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Puppo: “Sinner può ancora alzare il livello. Quanto sta facendo sul cemento, non si era mai visto”

Nel consueto appuntamento quotidiano sul canale YouTube di OA Sport con TennisMania, condotto da Dario Puppo, il giornalista di Eurosport ha commentato l’esito delle semifinali degli Australian Open, con il successo di Jannik Sinner sullo statunitense Ben Shelton ed il ritiro del serbo Novak Djokovic nel match contro il tedesco Alexander Zverev.

Sinner ha vinto per tre set a zero nonostante un’ottima prestazione dell’avversario: “Ben Shelton ha giocato un grandissimo primo set, mi permetto addirittura di dire che forse dal set perso da Sinner contro Alcaraz nella finale di Pechino con quel tiebreak incredibile non vedevo un set giocato contro di lui in questa maniera, però lo ha perso. Bisogna anche rendersi conto che Sinner è andato 4-0 nel secondo set. Credo che debbano essere messe le cose nel giusto contesto: Shelton straordinario, forse il miglior Shelton che io abbia visto, anche rispetto a quello che ha battuto Sinner nel loro primo confronto, però a me sembra che Sinner possa alzare il livello ancora“.

I numeri non mentono: “Io credo che il gusto di continuare a seguire la carriera di Sinner ci sia a prescindere, però se ci sono questi avversari che crescono, diventa ancora più interessante, non c’è dubbio. Shelton, è giusto rimarcare i progressi che ha fatto, ma in questo grandioso primo set ha fatto un ace, e Sinner in risposta è stato una cosa devastante“.

Lo statunitense era arrivato a Melbourne in ottima condizione: “Dei giocatori che sono arrivati ai quarti di finale, secondo me Lorenzo Sonego insieme a Ben Shelton, probabilmente, sono i due giocatori che hanno dimostrato di avere la miglior condizione fisica in questo torneo“.

Sul ritiro di Djokovic contro Zverev: “Ho visto alcuni punti in cui Djokovic non andava, però era anche normale che non ci andasse, nella sua condizione. Due cose che mi hanno fatto pensare: lo sguardo di Murray quando si è ritirato, era incavolato sicuramente, perché non si aspettava una reazione del genere, e la faccia che ha fatto Zverev quando si è seduto e si è accorto che era in finale Slam, aveva avuto poco tempo lì per cercare di fare il ragionamento e quindi non aveva minimamente il sentore. Io credo che Djokovic abbia sbagliato una cosa in generale: lo ha già fatto in passato; quando è arrivato Alcaraz, ha cercato di cambiarsi un po’ fisicamente per diventare più muscoloso nella parte superiore del corpo per tirare più forte, poi ha avuto problemi fisici e quindi quel percorso lo aveva un po’ fermato. Adesso pare che voglia cercare di far camminare di più la palla, secondo me è sbagliato tutto questo, credo che sia più a rischio di infortuni, ancora di più“.

I numeri impressionanti di Sinner: “La cosa a cui ho pensato di più è che arriva a vincere il primo Slam alla prima finale, da lì praticamente inizia una sorta di giro folle sui tornei che si giocano sul cemento, perché ha vinto tre tornei Masters 1000, ha vinto gli US Open, e adesso ritorna ad una partita da vincere lì dove ha vinto il primo Slam, ed è alla terza finale di fila su quella superficie. L’unico che si può citare per le tre finali sul cemento di fila Slam è McEnroe, però perché è stato dominante allo US Open, perché in Australia non si giocava sul cemento, quindi è una cosa un po’ diversa. Qui si tratta di attraversare tutta la stagione, e quando ci sono questo tipo di tornei in sostanza non si gioca. Quello che è diverso rispetto anche ai tre grandi, ma non per fare un paragone, ma perché è così, è che il paragone di McEnroe ci sta anche per Nadal, quando ha cominciato a vincere al Roland Garros, era troppo forte, però era una piccola parte della stagione, poi faceva bene su tutto il rosso, ma era una piccola parte della stagione. Qui si sta parlando del cuore della stagione, e comunque sia, Djokovic ha vinto gli Australian Open, poi ha vinto anche dei Masters 1000, ma prima di tornare a vincere un altro Masters 1000 o un altro Slam su quella superficie ci ha messo un po’, anche perché c’erano gli altri due, non c’è dubbio. Alcaraz ha vinto gli US Open, e poi? Su quella superficie sto parlando. La cosa impressionante è proprio il dominio su questa superficie, e poi ci attacchi anche tranquillamente quella, che è corta, indoor. Ragazzi, questa cosa qui non s’è mai vista“.

Le chiavi della finale: “Secondo me la realtà è che Zverev deve servire da Dio, come non ha servito, perché appena si gioca lo scambio, di cosa stiamo parlando? Zverev la palla corta non la sa giocare come Alcaraz. È chiaro che Sinner deve fare il Sinner; se veramente ci fosse la necessità di cambiare, è solo se va sotto due set a zero, secondo me. Io non la vedo una cosa possibile per me: se è bravo, Zverev gli toglie un set“.

La finale femminile: “Più che su Sabalenka bisogna ragionare su Keys, secondo me. Le partite di Keys sono abbastanza simili, ci sono due situazioni: o ti asfalta, e non può essere con Sabalenka, oppure sono quelle partite un po’ su e giù, un set lo vince l’altra e poi si gira qualcosa e Keys è micidiale, però ha Sabalenka dall’altra parte, secondo me finisce in tre set. Io sono molto tentato di dire Keys, ma Sabalenka può fare qualcosa di straordinario, vincere tre titoli consecutivi in Australia e tre anche sul cemento, perché ha vinto anche l’Open degli Stati Uniti. Due cose su Keys: la condizione fisica, anche lei ha quella fasciatura alla gamba che può essere un limite forse quello, però è anche vero che con Sabalenka non c’è rischio di giocare scambi lunghi o anche la stessa partita non credo che sarà così lunga, e poi la motivazione, io penso che un talento così negli Stati Uniti, lasciando perdere le Williams, non è che lo si era tanto annunciato, ce ne sono state tante di giocatrici americane, ma con il talento, con quelle potenzialità di colpi no. A me dà la sensazione che sarà una partita al terzo. Io dico che la partita finisce in tre, non so dirvi chi vince, però è probabile che vinca Sabalenka, però in tre“.

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