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F1, i 2 pit-stop obbligatori complicano le strategie dei team. Attenzione ad uno scenario clamoroso…

L’azzardo è notoriamente di casa a Montecarlo. Lo sappiamo benissimo. Anzi, il tracciato lambisce il celebre Casinò del Principato, proprio per sottolineare come il Gran Premio di Monaco sia un rischio continuo. Sia per il lay-out unico della pista, uno stretto budello di asfalto racchiuso tra guard-rail e muretti che i piloti sfiorano a velocità assurde, sia perchè com’è ben noto, chi sbaglia qui lo paga a caro, se non a carissimo prezzo.

Come se non bastasse, per rendere ancor più indecifrabile la gara monegasca, oggi team e piloti dovranno convivere anche con l’obbligo di effettuare due pit-stop nel corso del Gran Premio più glamour della stagione. Un ulteriore alzata di asticella a livello di azzardo, per rendere meno scontata la gara nella quale, solitamente, i sorpassi sono assolute chimere. Nelle ultime edizioni, poi, abbiamo assistito a stucchevoli “trenini” di vetture con un unico scopo: i primi della classe cercavano di tenere il gruppo più unito possibile per non finire nel traffico al momento dell’unico cambio gomme in programma.

L’asfalto del Principato, infatti, è uno dei meno severi con gli pneumatici e, come visto proprio nell’edizione 2024, dopo il cambio gomme immediato con la Safety Car iniziale, tutti hanno potuto completare la corsa con le gomme hard per circa 70 giri. Una eventualità che la Federazione non vuole più che si manifesti. Proprio per questo l’obbligo delle due soste. Una decisione che ha fatto molto discutere ma che, ascoltando le parole dei diretti interessati, sta rendendo la gara monegasca come un vero giro di roulette. Uscirà il nero? Il rosso? Un numero pari o uno dispari? Per il momento la pallina si è fermata sulla parola “caos”.

Caos. Senza mezzi termini. Come ha confermato Mario Isola, responsabile motorsport di Pirelli: “Se qualcuno dice di sapere come svilupperà le strategie in gara i casi sono due: o mente, oppure è un genio”. Gli scenari sono tutti aperti e le certezze sono pari a zero. In casa Ferrari, per esempio, i due piloti hanno preso due strade completamente differenti. Charles Leclerc ha salvaguardato due set di gomme medie, mentre Lewis Hamilton ha fatto lo stesso ma con le hard. Chi dei due avrà ragione? Lo scopriremo solamente al termine del Gran Premio di Monaco. Qualcuno potrebbe scegliere di partire con le gomme soft (per avere quello sprint in più al momento dello spegnimento dei semafori), oppure optare per coperture più solide per allungare al massimo il primo stint e superare i rivali ai box. In poche parole gli ingegneri stanno valutando ogni opzione, come se si trovassero davanti al famoso Cubo di Rubik.

Inoltre, come spiega lo stesso Mario Isola, c’è anche una eventualità che potrebbe rovinare ogni piano. “Penso allo scenario di una lunga Safety Car, come quella di Imola, che dura 8 giri, vorrebbe dire che tutti rientrerebbero ai box due volte. È normale che le scuderie sfruttino un’occasione del genere, magari mentre riparano le barriere o spostare delle macchine. E non avrebbero nessun altro obbligo per tutta la gara“. Che dire, ci attende una gara del tutto imprevedibile e non era facile da pensarlo conoscendo la “noia” delle domeniche del GP di Monaco. Chi uscirà vittorioso dalla roulette monegasca? Les jeux sont faits, Rien ne va plus. 

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