Sci alpino, Marcel Hirscher ci riprova? “Non per le sopravvalutate Olimpiadi, ma per Kitzbühel e Schladming”
Marcel Hirscher potrebbe riprovarci. Il fuoriclasse austriaco, ritiratosi nel 2019 a 30 anni stringendo fra le mani l’ottava Coppa del Mondo consecutiva, dodici mesi orsono aveva annunciato il suo sorprendente ritorno in attività dopo cinque stagioni di stop, seppur con bandiera olandese (la cittadinanza della madre), allo scopo di avere a disposizione una sorta di team privato.
Come è andata, lo sappiamo. Ventitreesimo nel gigante di Sölden a fine ottobre, fuori dai trenta negli slalom di Levi e Gürgl di novembre, grave infortunio al ginocchio in allenamento a inizio dicembre. Stagione e – verosimilmente – seconda carriera finita. Almeno, così si diceva. Invece, il veterano del salisburghese non vorrebbe gettare la spugna.
La scorsa settimana, Hirscher ha dichiarato allo show “Sport&Talk” tenuto su Servus TV “di essere fiducioso di poter tornare a sciare a settembre. Il mio legamento crociato migliora di giorno in giorno, ho anche appena ricominciato a correre. L’idea di tornare mi piace, ma devo ancora sistemare un paio di piccole cose affinché abbia senso. È come se di fronte a me ci fosse un puzzle e sapessi di avere tutti i pezzi per completarlo. Devo solo capire dove incastrarli, e il quadro sarà completo”.
È il richiamo di Milano Cortina 2026 a spingere Marcel a prendersi ulteriori rischi, dopo una seria lesione a un’articolazione molto delicata (e ormai martoriata)? Assolutamente no. “Non sono mai stato un grande Fan dei Giochi olimpici, anzi li ritengo una manifestazione sopravvalutata. L’edizione del 2026 per me non è una priorità”.
“Al contrario, sono una priorità Schladming e Kitzbühel. Quelli sono eventi molto più interessanti, proprio perchè c’è un’atmosfera diversa e accadono molte più cose” ha concluso il veterano di Annaberg-Lungötz, località letteralmente a un tiro di schioppo proprio da Schladming. Vedremo se, nel 2026, avrà modo di rivivere i due appuntamenti da atleta, oppure se dovrà arrendersi a insormontabili ostacoli di natura biologica.