Stefano Mei e la polemica sullo stipendio più che quadruplicato: “Me lo merito”
L’atletica leggera italiana gode di un ottimo stato di salute, in relazione ai risultati dei recenti Europei e Mondiali indoor. Tuttavia, vicende legate al movimento tricolore evidenziano qualche contrarietà. In una recente intervista al Corriere della Sera, il presidente della FIDAL, Stefano Mei, ha chiarito alcuni aspetti delicati di stretta attualità.
Tra le criticità, quanto è accaduto coi pesisti Fabbri e Weir, colpiti dalle questioni salariali del loro coach Dal Soglio: “Con Fabbri c’eravamo accordati, con Del Soglio c’è differenza tra domanda e offerta. Capisco che abbia ottime proposte all’estero, ma io devo far quadrare i conti di tutti. Se Battocletti, la nostra regina, prende tot, chi vince meno prende meno. Tutto va parametrato e riposizionato“, ha dichiarato Mei.
Il presidente si è trovato a rispondere, secondo quanto riportato dal Corriere, dell’insoddisfazione degli atleti di vertice dal punto di vista economico: “Siamo passati da 2,05 milioni di euro per 71 atleti a 1,85 per 56 di super vertice. Il salario pro-capite cresce (+18%) in un momento difficile. Più soldi per meno atleti. Gli insoddisfatti ci sono sempre“, le parole del n.1 della FIDAL.
In tutto questo, è emerso anche un documento riservato del massimo dirigente della Federatletica, aumentatosi il salario da 36 mila a 150 mila euro l’anno: “Per quattro anni ho preso 36 mila euro lordi l’anno di emolumenti, lo stipendio più basso tra i miei 105 dipendenti. Dopo aver ragionato su quanto lavoro, sui risultati, sulle mie responsabilità legali e sui sacrifici che il ruolo richiede ho chiesto al Consiglio federale un adeguamento. Se i salari non sono adeguati, le presidenze federali saranno sempre riservate solo a persone ricche o pensionati. Abbiamo investito sul territorio, sulla ricerca, sui raduni. Fabbri e Weir si sono potuti allenare due mesi in Sudafrica, alle punte del movimento non abbiamo mai fatto mancare nulla. Ci siamo adeguati ai salari degli altri presidenti: parliamo dello 0,5% del bilancio o dell’1% al netto dei contributi pubblici. Guadagno anche dal 5% delle sponsorizzazioni? Solo di quelle che porterò personalmente alla Fidal, che con me è passata da 300 mila a 1,6 milioni di raccolta. Stiamo anche cercando un advisor che potrebbe ridurre o azzerare la mia quota”, i concetti espressi da Mei al Corriere della Sera.