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Claudio Stecchi racconta il grave infortunio: “Senti un rumore molto forte. C’è la volontà di tornare”

Claudio Stecchi si è seriamente infortunato durante la penultima tappa del World Indoor Tour (livello gold, il massimo circuito internazionale itinerante di atletica leggera), andata in scena lo scorso 16 febbraio sulla pedana di Torun (Polonia). In occasione del secondo tentativo a 5.50 metri nella gara di salto con l’asta, l’azzurro si è rotto il tendine d’Achille sinistro.

L’azzurro ha raccontato la sua condizione durante l’ultima puntata di Sprint Zone, trasmissione del canale YouTube di OA Sport: “La rottura del crociato e del tendine d’Achille sono i peggiori infortuni per uno sportivo, a me è successo in gara. Ieri ho incominciato la riabilitazione, che sarà un processo lungo, ma almeno do movimento al corpo che è stato fermo per un mese e mezzo abbondante. Ci sono stati diversi fattori che hanno creato molto shock: era in gara, ma se fosse success in allenamento la gestisci in modo migliore; non era aspettato perché in quel periodo non avevo fastidi al tendine d’Achille; l’ambulanza e il pronto soccorso, poi il prendere l’aereo con la sedia a rotelle“.

Claudio Stecchi ha proseguito il proprio racconto: “L’anno scorso avevo avuto problemi al sinistro, quello che mi sono rotto. Negli ultimi anni mi ha dato un po’ di problemi, lo scorso anno fino agli Europei di Roma mi aveva tormentato e poi mi aveva lasciato in pace. Mi potevo aspettare una lesione piccolina, ma non una rottura completa, anche i dottori che mi hanno visitato più volte non se lo aspettavano. Non sono cose controllabili. Si sente un rumore, sembra che hanno fatto uno sparo della partenza. Lo senti dentro e fuori, è molto forte e in più senti la sensazione di quando una corda tesissima si rompe, poi non c’è più sostegno sull’appoggio. Ho capito subito che era il tendine d’Achille perché ne avevo sofferto in passato e proprio in quel punto ho sentito dolore e poi perché avendo sentito alcune storie di chi ha avuto questa rottura combaciava con quello che è successo a me“.

L’astista si è soffermato sulle fasi del proprio recupero:Tutto è stato gestito molto, molto bene, ringrazio i dottori della Medicina dello Sport del Coni che hanno seguito la cosa. In Polonia aveva fatto un’ecografia di accertamento, tornato in Italia ho fatto altri esami ma già si sapeva il risultato e in una settimana sono stato operato. Dopo queste operazioni c’è poco da fare, bisogna stare fermi, tenere il piede a riposo, per un mese e mezzo sono rimasto abbastanza chiuso in casa. Sono più fasi, tutte molto lunghe. Il tendine viene rinsaldato insieme e ci mette tanto tempo a riattaccarsi, è stata fatta una ricostruzione standard. Una volta che si riattacca diventa tutto molto teso, crea un groviglio di situazioni che vanno allentate nel corso del tempo. Ora sono nella fase di elasticizzazione del tendine ed è dolorosa perché lì è tutto incollato, ora dedico tre ore all’acqua e al tendine fisioterapico e ho incominciato a fare un po’ di allenamento, fino a ieri neanche poggiavo il piede a terra da seduto ma sono molto positivo. Ora ho un gambaletto che è un po’ la sostituzione del gesso. Verso fine maggio dovrei tornare a camminare e inizierà una fase in cui si continuerà a dare tono al muscolo e a fare movimenti un po’ più dinamici. Il polpaccio e il quadricipite sono completamenti sparati: il polpaccio è un muscolo difficilissimo a cui dare tono. Vivo un po’ fase per fase, jogging per la fine dell’estate“.

La stagione è chiaramente terminata con grande anticipo:Per me i Mondiali erano un grande obiettivo perché avevo la sicurezza di una buona forma fisica, avevo già la sicurezza della qualificazione, poi erano a settembre e c’era margine di migliorarsi. C’è la volontà di ritornare. Mi sentivo bene, avevo incominciato particolarmente bene (5.63 metri, n.d.r.), avevo fatto un paio di tecniche prima della prima gara, tutto stava tornando bene, avevamo il coltello dalla parta del manico e invece… Elena Vallortigara si è rotta il tendine d’Achille lo scorso anno e prima tornerà lei a gareggiare e più sarò sereno anche io. Il suo intervento era pure peggio, aveva una situazione ancora più complicata e mi ha detto di non avere avuto dolore fino alla fisioterapia, io invece ho avuto dolore appena sono uscito dalla sala operatoria”.

Claudio Stecchi ha guardato anche più in là del suo rientro agonistico:Dal primo giorno in cui mi sono infortunato ho pensato al mio futuro, ma questi pensieri non riesci a concretizzarli perché io ho sempre dato priorità alla parte sportiva: fin quando ho questo in mano voglio fare al 100%. Nel frattempo nel 2017 mi sono laureato in legge ed è una laurea che può essere sfruttata in più modi, anche se non ho mai pensato bene a come. Ora ci devo pensare perché l’atletica non è finita, ma non mancano tante stagioni“.

Simone Bertelli e Matteo Oliveri sono due giovani promettenti:Sono due bei atleti, ho seguito il 5.70 di Oliveri ai Campionati Italiani, un bel salto. Spero vivamente che ci sia un progetto ambizioso, perché ormai bisogna essere molto ambizioso perché il salto con l’asta non regala più niente ed è la gara di più alto livello in assoluto, basta guardare i punteggi. Le qualità ci sono, l’età c’è, i gruppi ci sono e quindi hanno tutte le carte buone”.

VIDEO INTERVISTA CLAUDIO STECCHI

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