Sci di fondo, Pellegrino: “Dobbiamo essere orgogliosi”. Daprà: “Non avevo la gamba per la volata”
L’Italia ha accarezzato a lungo il sogno di conquistare una medaglia nella staffetta maschile dei Mondiali di sci di fondo andata in scena sulle nevi di Trondheim. Il quartetto tricolore è rimasto fino alla fine in lizza per i due gradini del podio alle spalle della scatenata Norvegia, rendendosi protagonista di una prestazione tonica in quella che è la gara più iconica della disciplina e che inevitabilmente evoca il tripudio delle Olimpiadi di Lillehammer 1994.
Giovanni Ticcò ha mantenuto gli azzurri in una buona posizione, poi Federico Pellegrino si è incaricato di ricucire il piccolo gap nei confronti del gruppo che inseguiva i padroni di casa e ha consegnato un ottimo testimone a Davide Graz, che si è distinto nella lotta con Svezia, Svizzera, Francia e Canada. Simone Daprà ha dovuto cedere nel finale sotto il forcing degli sprinter Grond e Anger e così l’Italia ha concluso al sesto posto nella gara vinta dalla Norvegia davanti a Svizzera e Svezia. I nostri portacolori hanno analizzato la loro prestazione attraverso i canali federali.
Federico Pellegrino: “Abbiamo fatto del nostro meglio e dobbiamo essere orgogliosi di quello che siamo riusciti a fare. Siamo rimasti in linea per una medaglia fino al chilometro finale, poi avversari più veloci di noi hanno avuto la meglio. Le staffette sono così e fa parte del gioco. Certo, poteva andare meglio ma non abbiamo nulla da recriminarci e possiamo guardare con fiducia alla staffetta dei Giochi Olimpici di Milano Cortina 2026”.
Giovanni Ticcò: “Personalmente sto vivendo un sogno: sono arrivato a Trondheim per fare solo la 50km ed invece è un Mondiale davvero ricco. Poter correre ad un Mondiale con la squadra è qualcosa di magico: fare il lancio è bellissimo. Si sa, in staffetta non si corre per se stessi, ma per tutta la squadra ed il team. C’è tanta pressione addosso, ma prima della gara Pellegrino e la squadra ci siamo trovati per caricarci. Ho dato il meglio di me stesso”.
Simone Daprà: “Sapevo che sulla salita finale si sarebbe accesa la bagarre. Purtroppo non avevo la gamba e la brillantezza che speravo per potermi giocare la volata con gli altri avversari”.