L’inintelligibile “magia” della Tournèe dei 4 trampolini. La manifestazione continua a stupire, rendendosi unica ogni anno
La settantatreesima edizione della Tournée dei quattro trampolini è andata in archivio con il ritorno al successo di un austriaco, Daniel Tschofenig, il quale ha battuto in un triello sul filo del rasoio i connazionali Jan Hörl e Stefan Kraft. Al di là dell’esito della manifestazione, tra il 28 dicembre 2024 e il 6 gennaio 2025 si è capito viepiù perché essa ha un fascino ineguagliato e ineguagliabile.
L’evento è stato concepito a fine anni ’40, vedendo concretamente la luce con il giorno di Capodanno 1953. Sono passati 72 anni da allora e la formula, semplice e immediata, non è mai cambiata. “Se funziona, non aggiustarlo” dicono oltreoceano. Appunto, grazie a questa dinamica, qualsiasi Tournée è paragonabile a quelle precedenti e a quelle successive. Certo, qua e là ci sono stati eventi anomali, ma l’impalcatura di ogni edizione è identica a tutte le altre.
Il fatto di essere rapidamente entrata nella cultura di massa dei Paesi di lingua tedesca, diventando un’autentica tradizione nazionalpopolare legata alle feste natalizie, aiuta. La Tournée è una sorta di avvolgente coperta, associata a momenti di svago e letizia. Non va sottovalutata, questa caratterizzazione, che si sovrappone all’aspetto agonistico, rafforzandolo.
In tal senso, la grande qualità della Vierschanzentournee è quella di sapere sempre stupire, di saper presentare situazioni uniche anche dopo tre quarti di secolo di vita. Per esempio, lo scorso anno Ryoyu Kobayashi è diventato il primo a vincerla giungendo secondo in tutte le tappe. In questa stagione, si è invece arrivati alla vigilia del capolinea di Bischofshofen con tre saltatori racchiusi in 1,3 punti, il distacco più compatto di sempre fra i primi tre (il precedente primato, datato 1988-89, era 4,5).
Insomma, ogni volta che si pensa di “averle viste tutte”, la Tournée è in grado di presentare uno scenario inedito, continuando a sorprendere gli spettatori e ad affascinare. Forse, questo connotato fa parte dell’irrazionale e inintelligibile “magia” dell’appuntamento, garantendogli prosperità imperitura.
Con buona pace di tutti i tentativi di imitazione legati non solo al salto con gli sci. Molti di questi cloni sono già sorti e tramontati. Altre copie sono vivono tutt’ora, ma impallidiscono a fianco dell’originale, essendo giocoforza privi delle sue uniche e meravigliose caratteristiche.