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Festival di Sanremo 2025, la storia del Teatro Patologico

Stasera, giovedì 13 febbraio 2025, il Teatro Patologico di Dario D’Ambrosi e degli attori con disabilità psichica calcherà per la prima volta nella loro storia il palco del Festival di Sanremo 2025 (qui il programma completo delle serate). L’emozione è tanta, come ci ha rivelato lo stesso fondatore in una nostra chiacchierata, ma anche l’esperienza.

Perché guai a osservare il Teatro Patologico come a un semplice laboratorio sperimentale o un frivolo passatempo. Perché si tratta di una compagnia teatrale solida e concreta, che è stata capace di andare a performare Oltreoceano e, addirittura, di mettere su una pellicola cinematografica con attori italiani di grande blasone.

In questo articolo ripercorreremo brevemente la storia del Teatro Patologico e del suo fondatore, Dario D’Ambrosi, conoscendo quindi più da vicino una realtà che va oltre il concetto di inclusione e integrazione.

Che cos’è il Teatro Patologico?

È il 1992 quando Dario D’Ambrosi (attore, autore e regista) crea il Teatro Patologico, un’Associazione di creare un contatto tra il teatro e le persone con gravi problemi psichici.

Attraverso la storyline del progetto che si trova sul loro sito ufficiale, possiamo scoprire che inizialmente il progetto si svolgeva nella sala di Via Ramazzini, all’interno del Municipio XVI di Roma. Almeno fino al 30 ottobre 2009, quando la compagnia ottiene il suo teatro stabile a Roma in via Cassia 472, su concessione della Regione Lazio.

Grazie a questo spazio privato, il Teatro Patologico può svilupparsi: ad esempio, nel gennaio 2010 parte la Prima Scuola Europea di Formazione Teatrale per persone con disabilità mentali, “La magia del Teatro“.

Guai però a definirlo un semplice passatempo, perché in realtà Dario D’Ambrosi ha grandi progetti e ambizioni per i suoi attori, tanto che i ragazzi del corso “La Magia del Teatro” sapranno mettere in scena con grande professionalità diversi spettacoli, come Pinocchio, Il Trip di Don Chischiotte e La Divina Malattia.

Particolare è invece la messa in scena di Medea, che oltre a Roma, verrà esibito anche al Teatro Cafè La Mama di New York e al Winton’s Music Hall di Londra. Questo spettacolo vincerà anche il prestigioso Wilton’s Price per il miglior spettacolo straniero della stagione 2012/13.

Inoltre nel 2017 Medea è stato allestito presso il Quartier Generale delle Nazioni Unite in occasione della Giornata Internazionale delle persone con disabilità e presso l’Auditorium Umberto Agnelli di Tokyo (Istituto Italiano di Cultura di Tokyo), e nel 2018 al Parlamento Europeo di Bruxelles.

Successivamente il Teatro Patologico realizzerà il primo corso universitario di “Teatro Integrato dell’Emozione“, grazie alla collaborazione con l’Università degli Studi di Roma Tor Vergata e il MIUR, rivolto a persone con disabilità fisica e psichica. Un metodo che verrà poi studiato alla New York University, all’Akron University di Cleveland e alla Haward University di San Francisco. Dal 2018 anche alcuni atenei italiani hanno dato vita a questo corso.

Infine uno dei progetti più grandi che ha coinvolto il Teatro Patologico è il film Io sono un po’ matto e tu?, uscito nel 2024, che ha visto 30 ragazzi con disabilità psichiche e fisiche recitare insieme a Claudio Santamaria, Edoardo Leo, Raoul Bova, Vinicio Marchioni, Claudia Gerini, Stefania Rocca, Stefano Fresi, Marco Bocci. Un film presentato al Torino Film Festival e che il prossimo 26 febbraio parteciperà al LA – Italia Festival di Hollywood.

Leggi anche: Com’è stata rappresentata (finora) la disabilità al Festival di Sanremo?

Chi è Dario D’Ambrosi?

Dario D’Ambrosi è l’ideatore e il fondatore del Teatro Patologico. Nato a Milano nel 1958, è attore, regista e autore, che fin da piccolo mostra una grande passione per il teatro, ma anche un forte interesse per lo studio delle malattie mentali. Come si legge nella sua autobiografia infatti, D’Ambrosi arriverà addirittura a internarsi per tre mesi nell’ospedale psichiatrico Paolo Pini di Milano per osservare più da vicino il comportamento delle persone ricoverate.

D’Ambrosi si specializza nella forma teatrale, tant’è che all’età di 19 anni si trasferisce a New York dove incontra Ellen Steward, fondatrice del Caffé La Mama, che gli permette di esordire a teatro con il monologo “Tutti non ci sono”.

D’Ambrosi però si fa riconoscere anche al cinema e in televisione. Ad esempio nel 1997 è apparso nel film per la tv Don Milani, a fianco di Sergio Castellitto, e come uno dei protagonisti dello sceneggiato televisivo Racket. Inoltre ha lavorato al fianco di Anthony Hopkins e Jessica Lange nel film Titus di Julie Taymor ed ha interpretato il ruolo del flagellatore di Cristo nel celebre film La Passione di Mel Gibson. Infine ha recitato il ruolo del Capo Ispettore Canton nella fiction Romanzo Criminale.

Foto di Teatro Patologico

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