Tanti ko eccellenti tra Indian Wells e Miami: quanto vale la top-10 attuale? Solo Sinner ha la continuità
Il torneo di Miami volge alla conclusione e ci si appresta a vivere quest’oggi i tre quarti di finale che definiranno i nomi dei semifinali nel secondo e ultimo evento del Sunshine Double. In California e in Florida ha colpito l’attenzione degli appassionati il fatto che dei semifinalisti nel primo evento, nessuno di loro sia riuscito a vincere il match d’esordio.
Il britannico Jack Draper (vincitore sul cemento californiano) è stato sconfitto dal ceco Jakub Mensik, lo spagnolo Carlos Alcaraz è stato battuto dal belga David Goffin, il danese Holger Rune (finalista a Indian Wells) ha alzato bandiera bianca al cospetto dello statunitense Reilly Opelka e il russo Daniil Medvedev si è arreso allo spagnolo Jaume Munar.
Non era mai accaduto dal 1990 che tutti i semifinalisti a Indian Wells subissero una battuta d’arresto del genere a Miami. Vien da chiedersi, quindi, quale sia l’attuale valore della top-10, in considerazione del fatto che la classifica mondiale continua a essere saldamente guidata da Jannik Sinner, nonostante l’altoatesino sia fermo da sette settimane per la sospensione dal circuito dovuta alla vicenda “Clostebol”.
RANKING ATP (PRIMA DI MIAMI)
Lunedì 17 marzo 2025
1. Jannik Sinner 11330 punti
2. Alexander Zverev 7945 punti
3. Carlos Alcaraz 6910 punti
4. Taylor Fritz 4900 punti
5. Novak Djokovic 3860 punti
6. Casper Ruud 3855 punti
7. Jack Draper 3800 punti
8. Daniil Medvedev 3680 punti
9. Andrey Rublev 3440 punti
10. Stefanos Tsitsipas 3405 punti
Una graduatoria in cui si pone l’accento sul fatto che solo Jannik, nelle ultime 52 settimane, abbia avuto la continuità. Una criticità insita nei suoi principali competitors, visto quanto fatto dal tedesco Alexander Zverev e da Alcaraz.
Sascha, eliminato all’esordio in California dall’olandese Tallon Griekspoor, non ha superato l’ostacolo negli ottavi di finale in Florida del francese Arthur Fils, mentre Carlitos, come detto, non è andato oltre il secondo turno, dando seguito a una statistica preoccupante: 54 vittorie e 13 sconfitte nelle ultime 52 settimane, 8 di queste sono state contro tennisti al di fuori della top-10. In tutto questo Zverev, dei 3250 punti disponibili dopo gli Australian Open, ne ha ottenuti solo 310.
Una costanza di rendimento che nell’attuale top-10 non sembra esserci, tenuto conto che la vittoria di Draper in California si sia concretizzata col britannico al di fuori di questa cerchia prima di iniziare. Nello stesso tempo, a Miami, c’è la possibilità che sia Novak Djokovic (n.5 ATP) a trionfare e, parlando di un giocatore prossimo ai 38 anni pur leggendario, sarebbe un bello smacco per chi era ai nastri di partenza. Una considerazione frutto del fatto che lo stesso Nole abbia detto chiaramente ai microfoni quanto il suo interesse per la classifica non ci sia. Nei quarti di finale in Florida, il solo Taylor Fritz (n.4 del mondo) può ambire al successo, prendendo come riferimento il gruppo dei 10.
Alcuni tifosi si interrogano quindi sul valore di chi è ai vertici, paragonando il tutto agli anni dei “titani”, con Djokovic che per il momento porta avanti quella stirpe metafisica. Le argomentazioni a sostegno della generazione attuale sono quelle di un innalzamento del livello medio e di un tennis sempre più omologato. Vero è che, rispetto al passato, il gruppo dei “fenomeni” ora come ora appare meno nutrito.