Biathlon, Mondiali Lenzerheide 2025. Le ‘Mission: (im)possible’ dell’Italia del biathlon, puntata tre. L’inseguimento maschile
Nell’eventualità che il movimento tricolore del biathlon sia l’Impossible Mission Force – la fantasiosa branca delle forze speciali americane comandata da Jim Phelps (Peter Graves) nella fortunata serie TV degli anni ’60-’70, poi resa ancor più famosa da Ethan Hunt (Tom Cruise) nei tanti film susseguitisi dagli anni ‘90 – la terza e ultima “Missione Impossibile” da concludere nell’arco dei Mondiali di Lenzerheide 2025 sarebbe legata all’inseguimento maschile.
La più difficile del trittico che comprende anche le gare miste e la sprint femminile. Il pursuit dedicato a chi ha il cromosoma Y nel proprio corredo genetico è uno dei paradossi più grandi per gli uomini d’Italia. Una sorta di Moloch insormontabile. Sia per quanto concerne l’ambito iridato, sia se si guarda al format nel suo complesso.
Partiamo dal presupposto che ai Mondiali non sia mai stata ottenuta una medaglia. Lasciamo da parte Individuale e Sprint, ben più anziane dell’Inseguimento. Però, vogliamo fare un confronto con le Mass Start, sostanzialmente coetanee degli inseguimenti? Nelle partenze in linea, gli azzurri hanno festeggiato podi e successi. A quasi sei anni di distanza da Östersund 2019, le corde vocali di Dario Puppo e Massimiliano Ambesi ancora tremano al ricordo di quella domenica di marzo in cui Dominik Windisch fece letteralmente saltare il banco.
Viceversa, il pursuit – come è ufficialmente denominato nell’albionica lingua – ha sempre generato delusioni. Non solo ai Mondiali, la tendenza è conclamata se guardiamo alle competizioni di primo livello tout court. Signori, i dati sono impietosi. L’Italia del biathlon maschile ha vinto 25 gare nella sua storia. Di esse, 11 sono individuali, 10 sprint e 4 mass start.
Il dato più eclatante è rappresentato dal fatto che sugli inseguimenti, gli azzurri sono a quota 0 successi su 221 tentativi. Viceversa, se parliamo di partenze linea, il conteggio dice 4 trionfi su 127 (con l’ultima affermazione a risultare recentissima, quella conseguita da Tommaso Giacomel a gennaio, in quel di Ruhpolding).
Perché o percome questo avvenga, è impossibile saperlo. C’è un qualcosa di irrazionale in tutto ciò. Si va oltre l’anomalia statistica, si sconfina nel soprannaturale e nell’inintelligibile. Mai una medaglia ai Mondiali nell’inseguimento, s’è detto. Mai una vittoria in questo format, si è aggiunto. Insomma, il piatto piange disperatamente, soprattutto se raffrontato a quello di individuali, sprint e mass start.
Quanto è improbabile che ambedue gli incantesimi vengano spezzati lo stesso giorno (nel caso di specie, domenica 16 febbraio 2025)? Sarebbe clamoroso, ma sarebbe bellissimo. No, non dite “Impossibile”. L’IMF “esisteva” proprio per compiere missioni solo apparentemente irrealizzabili…