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Superbike, Nicolò Bulega: “Razgatlioglu è come Marquez ad Austin, l’ho fatto uscire dalla comfort zone”

Nicolò Bulega ha lottato con Toprak Razgatlioglu nei tre appuntamenti che hanno animato il GP di Portogallo, tappa del Mondiale Superbike andata in scena sul circuito di Portimao. Il centauro italiano, reduce dalla tripletta firmata in Australia, si è però dovuto accontentare di tre secondi posti in terra lusitana, sempre alle spalle del turco che ha dominato sul tracciato dell’Algarve.

Il centauro della Ducati resta al comando della classifica con 29 lunghezze di vantaggio nei confronti dell’alfiere della BMW, che in questo fine settimana ha dimostrato la sua caratura di Campione del Mondo. Il duello proseguirà tra un paio di fine settimana nei Paesi Bassi: sarà l’appuntamento di Assen a dirci qualcosa in più prima della prova italiana in quel di Cremona.

Nicolò Bulega ha analizzato la propria prestazione ai microfoni di Moto Sprint: “Penso che siano state tre gare abbastanza simili tra loro. Toprak era più a suo agio nel mantenere quel ritmo forsennato, mentre io ero più al limite. Ho provato di tutto e giocato ogni carta, ma è andata così. Sono contento per com’è andato il weekend anche se, lo ammetto, la bandiera rossa che ha interrotto Gara 2 non mi ha aiutato. Da dietro, mi sembrava che Toprak fosse più in difficoltà e io avevo più feeling all’anteriore. L’interruzione ha permesso a tutti di cambiare gomme e in soli undici giri non è arrivato il drop che mi avrebbe aiutato”.

Il romagnolo ha poi proseguito:Toprak a Portimao è un po’ come Marc Marquez ad Austin: averlo fatto sudare fino all’ultimo metro vuol dire che sono forte e ci sono anche io. L’ho costretto a uscire dalla sua comfort zone, quindi i suoi sorpassi sono stati più al limite del solito, ciò significa che non aveva grande margine. Quest’anno, rispetto al 2024, se non vado sul podio mi arrabbio: voglio mantenere questa mentalità”.

Il pilota italiano era proprio al limite in Portogallo:Ho provato a reagire quando mi sorpassava, ma se avessi rischiato anche solo l’1% in più sarei caduto. Vado a letto comunque sereno e avere tre gare così mi ha permesso di accumulare tante informazioni: ricordiamoci che io sono in Superbike da due anni, lui da molto più tempo. In alcuni punti, come la curva 3, avrei dovuto fare meglio, ma ho visto faticare anche gli altri piloti Ducati. Forse è una caratteristica della Panigale essere forte nelle curve veloci e meno in quelle lente”.

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