Jack Draper: “La vittoria con Alcaraz ha avuto una grande rilevanza, in finale sapevo cosa fare”
Jack Draper prosegue il suo percorso di crescita e si aggiudica il primo titolo 1000 della carriera, imponendosi sul cemento outdoor di Indian Wells dopo aver sconfitto Carlos Alcaraz in semifinale e Holger Rune in finale. L’ultimo atto del torneo si è rivelato un vero e proprio assolo da parte del 23enne britannico, che ha travolto il danese classe 2003 con un doppio 6-2.
“Questo torneo lo guardavo da piccolo, ammirando tutti i campioni che passavano su questi campi. E vincere qui, adesso, significa tutto per me. Prima del match avevo tanti dubbi, mi ero immaginato ogni tipo di scenario. Ma alla fine sono riuscito ad andare oltre questi dubbi e sono molto orgoglioso di quello che ho ottenuto“, le prime dichiarazioni del nuovo n.7 al mondo in conferenza stampa dopo il trionfo in California.
“La vittoria contro Alcaraz ha avuto una grande rilevanza, su quello che è accaduto in finale. Contro Rune sono entrato in campo deciso e sapevo perfettamente cosa fare. Ho provato subito delle sensazioni positive che non mi hanno più abbandonato. In allenamento potevo già esprimere un tennis così importante, ma trasformare quelle prestazioni in grandi partite non è mai scontato. Per di più, farlo su un grande palcoscenico come questo è qualcosa di davvero enorme per me“, sottolinea il tennista inglese classe 2001.
Sul recupero dopo la vittoria in semifinale con Alcaraz: “Mi sono svegliato ancora stanco e non ho dormito bene. Ma ho cercato di rilassarmi, fin dal bagno freddo dopo il match. Ho cercato di non pensarci troppo e di capire che mi mancava ancora una partita per completare l’opera. Un po’ come quando ti alleni: devi farlo con la stessa intensità dal lunedì alla domenica, ogni giorno. E così in un torneo: non ci si può permettere di rimanere troppo su un singolo incontro, altrimenti quello dopo andrà male. Ho semplicemente messo giù la testa pensando a lavorare duramente, questo è ciò che ho fatto“.
Sui prossimi obiettivi nel mirino: “Non è questione di obiettivi. Voglio dire, è importante metterseli in testa e lavorare, ma poi bisogna far seguire azioni concrete. E quello che mi è accaduto nell’ultimo anno non ha nulla a che vedere con gli obiettivi prefissati, bensì con il lavoro quotidiano. Non mi sono messo un ranking ideale in testa o un torneo particolare. Sono molto ambizioso, ma qualsiasi cosa mi attenda in questo sport, so di dover migliorare e di dover continuare a essere solido, a lavorare duramente. In modo che anche le mie cattive giornate diventino superabili“.