Davide Cassani: “Pogacar é fatto così, per questo ogni tanto perde. Aveva le tossine della Roubaix”
Prosegue la stagione delle Classiche del nord di ciclismo e entra nella sua fase finale. Nella giornata di ieri è andata in scena l’Amstel Gold Race 2025 che ha regalato emozioni a non finire. Cambiato il percorso, tornando a quello d’origine, la gara olandese ha visto un colpo di scena non di poco conto. Tutti pensavano al duello tra Tadej Pogacar e Remco Evenepoel, ma a trionfare è stato Mattias Skjelmose.
Il danese della Lidl-Trek quindi ha avuto la meglio nel finale sul campione del mondo in carica e sul campione olimpico. Non certo un risultato di poco conto. Davide Cassani ha analizzato quanto avvenuto nella gara che si svolge nella provincia del Limburgo sulla sua pagina Facebook, toccando diversi argomenti importanti: “Pogacar è arrivato secondo ed ha corso come suo solito, attaccando. Lui è il Campione del Mondo ed è il corridore più forte del gruppo ma anche i fenomeni hanno bisogno di tempo per togliere le tossine di una Roubaix. In una settimana una Sanremo si recupera, una Roubaix no. Negli ultimi 25 anni solo un corridore si è piazzato in entrambe le corse: Erik Zabel nel 2000 quando arrivò terzo alla Roubaix e vinse l’Amstel Gold Race ma tra le due corse c’erano due settimane e non una”.
L’ex CT della nazionale italiana si pone una domanda: “Perché inseguire Alaphilippe a 48 km dal traguardo? Non poteva aspettare gli ultimi 28 km e partire (come ha fatto Skjelmose) sul Keutemberg? Ma Pogi è fatto così, non si risparmia e proprio per questo ogni tanto perde”.
A livello tattico, secondo l’ex corridore romagnolo, ha agito meglio Evenepoel: “Remco, una certezza, alla sua seconda corsa della stagione ha corso con grande intelligenza. Non ha inseguito lo sloveno ma ha aspettato per sferrare il suo attacco. Forse perché non ha ancora la sparata giusta per tenere uno scattista come Pogi. Sul passo però è impressionante, un piacere osservarlo pedalare. Naturale che nel finale (sul Cauberg) non avesse la forza di attaccare anche perché l’Amstel Gold Race non è la sua corsa ideale. Lui soffre più di altri quelle strade strette, quelle curve ripetute e quei cambi di ritmo”.
A questo punto il mirino è puntato sulla prossima Classica Monumento, la Liegi-Bastogne-Liegi, con Evenepoel che scalda i motori: “Vederlo in una corsa di 250 km così brillante mi fa dire che domenica prossima alla Liegi andrà ancora più forte. Ancora quarto Van Aert. Anche oggi ha dimostrato che è dotato di un fondo straordinario ma manca nel cambio di ritmo. Quando scattano lui non c’è ma poi arriva. C’è da dire che non molla mai e a questo punto penso che la condizione che ha la può sfruttare al Giro d’Italia. Chissà che non sia lui ad indossare la prima maglia rosa”.