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Guignard-Fabbri: “Il libero un rischio, ma se lo avessero fatto altri…Corretto che tornino i russi per le Olimpiadi”

Sta per cominciare il Campionato Europeo di Charléne Guignard-Marco Fabbri. I veterani del pattinaggio di figura italiano tra qualche ora scenderanno sul ghiaccio della Tondiraba Ice Hall di Tallinn per difendere il titolo continentale nella danza sul ghiaccio per il terzo anno consecutivo, ennesima medaglia da aggiungere ad un palmarès già ricchissimo.

Gli allievi di Barbara Fussar Poli sono reduci da una prima parte di stagione assai particolare, contrassegnata da una prestazione negativa al Grand Prix de France, ma compensata da un bellissimo secondo posto ottenuto alle Finali Grand Prix di Grenoble. Gli azzurri sono tra l’altro al centro del dibattito per via della particolare scelta della danza libera, quest’anno incentrata sul fascinoso tema robot, programma che ha diviso gli appassionati, ma che certifica anche la forza di due pattinatori capaci di reinventarsi ogni anno, esplorando sempre nuove strade e cercando sempre nuove soluzioni, in barba a un certo chiacchiericcio che serpeggia tra gli addetti ai lavori.

La vostra stagione fino a questo momento è stata contrassegnata da una rollercoaster per quanto riguarda la valutazione dei giudici. Siete partiti forte al Lombardia Trophy, poi una rimodulazione a Shanghai, quindi il passo falso al Grand Prix della Francia e la ripresa in Cina. In ultimo il secondo posto alle Finali del circuito di Grenoble. Qual è il vostro bilancio?
“C’è da premettere che in questa stagione sapevamo che con la scelta del libero sarebbe stata un’annata da punto interrogativo. Volevamo fare un programma che fosse diverso, come abbiamo sempre cercato di fare ogni anno, questa volta sicuramente abbiamo azzardato. Per quanto riguarda i riscontro c’è da dire che il Lombardia Trophy fa poco testo perché si tratta di una gara di inizio stagione, in casa, dove non hanno partecipato coppie di alto livello, escluso noi. Con l’esperienza abbiamo poi imparato a non guardare più tanto il punteggio quanto al risultato: capita infatti che a volte i giudici partono già bassi, e dunque è difficile andare troppo alti, così come il contrario. Il bilancio comunque resta abbastanza positivo, sapevamo i rischi che correvamo. In Francia oggettivamente bisogna dire la verità, magari sono stati particolarmente severi, ma noi ci abbiamo messo sicuramente del nostro perché abbiamo pattinato male. Siamo comunque contenti di essere riusciti a rimettere la stagione su un binario positivo e soprattutto del secondo posto alle Finali del Grand Prix, un risultato importante anche in ottica Europei e Mondiali“.

A proposito della vostra free dance incentrata sul tema robot: tanti anni fa, in occasione di una conferenza stampa, il regista Lars Von Trier rimandò al mittente le richieste di spiegazioni sui motivi che lo avevano portato a realizzare un film come “Melancholia“. Le sue parole furono: “Io non devo spiegare niente, i film li faccio per me“. La sensazione è che, con questo libero, abbiate sfidato più voi stessi piuttosto che dimostrare qualcosa agli altri…
“A noi non piace fare ogni anno lo stesse cose, ci piace anche cambiare stile di musica, proporre cose nuove anche per crescere e per spingerci al di là dei nostri limiti provando anche cose che non abbiamo mai fatto. Noi quando abbiamo deciso di continuare ci siamo detti: ‘abbiamo già dimostrato quello che valiamo, adesso facciamo quello che ci piace, divertiamoci, godiamoci questi ultimi momenti’. Per arrivare dove siamo arrivati abbiamo dovuto fare per anni quello che dovevamo fare. E per carità, ha funzionato. Ora siamo ad un punto dove, con dei rischi, ci possiamo permettere di fare quello che vogliamo. Con questo programma abbiamo scoperto tante cose, nel coreografarlo siamo impazziti. Ma come esperienza è stata qualcosa di importante”.

Il programma ha diviso l’opinione pubblica, in tanti lo hanno apprezzato, altri invece meno, sostenendo che “Non arriva come dovrebbe”. Qual è il vostro pensiero?
Marco: “A me la cosa che ha dato più fastidio nella prima parte di stagione è il fatto che sì, questo non è un programma sentimentale o strappalacrime, è diverso. Ma il fatto che si dica che non arrivi mi dà fastidio perché se lo avessero proposto altri sarebbe stato percepito come il programma della storia, innovativo, geniale. Lo fa un’altra coppia al di fuori di quel gruppone che ha il monopolio della specialità e allora di conseguenza non va bene e bisogna attaccarlo, trovare le cose negative. Questo mi ha dato fastidio. Certo è un programma diverso, se uno si aspetta ogni anno qualcosa che tocchi le emozioni o un semplice programma di intrattenimento con musiche pop contemporanee va bene, ma quando alcune coppie fanno qualcosa di diverso si grida subito al capolavoro, qui invece piovono critiche. Abbiamo dovuto cambiare tante cose, partendo dai costumi arrivando ai movimenti che, visto che rigidi da robot, secondo alcuni non esaltavano il nostro stile. Poi è chiaro che ti devi adeguare a quello che dicono. Va bene portare avanti le proprie battaglie, ma se non si ha un riscontro positivo devi adeguarti”.

Che poi ci sarebbe da capire cosa significa “Non arriva”. Ci sarebbero anche degli aspetti imprescindibili, come ad esempio gli elementi tecnici…
“Questo è un tema che sarebbe interessante approfondire. Stiamo notando che, quest’anno, in particolare nel libero stiamo ricevendo dei punteggi tecnici leggermente più bassi. Abbiamo la sensazione che per noi ci sia sempre la lente d’ingrandimento puntata addosso, per altri invece no, come per esempio alle finali di Grand Prix dove abbiamo preso l’attention nella coreo step, cosa che ci ha fatto perdere 2/3 punti di tecnico passando da un punteggio di 126 a 123”.

Altra cosa che ha colpito non poco in questa prima parte di stagione sono i distacchi. Stiamo vedendo Chock-Bates lontanissimi, mentre Fear-Gibson, gerarchicamente dietro, sempre più vicini.
Chock-Bates, specie dopo la vittoria ai Mondiali di Montrèal dello scorso anno, partono con i favori del pronostico, anche se i distacchi che danno sono esagerati. I britannici li ritroviamo sempre molto vicini, per cui al nostro minimo errore possono approfittarne”. 

Il Grand Prix si è svolto in un modo molto strano: tutte le tre coppie di testa, dunque voi, Cock-Bates e Gilles-Poirier, avete sbagliato almeno una gara, finale compresa. Questo vi porterà ad affrontare il Mondiale senza un riferimento preciso e senza esservi confrontati tutti al massimo delle potenzialità. Come la vivete?
Chock-Bates saranno i favoriti anche a Boston ovviamente. Per fortuna però nella seconda parte della stagione di solito, a meno che la prima non sia andata particolarmente bene o particolarmente male, al Mondiale si ripristinano le gerarchie, sempre ovviamente se non succede qualcosa di strano. Vediamo come vanno le cose“.

Prima accennavate ad alcuni cambi nel libero, quali sono state le modifiche principali?
Tra la Francia e la Cina avevamo già fatto dei cambi come il set di twizzles e i passi in cerchio, poi abbiamo cambiato anche il choreo lift. Chiaramente tra le due gare è stato difficile automatizzare i cambi, in Cina eravamo contenti, ma in Finale tutto è andato meglio, ai Nazionali meglio ancora. Non faremo più grandi cambi, ora la questione è arrivare più sicuri possibile, proprio per avere quella sicurezza che un po’ mancata ad inizio stagione. Il libero è complicato sia a livello fisico che tecnico, bisogna avere tanta energia, ci vuole il tempo necessario. Anche a livello tecnico ci sono movimenti complessi che ti portano tante energie, anche mentali. Anche per questo non ci aspettavamo di essere impeccabili, anche se non ci aspettavamo una debacle come quella in Francia”. 

Una delle notizie più importanti delle ultime settimane è quella relativa all’inserimento di una ridotta percentuale di atleti russi (in modalità neutrale) per le Olimpiadi di Milano Cortina 2026. Dal vostro punto di vista chiaramente i riflettori sono puntati su Alexandra Stepanova-Ivan Bukin. Come reputate questa scelta da parte dell’ISU? E soprattutto, credete che potrebbero cambiare gli scenari con il team di Mosca?
Da quanto letto sembra che parteciperanno alla qualifica olimpica e alle Olimpiadi, non sappiamo se ci saranno altre partecipazioni tra le due gare. A livello sportivo è giusto così, non entriamo nei meriti politici che non ci riguardano, ma secondo noi è una decisione corretta. Sugli scenari non ne abbiamo idea, già il fatto che a quanto pare non ci saranno giudici russi per loro non sarà una situazione agevole, perché comunque non saranno ben visti da tutti, e non avranno neanche una figura minima di supporto. Non sarà facile per loro gestire questa cosa, poi non si confrontano nel panorama internazionale da tanto, non hanno vissuto l’ultima l’evoluzione nella danza. Da quel poco visto tramite video, in linea generale il movimento ci sembra rimasto fermo. Ma credo sia normale per chi non ha potuto vedere nulla dal vivo, né ascoltato i pareri della Commissione Tecnica. Essere esclusi per così tanto tempo è complicato. Specie in danza dove ogni anno c’è un’evoluzione importante, rispetto a Pechino 2022 sono cambiate tante cose”. 

Fusar Poli-Margaglio, Faiella-Scali, Cappelini-Lanotte, Guignard-Fabbri. Da praticamente 25 anni la catena della tradizione della danza non si è mai arrestata. Ai Campionati Italiani abbiamo visto un movimento in crescita con Manni-Roethlisberger, Dozzi-Papetti, Paolini-Tuba e ovviamente i vincitori del Grand Prix Junior Tali-LaFornara. Quanto tempo ci vuole affinché queste coppie possano raggiungere la top 5 europea?
Manni-Roethlisberger da quando hanno cambiato nazionalità si sono resi artefici di un discreto salto di qualità, ma lottano in un contesto molto competitivo in cui si fa fatica a passare il taglio per un Mondiale. Sono più giovani Dozzi-Papetti, che devono ancora arrivare al massimo delle potenzialità. Sono molto migliorati rispetto allo scorso anno Andrea Tuba e Giulia Polini; stanno lavorando bene, sono giovani. Non sappiamo se riusciranno a raggiungere la top 5 europea, è difficile, bisogna capire con il tempo. Ci sarà sicuramente un ricambio generazionale dopo le Olimpiadi, ma più al vertice, non sarà semplice. Con Tali-LaFornara il discorso è un po’ diverso, hanno potenziale per crescere, per far bene. Ma ci sono tanti fattori, il passaggio da Junior a Senior è sempre difficile, non è scontato; serve almeno un quadriennio per vederli arrivare in alto in campo europeo, di più per i Mondiali. Diciamo che un piccolo buco di continuità ci sarà, però se fino a qualche anno fa sembrava non esserci nessuno, adesso si vede un futuro un po’ più roseo“.

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