i suoi utilizzi ha anche quello di determinare il sesso di una persona alla sua nascita.
Si legge ancora: “Gli atleti che verranno considerati uomini alla nascita, in virtù della presenza di materiale genetico del cromosoma Y oppure di una differenza di livello sessuale in cui si verifica l’androgenizzazione maschile, verranno ritenuti idonei a gareggiare in campo maschile“. Ci sarà, in ogni caso, la possibilità di fare appello. La nuova politica verrà applicata nel senso concreto a partire dal 1° luglio.