Silvia Di Pietro: “Una terza vita grazie al cambio di allenamento. Le giovani italiani possono fare grandi cose”
Silvia Di Pietro è stata la grande protagonista dell’ultima puntata di Swin Zone condotto da Enrico Spada e Aglaia Pezzato in onda sul canale Youtube di OA Sport. La nuotatrice romana, 31 anni, sta vivendo una vera e propria seconda vita agonistica che la sta portando sempre ad ottimi livelli, ma con nuove modalità.
La conferma arriva direttamente dalla velocista classe 1993. “Una seconda vita che per il momento sta funzionando, dopo 2 anni davvero difficili. Sono cose all’ordine del giorno per chi fa sport e si possono superare. C’è chi dice addirittura sia una terza vita, contando anche la ripartenza nel 2022 dopo l’intervento al ginocchio. Dopodiché ho vissuto una sorta di saturazione che capita in alcuni atleti che svolgono un’attività per almeno una decade. A quel punto bisogna essere bravi a trovare i giusti obiettivi ed il piacere nell’allenamento. Dopotutto sei costretta a ripetere cose che si fanno in maniera professionale sin da bambini. Ho subìto un po’ l’arrivare in gara e sentire un peso maggiore rispetto all’allenamento. Dovevo cambiare qualcosa per farmi tornare il sorriso. E, nonostante questo, il divertimento senza risultati non c’è. Ho scelto la carta dei 50 per migliorare. Di pari passo ho ottenuto risultati. A dicembre ho fatto buone cose. Ho centrato la Finale del Mondiale, sono stata in grado di migliorare il record italiano e ho conquistato l’oro mondiale in staffetta. Tutto bello, ovviamente, ma bisogna ricordare che è frutto di una terza vita con un cambiamento in allenamento”.
Cosa, nello specifico, è stato modificato nel lavoro di Silvia Di Pietro? “Cosa ho fatto? Ho iniziato levando lavori metabolici noiosi. Un cambiamento che ho affrontato, comunque, a 31 anni. Non voglio dire che un atleta debba fare a meno di queste cose in età giovanile. Potevo farlo anche prima, con un po’ più di coraggio, nel puntare sui 50. Oltre a questo c’è stata anche la scelta di togliere i 100 che sono una carta anche per la staffetta. Più hai una preparazione completa per gareggiare in diverse specialità più hai chance di qualificarti. Contando che era anche un momento nel quale dovevo fare Europei, Mondiali e Olimpiadi. Ho pensato ‘miglioriamoci nei dettagli più che pensare al tempo limite’. Pensiamo al migliorare anche solo un centesimo alla volta. Un obiettivo così ti dà stimoli. Ora testa a Singapore? Non voglio andarci tanto per, ma voglio andarci con il sorriso e un tempo che mi soddisfi”.
Per una nuotatrice di 31 anni, ora gli scenari sono cambiati rispetto gli inizi. Da giovane del gruppo Silvia Di Pietro è diventata una senatrice. “Vedo tante giovani di alto livello da Sara Curtis al gruppo delle giovanissime. Di sicuro è cambiata la mia posizione. Bisogna sempre essere una spugna soprattutto quando sei agli inizi e hai a che fare con atleti e atlete molto più grandi. Se ripenso a Roma 2009… con Federica Pellegrini, Filippo Magnini e Massimiliano Rosolino… Adesso ci sono tante ragazze fantastiche che si stanno facendo largo a poco a poco. Con loro c’è grande sinergia. L’ultima nazionale che ho vissuto è stata quella di Budapest. Il clima era eccellente anche se viviamo periodi diversi con entusiasmi e paure differenti. Chi è alle prime gare vive le cose con la verve della scoperta. Per me è il contrario. Avendo fatto tante volte i Mondiali ho più sicurezza e calma nell’affrontare una finale. Ci sarà mai un oro olimpico nei 50 stile? Perché no? Si devono incastrare tante cose. Non voglio fare nomi, ma molte ragazze hanno tutti i numeri per fare grandissime cose”.