STA TORNANDO! Matteo Berrettini piega de Minaur a Miami e riassapora un quarto in un 1000 dopo 4 anni!
Matteo Berrettini, per la prima volta da quattro anni a questa parte, giocherà i quarti di finale di un Masters 1000. A Miami, dove prima di quest’anno mai aveva vinto una partita in tabellone principale, batte Alex de Minaur in un ottavo per certi versi da brividi per 6-3 7-6(6) al quinto match point e si guadagna il pass per i migliori otto in Florida. Giocherà con uno tra Taylor Fritz e Adam Walton, con l’americano e l’australiano in campo quasi contemporaneamente. Si tratta della quarta volta di Berrettini in un quarto 1000, dopo Shanghai 2019 (semifinale), Roma 2020 e Madrid 2021 (finale).
Si comincia su un campo diverso dalle previsioni: la pioggia, infatti, fa sì che si sposti tutto sul Butch Buchholz. Parte leggermente meglio de Minaur, che va subito sul 15-30, ma di qui in avanti sono sei punti in fila di Berrettini, che se ne inventa un paio di molto belli per lo 0-40. L’australiano annulla bene le prime due chance, ma sulla terza lascia in rete la volée: 2-0. Un vantaggio, questo, rapidamente confermato da Matteo, il quale poi fa capire di esserci eccome (come con la volée quasi spalle alla rete del 40-15 sul 3-1). Sul 5-3, però, un paio di palle mal giocate dal romano portano de Minaur ad avere due palle del controbreak, solo che il dritto in questi due casi lo abbandona. Il resto lo fa Berrettini: prima esterna, ace e 6-3.
Il secondo set parte con una palla break immediata e un game di risposta in generale aggressivo; la chance Matteo la spreca con una risposta gestibile sulla seconda di de Minaur che però finisce in rete. Ne arriva una seconda, sbagliata con un rovescio in rete. La terza è quella buona: dalla cannonata di dritto si passa al pallonetto di rovescio vicino all’incrocio delle righe con successivo smash dell’1-0. Per il capitolino, però, arrivano le difficoltà sul 2-1: un game meno incisivo degli altri, due palle del controbreak, un dritto in rete e il 2-2. Si va avanti in maniera tutto sommato priva di reali brividi per lungo tempo, fino a un brutto decimo gioco nel quale Berrettini finisce per sbagliare ancora parecchio e, con un doppio fallo, si ritrova sotto 0-40. Prima e dritto lo aiutano a cacciarsi fuori dai guai, poi è lo stesso de Minaur a soffrire: un doppio fallo, un Matteo che ritrova il dritto ed è 15-40. Basta la prima palla break: il dritto dopo il servizio dell’australiano rimane in rete, 6-5 per l’italiano.
Il romano deve affrontare anche una signora resistenza dall’altra parte della rete, ma sul 30-30 tira giù l’ace per il match point. Segue uno scambio durissimo che però l’azzurro perde, ma arriva un’altra chance di chiudere mancata con tanto di successiva gran risposta di dritto e palla break su cui de Minaur manda lungo il rovescio. Anche il terzo match point non va a segno, ed arriva il controbreak dell’aussie che vuol dire tie-break. Berrettini sbaglia di dritto sull’1-1 e c’è il minibreak, cui se ne aggiunge un secondo via doppio fallo che significa 2-5. In qualche modo, però, tra gli errori di de Minaur e la voglia di lottare del capitolino, si passa di qui (e dai tre set point) al 6-6. Anzi, al 7-6, perché l’australiano perde ancora la misura del dritto. Anche il quarto match point, però, non va a segno, con annesso scambio ribaltato. Il quinto match point è l’unico sul servizio del giocatore di Sydney. Già, l’unico, perché l’errore in larghezza di rovescio da parte sua consegna il ritorno ai quarti 1000 di Berrettini.
C’è anche un dato particolare, perché da cinque anni consecutivi almeno un italiano arriva tra i migliori otto a Miami. Per quattro volte di fila si è trattato di Jannik Sinner (una vittoria, due finali e un quarto), stavolta è Berrettini a raccoglierne il testimone tricolore al termine di due ore da 19 vincenti e 32 errori gratuiti (17-27 de Minaur) e con una prima funzionante a intermittenza, ma pur sempre foriera del 78% (contro il 64%) di punti vinti quando in campo (58%-63%). Il romano è certo di essere almeno numero 26 a fine torneo, come pure dentro i 40 della Race (33 ad ora, poi dipende sia da lui che da Dimitrov).