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Judo, Antonio Esposito: “Alle Olimpiadi sono stato bravo a gestire l’ansia”

Antonio Esposito è stato ospite dell’ultima puntata di OA Focus, in onda sul canale Youtube di OA Sport. Il judoka napoletano, reduce dalla partecipazione ai Giochi Olimpici di Parigi 2024 in cui si è fermato ad un passo dal podio nella categoria -81 kg, ha cominciato alla grande il nuovo quadriennio verso Los Angeles 2028 vincendo il Grand Prix di Linz a inizio marzo e adesso mette nel mirino una medaglia in vista degli Europei di Podgorica (23-26 aprile).

Mio padre conosceva Pino Maddaloni quando ero piccolino. Quando Pino vinse l’oro alle Olimpiadi mi ricordo la scena di mio padre che saltava nel salone di casa e faceva le capriole. Poi mi sono appassionato agli sport delle Olimpiadi in generale. Ogni quattro anni, mi ricordo soprattutto Atene 2004 e Pechino 2008, stavo giornate intere davanti alla tv da piccolo in estate guardando tutti gli sport dei Giochi. Uno che mi piace tantissimo in particolare è l’atletica, soprattutto i 100 metri ed il salto in lungo“, racconta il trentenne campano.

Sull’importanza della vittoria ai Mondiali Junior del 2013 a soli 18 anni: Lì ho capito che potevo diventare davvero forte. Quello del Mondiale fu il riconoscimento verso tanti sacrifici, miei e dei miei genitori. Prima del Campionato del Mondo Junior non avevo vinto grandi cose, ero stato campione italiano junior sì, ma all’esterno non avevo mai fatto medaglie tra Europei e Mondiali. Vincere quell’oro iridato mi ha cambiato un po’ la vita, perché poi sono entrato in un gruppo sportivo militare e sono diventato un professionista. Prima no, prima i miei genitori mi pagavano le gare. Erano tanti sacrifici, soprattutto quando le gare andavano male, perché quando vanno male senti il peso di quei soldi spesi e buttati via“.

Sulla mancata qualificazione olimpica a Tokyo dopo il duello con Christian Parlati: Per me quel quadriennio è stato duro. Ero partito bene, facendo anche terzo agli Europei e due podi Grand Prix. Poi nel 2019 mi sono infortunato alla spalla e non mi sono operato per affrontare la qualificazione olimpica. Ho provato in quel modo ma è stato quasi impossibile. Poi è arrivato Christian, un mio amico. Siamo cresciuti insieme. Ricordo quando era piccolino in allenamento e ci giocavo, poi è cresciuto e all’inizio ho sofferto un po’ questa rivalità. Provare a qualificarti per i Giochi contro uno dei tuoi migliori amici con cui ti alleni la mattina e la sera ci vai a mangiare insieme… Poi ho pensato che il più forte sarebbe andato a Tokyo, perché comunque abbiamo avuto le stesse possibilità, le stesse gare. Alla fine è stato più bravo ed è andato lui. Subito dopo quel ciclo olimpico mi sono operato alla spalla e già pensavo alle Olimpiadi di Parigi“.

Sull’esperienza olimpica di Parigi: “L’Olimpiade è una gara strana, perché se non sei bravo mentalmente a reggere alcune pressioni non ne esci. Quella è la gara che tutti gli atleti sentono e per cui non si dorme la notte. Arrivato lì sinceramente mi sono goduto poco delle Olimpiadi, sono andato a fare la cerimonia d’apertura e sono stato nel villaggio, ma in quel momento ti godi poco perché c’è stato subito il sorteggio, 5-6 giorni prima della mia gara. Ho subito iniziato a pensare a chi sarebbero potuti essere i miei avversari e come avrei dovuto combattere con uno o con l’altro. La mente inizia a lavorare, quindi ti godi poco inizialmente. Poi dopo la gara ti godi poco perché comunque pensi a quello che hai perso. Ho cominciato a pensare al lato positivo dei Giochi dopo un mesetto, iniziando ad apprezzare qualcosa, per esempio il fatto di aver partecipato alle Olimpiadi e di essermi giocato una medaglia olimpica arrivando in semifinale. Essere salito su quel tatami è stato pazzesco. Avevo tanta ansia, ma sono stato bravo a gestirla“.

Sulla recente vittoria a Linz insieme al fratello Giovanni (in trionfo nei -73 kg): “È stata una delle emozioni più belle della mia carriera. Io e Giovanni combattiamo lo stesso giorno, i -73 ed i -81 kg gareggiano nella stessa giornata. A parte tutto il riscaldamento che facciamo insieme, poi ci alterniamo sul tatami per i vari incontri. Addirittura il primo turno a Linz è stato quasi in contemporanea. È stato bello. In passato le gare andavano bene a me o a lui, o magari a nessuno dei due perché comunque sono tornei tosti, però quando siamo arrivati entrambi in finale io ero già contento visto che non era mai successo. Poi quando ho visto vincere Giovanni mi sono gasato tantissimo perché a quel punto volevo farcela anch’io. E alla fine è successo, un’emozione esagerata“.

Di seguito il video con l’intervista completa ad Antonio Esposito nell’ultima puntata di OA Focus.

VIDEO INTERVISTA ANTONIO ESPOSITO

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