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Sonny Colbrelli: “Ganna può dire la sua alla Parigi-Roubaix. Tiberi unico italiano che può avvicinare Nibali”

Pedaliamo al centro della strada, la strada è fatta a dorso d’asino e ai lati è scavata dalle ruote dei trattori che hanno lasciato scie come binari di un treno, che però non emergono ma sprofondano. Vedo in me un Sonny mai visto prima, mai così determinato e aggressivo. Solo per un attimo. Poi scaccio il pensiero. I pensieri pesano. I pensieri frenano“. Queste sono le parole di Sonny Colbrelli alla Parigi-Roubaix del 2021, la corsa più aspra e imprevedibile del calendario ciclistico internazionale. Sdraiato per terra, ricoperto di fango e tra le lacrime: nel momento più sublime della sua carriera Colbrelli era sporco come quando da ragazzo tornava dalla fabbrica per poi uscire in bicicletta. Il 3 ottobre 2021 la faccia di Sonny era color Roubaix, o colore dei sogni. Le lacrime e quel sorriso di un uomo che torna bambino sono stati la cornice di un capolavoro. Nella settimana dell’Inferno nel Nord, abbiamo parlato con Colbrelli che quattro anni fa, in maglia Bahrain, ci fece sognare. Capace di essere protagonista di un 2021 magnifico: oltre alla Roubaix, anche il Tricolore a Imola e l’Europeo di Trento.

Dopo lo strapotere al Giro delle Fiandre, secondo te Pogacar può vincere la Roubaix alla prima partecipazione? C’è il dettaglio che lì non troverà dei Muri…
“Quasi sicuramente. E’ in una grande condizione e ha tutte le carte in regola per poterla vincere. Anche il papà di Van der Poel in un’intervista ha dato Pogacar come favorito per la Roubaix. Quello che sta facendo oggi Tadej è qualcosa di stratosferico”.

E Van der Poel?
“Van der Poel ha una grandissima condizione e resta comunque l’uomo da battere anche per il tipo di esperienza che ha in questa corsa”. 

Filippo Ganna e la Roubaix. Come vedi Pippo su questo tipo di percorso?
“Ganna è il corridore che può ribaltare l’albo d’oro degli italiani alla Parigi-Roubaix. Ha corso bene il Fiandre, anche se è una corsa troppo dura per le sue caratteristiche, così come ho visto bene Ballerini che dopo un paio d’anni sono felice di rivedere tra i migliori, ma Ganna domenica a Roubaix può dire la sua”. 

Peraltro tu hai vinto la Roubaix che ogni corridore sogna, con pioggia e fango a volontà, peraltro 22 anni dopo Andrea Tafi. Cosa ti resta di quel giorno?
“E’ un giorno indimenticabile e che porterò sempre nel cuore. Sono state emozioni forti che difficilmente rivivrò in vita mia. Sono grato per essere riuscito a vincere questa corsa, che per un corridore con le mie caratteristiche è il sogno che si ha da bambino”. 

Chi invece come outsider domenica?
“Jasper Stuyven, anche se spero anche in Van Aert, perché dopo i problemi che ha avuto mercoledì scorso con il Team, ha dimostrato di avere una buona gamba e una vittoria gli svolterebbe sicuramente questa stagione”. 

Sarai in ammiraglia quest’anno?
“No, quest’anno sarò in ammiraglia alle Ardenne, quindi Brabante, Freccia Vallone e Liegi”.

Veniamo alla tua squadra, la Bahrain Victorius. In vista del Giro d’Italia puntate al podio con Antonio Tiberi. Come vedi Antonio rispetto ad Ayuso e Roglic?
“Antonio è l’unico italiano che al momento si può avvicinare a Nibali, deve crescere ancora ma è sulla strada giusta. Puntiamo tanto su Tiberi, tre settimane sono lunghe e in un Giro d’Italia può succedere di tutto. Ha lavorato e sta lavorando tutt’ora in altura per rifinire la condizione in vista della Corsa Rosa. Antonio è consapevole di avere le potenzialità per poter correre il Giro da protagonista, essendo migliorato anche tanto a cronometro”. 

Avete in squadra un altro talento da corse a tappe come Lenny Martinez. Siete soddisfatti sin qui di questo giovane talento?
“Con Lenny abbiamo fatto un calendario specifico e sta rispettando tutto quello che ci siamo detti e abbiamo concordato. E’ un buon corridore, è giovane e il futuro è della sua parte. Come squadre siamo molto felici di quanto sta facendo Lenny e del corridore che sta diventando”. 

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