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Federico Pellegrino: “Ai Mondiali per una medaglia. Se la vincesse un compagno, sarei felice. Non farò la 50 km”

Federico Pellegrino ha le idee chiarissime in vista degli imminenti Campionati Mondiali 2025 di sci di fondo, rassegna che si svolgerà in quel di Trondheim dal 26 febbraio al 9 marzo. Il veterano della Nazionale azzurra vuole infatti tornare dalla Norvegia con una medaglia, traguardo che è convinto di poter raggiungere.

Un’ambizione confermata dal diretto interessato nell’ultima puntata di Salotto Bianco, trasmissione a cadenza settimanale a cura di Dario Puppo e Massimiliano Ambesi in onda ogni lunedì sul canale YouTube di OA Sport, per l’occasione trasmessa in un luogo molto caro al fondista di Aosta, ovvero dalla sede della manifattura Valcismond, gruppo di vari brand tra cui Sportful che ospita una prestigiosa bacheca con le medaglie conquistate dall’atleta in carriera.

Questo basta per fare capire il legame che c’è non solo con il brand Sportful ma con tutta la manifattura Valcismond, con i dipendenti e con la famiglia Cremonese – ha detto Pellegrino – Un legame presente da tanti anni: prima tenevo le medaglie con poco rispetto dentro una scatola di scarpe perché sono abituato a pensare sempre a quelle che devono ancora arrivare. Ne ho parlato con Alessio Cremonese una volta in barca, ad Oslo. Cercavo una casa per le medaglie, un posto che potesse dare loro la giusta visibilità. Le ho affidate quindi alle mani di Alessio. Penso sia un grande onore stare a fianco della bicicletta del Campione del Mondo Peter Sagan. È un grande onore”. 

E a proposito di due ruote, il valdostano ha ammesso di utilizzare la bicicletta nel periodo estivo, anche se non come prima scelta: “Vivendo di uno sport invernale che ha una stagione troppo corta bisogna tenersi pronti ed allenarsi nei mesi estivi. Io cerco di sfruttare la neve fino alla primavera, non solo con il fondo ma facendo magari anche qualche uscita con lo sci alpinismo. Poi nei mesi estivi la corsa e lo skiroll fanno da padroni, anche se la bicicletta ha il suo perché. Da appassionati di fatica quali siamo, noi seguiamo tanti sport come atletica e ciclismo. Ci piace rimanere aggiornati, seguire la parte più scientifica di studi che spesso partono proprio dallo sci di fondo, dunque dal nord. Ma come per alcuni aspetti dell’allenamento si guarda su, per ciò che concerne l’abbigliamento si passa anche dai Paesi più caldi, tra cui anche l’Italia con gli studi dei materiali”. 

Pellegrino ha quindi raccontato un aneddoto inerente alla qualità ed alla strategia dei materiali: “A PyeongChang 2018 era previsto grande freddo: mi è stata proposta una tuta più fine anziché più spessa per poterci mettere sotto un base layer con una certa trama testata dai ciclisti in galleria del vento più efficiente a livello di velocità. Poi c’era anche un pon pon sul cappellino, che abbiamo chiesto di rimuovere: sembrano cose banali, noi ce la mettiamo tutta ed è bello essere aiutati da aziende che ti supportano così tanto anche da arrivare a togliere quello che sembra una cosa estetica ma rilevante nei dettagli”.

Il fondista ha poi proseguito. “Quello che facciamo noi durante i mesi caldi è lo sci di fondo estivo. Ma quando si inizia a salire e si inclinano le pendenze come nel Grand Prix Sportful, anche gli skiroll veloci diventano molto propedeutici per lo sci di fondo. Per noi è importante come punto di riferimento della fase finale di preparazione. Da lì abbiamo dei check per la preparazione dei mesi prima dell’inverno“:

L’azzurro ha quindi parlato delle sue condizioni in vista del Mondiale. “Sto bene, quasi meglio del previsto. Tendo a non puntare mai troppo in alto prima del momento opportuno. Sono reduce da un gennaio travagliato perché ho finito il Tour de ski in modo positivo, ma poi mi sono ammalato e ho fatto una settimana senza allenarmi. Nel frattempo c’era la preparazione, qualche piccola questione famigliare da dovere gestire, adesso che ho dei figli, le dinamiche sono cambiate. Ora mi ritrovo dopo l’ultimo weekend di Coppa del Mondo dove avrei sperato di essere. Non vedo l’ora di cominciare. Voglio andare a  Trondheim per giocarmi le mie carte partendo dalla gara individuale Sprint, poi con la prova a squadre della seconda settimana”.

Non è prevista invece la sua presenza nella 50 km: “Sarà in tecnica libera, non farà parte del mio Mondiale. Ho dovuto lasciarla da parte perché con il grande obiettivo della lunga distanza cominciava ad essere troppo il materiale a cui pensare. Il fondista dei giorni d’oggi deve essere competitivo nella tecnica classica, nella tecnica libera, nella resistenza media e lunga distanza in tecnica classica e classica libera. Questo è affascinante, richiede molto lavoro per essere competitivo. Ma quando devi puntare bene su queste cose devi fare i conti con la tua realtà, con quella che è la propria voglia di rischiare ed accettare di dover fare delle rinunce. Per me la lunga distanza in tecnica libera, già da quando ho iniziato a sognare l’Olimpiade 2026 in tecnica classica nella 50 km, è stato un aspetto che ho dovuto lasciare da parte. Non per niente a volte nelle 20 km a tecnica libera sento che mi manca qualcosa di più rispetto alla tecnica classica. Al momento il mio programma prevede la Sprint individuale a tecnica libera, ho un punto di domanda sullo skiathlon che deciderò nei prossimi giorni, poi ci saranno eventualmente le gare a squadre il mercoledì e il giovedì della seconda settimana che appunto non mi danno la possibilità di fare la 10 km in tecnica classica, format che mi piace molto, ma che ha meno valore rispetto ad una potenziale medaglia nella gara a squadre. Al Mondiale ho imparato che se hai una certa età è meglio puntare alle gare dove si può abbassare un po’ il collo o fare aggiungere dei pirulini in bacheca. Fino a che non smetterò ci sarà un pirulino vuoto, pronto per la nuova medaglia. Ogni gara fatta a Trondheim è un opportunità di audience, di belle emozioni non da poco. Ci sarà tanto pubblico. Un Mondiale in Norvegia è tanta roba per il mio sport. Ho dovuto fare delle scelte, ma sono fiero dei percorsi che ho fatto. A fine carriera faremo i conti“.

Pellegrino ha po spiegato da cosa dipende il suo coinvolgimento nello skiathlon: “Dipende da come esco dalla Sprint del giovedì perché sarà due giorni dopo. Ho però anche due lavori di avvicinamento nei prossimi giorni da cui voglio avere delle indicazioni. Le condizioni meteo possono fare la differenza, se mi lancio in una gara del genere non vorrei solo provarci. Se ci sarò, sarò convinto di poter dare il 100%. Ogni gara ha le sue dinamiche, dipende dai ritmi. Ma visto quello che è successo in Val di Fiemme al Tour De Ski, se le cose si mettono in una certa direzione devo farmi trovare pronto al momento opportuno, ma prima c’è la Sprint a tecnica libera. La testa è focalizzata su quella gara”.

Il nostro portacolori ha poi rivissuto le emozioni di PyeongChang: “Per me è nella toplist. Nessuno mi considerava nel pronostico della vigilia, solo io. Nessuno pensava che potevo fare medaglia. Invece già dall’anno prima nella pre-olimpica avevo capito. Il tracciato era lungo, poi l’hanno accorciato. È diventato più corto e più duro. Io in tecnica classica se ci sono salite dure, sci che vanno forte, gambe che vanno forte, tute che vanno forte, ce la posso fare”.

E in vista della rassegna iridata in Norvegia, l’azzurro sarà soddisfatto nel momento in cui: “Tornerò a casa con una medaglia. Al Mondiale conta quello. Da giovane conta anche l’esperienza. Vivrò emozioni fortissime, tra cui quelle di gareggiare in Norvegia, potrei stare qui a dire le emozioni che vivrò, poi però l’agonismo è così: se faccio ancora questa vita è perché mi piace la competizione con me stesso e con gli avversari. In quel momento il risultato ha il suo valore, se sei giovane non per forza la medaglia ha un suo senso, può contare anche un’esperienza in vista delle medaglie future. Non so dire in quale format, perché le tre gare che penso di fare sono possibili a livello di podio. Poi se non dovessi vincerla io, ma un altro atleta italiano o squadra italiana, da adesso sarei felice come se l’avessi vinta io. Il progetto che stiamo portando avanti mi fa sentire tanto coinvolto, vale per questa gara o per le Olimpiadi. Dovesse arrivare anche una medaglia non mia, la sentirei mia in virtù di questo percorso. La squadra maschile è pronta”.

In ultimo Pellegrino ha parlato del fenomeno Klaebo: “Non sta pensando a cosa succede dopo, ed è uno dei motivi per cui è veramente forte. L’ho vissuto anche io tanto tempo. Se pensi a quello che non succede dopo hai facilità a rispettare le scadenze che hai di fronte. Lui pensa solo a vincere. Non sarà facile, in alcuni casi non ha dimostrato una superiorità tale nelle gare su resistenza anche in virtù del fatto che c’è tanta gente che vuole mettergli il bastone tra le ruote. Ora sembra che la Sprint, la Team Sprint e la staffetta siano tre gare scontate, ma proprio per questo può essere lì che può succedere qualcosa. Ma lui non pensa a questo. Per lui vincere tanto al Mondiale significherebbe essere profeta in Patria. È cresciuto lì. Poi penserà alle medaglie di Milano-Cortina. Ma per ora c’è solo il Mondiale“.

LA PUNTATA COMPLETA DI SALOTTO BIANCO

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