Moto2, che tristezza! Categoria cadetta priva di personaggi e temi, un danno per l’intero Motomondiale
La Moto2 è davvero uggiosa. Si può dire, quando ci si è inoltrati nella stagione 2025 con un numero congruo di gare? Quantomeno vale la pena di fare una riflessione sulla classe cadetta del Motomondiale, che quest’anno non sembra offrire alcun tema d’interesse e sta vivendo una delle annate più grigie della sua storia.
D’accordo, non sono più i tempi della 250cc, quando la categoria aveva una caratterizzazione propria e poteva essere appassionante quanto la top-class. Però la situazione attuale è oltremodo arida. Non c’è il “talento emergente”, il “predestinato” da seguire in ottica futura. Manca anche il tema di un’eventuale “redenzione”, come è stata a tutti gli effetti quella di Ai Ogura nel 2024. Non c’è (quasi) niente.
In testa alla classifica iridata troviamo Manuel Gonzalez, rivelazione relativa di questo principio di 2025 (aveva già fatto bene nel 2024), ma le cui prospettive sono limitate, per non dire inesistenti. Viaggia per i 23 anni e non sembrerebbe avere possibilità di salire ulteriormente di rango. A inseguirlo, l’eterno piazzato Aròn Canet e l’attempato Jake Dixon, due centauri che ormai nella Moto2 hanno trovato la loro massima dimensione. C’è di peggio nella vita, ma si tratta di un autentico limbo agonistico.
David Alonso, autore di un 2024 da record in Moto3, è attualmente M.I.A. (Missing in Action), perché in cinque gare non ha ancora fatto capolino nella top-ten. Chi lo ha accompagnato nell’ascesa di categoria sta, a sua volta, faticando, eccezion fatta per Daniel Holgado, unico rookie a regalare qualche barlume di competitività.
Il tanto strombazzato Senna Agius si è proposto un paio di volte sul podio. È un progresso dopo l’impatto deficitiario, nulla quaestio, ma il presunto talento fenomenale del teenager australiano al momento non si vede. Oppure non viene espresso, e quindi è come non vederlo. Per il resto, neppure i “nobili delle classi inferiori ormai decaduti” – come Izan Guevara, Tony Arbolino, Albert Arenas e Celestino Vietti – stanno lasciando il segno.
Insomma, c’è veramente poco nella Moto2 del 2025, dinamica che fa male a tutto il Motomondiale, già soffocato da un depauperamento d’interesse legato alla MotoGP (divisa in due, tra chi monta in sella a una Ducati e chi no, con tutti gli annessi e connessi del caso).
Ci sarà modo di rivedere un po’ di germogli nel brullo panorama della categoria cadetta, oppure si dovrà attendere il 2026 per riavere un minimo di fertilità? Vedremo quale sarà l’andazzo, a partire da Le Mans, nella speranza di uno squarcio nelle plumbee nubi.