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Iapichino si sblocca, Diaz e i propositi di record del mondo, Sioli sulle orme di Tamberi: l’Italia illumina

L’Italia ha mostrato i muscoli nella terza giornata degli Europei Indoor di atletica, conquistando ben quattro medaglie alla Omnisport Arena di Apeldoorn (Paesi Bassi) e issandosi al secondo posto nel medagliere provvisorio, con la possibilità di giocarsi il successo nella domenica che chiuderà la rassegna continentale. Il Bel Paese ha illuminato la scena con quattro alfieri di primissima caratura che hanno ribadito la grande caratura internazionale acquisita dal movimento tricolore.

Larissa Iapichino è riuscita a sbloccarsi dopo aver conquistato due medaglie d’argento agli Europei (indoor nel 2023, all’aperto nel 2024) e aver accarezzato il podio alle Olimpiadi di Parigi 2024. Il potenziale della 22enne toscana è sempre stato sotto gli occhi di tutti, ma nei grandi eventi internazionali sono sempre mancati dei centimetri per meritarsi la gioia più grande. La figlia di Fiona May ha trionfato con una misura ragguardevole (6.94), fermandosi a tre centimetri dal suo personale e riuscendo a superare in rimonta la svizzera Annik Kaelin.

L’allieva di papà Gianni, che tra l’altro oggi ha eguagliato il trionfo ottenuto dalla mamma nel 1998 nella rassegna continentale in sala, è riuscita a lasciarsi alle spalle l’icona Malaika Mihambo, oggi apparsa lontana dalla forma dei giorni migliori e terza con un ultimo balzo da 6.88. Il ritorno alla vecchia rincorsa ha prodotto i suoi effetti e il trionfo odierno deve rappresentare un punto di partenza per l’azzurra, che ha davvero tutte le carte in regola per regalarsi enormi soddisfazioni nel prossimo decennio.

Larissa Iapichino si è issata al terzo posto delle liste mondiale stagionali di salto in lungo dietro a Mihambo (7.07) e alla bahamense Anthaya Charlton (6.98): può proiettarsi convinta verso la stagione all’aperto, durante la quale dovrà cercare di sfondare il muro dei sette metri per la prima volta in carriera. Servirà superare certe quote per lottare anche per l’oro ai Mondiali di Tokyo, battagliando con le altre big che non potevano essere presenti stasera, come le statunitensi Tara Davis e Jasmine Moore (oro e bronzo ai Giochi).

Andy Diaz si è dimostrato un autentico campione: messo alle corde dal tedesco Max Hess, autore di un ragguardevole balzo da 17.43 metri al primo ingresso in pedana, ha reagito come una furia e si è spinto addirittura a 17.71 metri, conquistando la medaglia d’oro nel salto triplo. Si tratta di una misura superba in campo internazionale, a quattro centimetri dal già suo record nazionale: un vero e proprio messaggio allo spagnolo Jordan Diaz e al portoghese Pedro Pichardo che lo avevano preceduto alle Olimpiadi di Parigi 2024.

Il fuoriclasse di origini cubane, che ha acquisito la cittadinanza italiana da un paio di anni, era soltanto alla seconda apparizione con la maglia azzurra e ha prontamente fatto centro dopo lo splendido bronzo conquistato la scorsa estate nella rassegna a cinque cerchi e nelle dichiarazioni rilasciate alla Rai è stato chiaro: “A questa medaglia do il titolo di io sono qui“, rivolgendosi proprio all’iberico e al lusitano, che sfiderà apertamente a settembre ai Mondiali.

La miglior prestazione mondiale stagionale è solo un passaggio, perché Andy Diaz ha dichiarato apertamente di voler puntare al record del mondo e il suo ultimo tentativo, nullo di un soffio, era sembrato davvero lunghissimo. L’obiettivo è ancora lontano: servirà prima andare oltre il suo primato nazionale e poi sfondare pesantemente il muro dei 18 metri, perché il primato è fissato a 18.29 metri, saltati dal britannico Jonathan Edwards il 7 agosto 1995 a Göteborg.

Se Diaz e Iapichino erano e sono delle certezze, ci ha pensato Matteo Sioli a portare una ventata di freschezza a un movimento che continua a fare gli appassionati. La medaglia di bronzo conquistata nel salto in alto ha il sapore della grande novità, visto che il lombardo ha appena 19 anni ed era al suo debutto con la Nazionale assoluta, dopo che lo scorso anno aveva conquistato la medaglia d’argento ai Mondiali Under 20. 

Il suo potenziale era ben noto perché un paio di settimane fa si era issato fino a 2.28 metri ai Campionati Italiani Assoluti, ma non era scontato aspettarselo già con questa solidità in un evento internazionale. Stasera si è ammirato un ragazzo capace di reagire quando era con le spalle al muro, superando 2.26 al terzo tentativo e poi di valicare 2.29 al secondo affondo, andando oltre il personale di un centimetro. Si tratta di una prova di un grande prospetto che rinverdisce la scuola italiana di questa specialità.

Sulle orme di Gianmarco Tamberi, che però salì sul primo podio internazionale a 24 anni (nel 2016 vinse Mondiali Indoor ed Europei all’aperto, prima di infortunarsi alla vigilia dei Giochi di Rio). Il potenziale di Matteo Sioli sembra essere sconfinato, questo bronzo in una gara vinta con personalità dall’ucraino Oleh Dorushchuk (2.34 con percorso netto, mondiale stagionale) rappresenta un punto di partenza per un ragazzo che può togliersi grandi soddisfazioni.

In una serata di questo spessore non va dimenticato il bellissimo bronzo che Andrea Dallavalle si è messo al collo nel salto triplo, ritornando ai massimi livelli dopo tre anni complicati a causa di problemi fisici: due settimane fa aveva ruggito con il 17.36 di Ancona, oggi torna sul podio continentale dopo l’argento all’aperto del 2022, anno in cui poi fu quarto ai Mondiali di Eugene.

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