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Alexander Zverev: “Indian Wells sempre uguale, un errore giocare sulla terra”

Alexander Zverev si presenta al primo Masters 1000 dell’anno ad Indian Wells con un po’ di incognite e dopo alcune settimane davvero deludenti. Il numero due del mondo, infatti, non ha ottenuto i risultati sperati nei tornei sulla terra rossa sudamericana e anche sul cemento di Acapulco non è andata tanto meglio. Adesso in California sarà la prima testa di serie ed il tedesco spera di disputare un buon torneo, anche se l’esordio con l’olandese Tallon Griekspoor è decisamente molto ostico.

Durante la conferenza stampa della vigilia, il tennista tedesco si è soffermato sulla questione campi, dopo che Alcaraz e Medvedev avevano entrambi criticato il cambiamento della superficie di gioco ad Indian Wells. Zverev non è assolutamente del loro parere: “C’è una nuova superficie? Mi sembra la stessa, onestamente. Mi sono allenato qui per quattro giorni e non ho notato nulla”. 

Sulle difficoltà avute durante i tornei sulla terra rossa in Sud America: “È stata una tournée sudamericana dura per me. Sono stato malato in due delle tre settimane. Volevo giocare sulla terra battuta, volevo partecipare ai tornei in Sudamerica, anche perchè me ne avevano parlato molto bene, quindi volevo sperimentarla almeno una volta. A Buenos Aires ho avuto un’intossicazione alimentare. A Rio faceva molto ma molto caldo e con molta umidità. In generale le condizioni erano difficili”.

Ancora sulla scelta di giocare sulla terra rossa e non proseguire sul cemento: “Non ho nemmeno giocato un gran tennis. Forse non è stata la scelta giusta alla fine, soprattutto dopo aver raggiunto la finale degli Australian Open e forse avrei dovuto rimanere sul cemento un po’ più a lungo. Volevo, però, giocare sulla terra rossa e ritrovare il mio gioco il prima possibile e prepararmi al meglio per il Roland Garros”.

Il passaggio dal rosso al cemento, un problema comunque che Zverev non ha avuto: “La transizione sul cemento va bene. Non è così difficile per me. Mi sento ancora positivo. Continuo a pensare di aver avuto un buon inizio di stagione. Se guardo indietro, in Australia sono arrivato a un’altra finale di Grand Slam, ma, ovviamente, voglio ritrovare il mio ritmo e voglio tornare a vincere partite”.

Infine un commento anche sulla decisione di allungare il Masters 1000 di Cincinnati a due settimane: “Non sono il più grande fan dei Masters 1000 di due settimane. La stagione è sempre più lunga e dobbiamo passare sempre più tempo nei tornei, ma non è colpa di chi organizza l’evento. In generale, non è colpa di Cincinnati, ma della decisione presa dall’ATP”.

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