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Biathlon. Vittozzi, quanto manchi! L’Italia femminile senza podi per la prima volta dal 2012?

A oggi, la stagione 2024-25 del biathlon non ha ancora visto alcuna italiana salire sul podio nel settore femminile. Né in Coppa del Mondo, né ai Mondiali. Dorothea Wierer, che per oltre un decennio ha mietuto una messe di successi e piazzamenti di prestigio, si è issata al massimo al 4° posto (mass start di Ruhpolding e sprint di Anterselva). Anche la staffetta si è attestata a ridosso del piedistallo più ambito del panorama sportivo, senza però salirci.

I quasi 35 anni, i tanti impegni extra-sportivi e qualche malanno di troppo, hanno zavorrato l’altoatesina. Peccato, perché a gennaio si era notata un’incoraggiante crescita, purtroppo senza seguito nel momento clou della stagione, anche per le ragioni appena esposte. Fermo restando come, con un pizzico in più di fortuna, la blasonata azzurra si sarebbe classificata nelle prime tre fra gli appuntamenti tenuti in Baviera e nel nativo Sud Tirolo.

Ça va sans dire, l’assenza di Lisa Vittozzi dal palcoscenico internazionale ha avuto un peso specifico determinante nello “zero” alla voce podi. Nel 2023-24, la trentenne di scuola friulana è stata l’unica biathleta tricolore a far breccia nel gotha delle competizioni (ben 10 top-three). Senza di lei, è venuto giocoforza meno quello scudo protettivo avuto nel recente passato. Le staffette hanno, inoltre, giocoforza perso di qualità.

Non bisogna però deprimersi o gettare la croce addosso al resto della squadra. C’è chi si è espressa in linea con le aspettative della vigilia e chi è addirittura andata oltre. Su tutte, Michela Carrara, che ha orbitato attorno al “Pianeta medaglia” in occasione dei Mondiali di Lenzerheide, senza purtroppo riuscire ad atterrarci sopra. Di nuovo, peccato, perché la ventottenne valdostana è cresciuta di rendimento in maniera esponenziale.

Un’ascesa che potrebbe non aver ancora toccato il proprio acme. Basta osservare i risultati della finlandese Suvi Minkkinen, classe 1994 e dunque di tre anni più anziana rispetto all’azzurra. Nessuno avrebbe mai creduto che il soggetto in questione potesse  elevarsi alle quote attuali. Viceversa, eccola lì fra le prime 10 del mondo e con un bronzo iridato al collo. Con il duro lavoro e l’abnegazione “si può fare”.

Insomma, all’Italia del biathlon femminile “mancò la fortuna, non il valore”. Restano ancora le gare di Oslo per evitare “l’imbiancata”. Da venerdì a domenica, le ragazze azzurre proveranno a scacciare lo spettro dell’inverno senza alcuna scalata sul podio. Sarebbe il primo dal 2011-12, quando Wierer era solo “un prospetto” molto interessante, Vittozzi una lontana speranza e la squadra era ancora trainata da Michela Ponza.

Se la whitewash, l’imbiancata, si verificasse non sarebbe comunque un dramma. Anzi, si tratterebbe di uno stimolo ulteriore in vista della stagione ventura, quella dei Giochi olimpici di casa. Vittozzi non c’è, l’Italia del biathlon femminile invece sì, anche se a uno sguardo superficiale non sembrerebbe.

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