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Tour de Ski: Klaebo, skiathlon per chiudere. Pellegrino per la complessa operazione podio, lotta tra le donne

Ci sono pochi e ben chiari motivi da mettere in luce per quel che riguarda l’oggi nel Tour de Ski. A due tappe dalla fine il quadro è chiaro: Johannes Hoesflot Klaebo può solo chiudere il discorso vittoria in Val di Fiemme (ammesso che questo sia ancora aperto) con lo skiathlon di scena sui 20 km che precedono il Cermis di domani. Per il podio, invece, ancora tutto da giocare. E tra le donne rimane viva la lotta a quattro per il successo, con un paio di distinguo.

Primo tema: Klaebo. Il suo più prossimo avversario in graduatoria è Edvin Anger: lo svedese ha oramai un ritardo di 1’35” nella generale, nella sprint ha dato molto meno del dovuto e si trova più a dover difendere il secondo posto che a poter tentare qualcosa che, in ogni caso, avrebbe dell’immensamente difficile. In sostanza, il fenomeno ventottenne di Oslo, all’apice della carriera, non ha quasi ostacoli verso il suo quarto Tour de Ski dopo quelli del 2019, 2022 e 2023.

Secondo tema: Pellegrino e la rincorsa al podio. Sembra essere tornata perlomeno una mezza possibilità di agganciarlo. Difficile, non impossibile, considerati i 43 secondi da Erik Valnes. Ci era andato vicino nel 2022, con il quarto posto a 23 secondi da Holund, e anche quest’anno gli uomini in grado di far meglio domani più che oggi (Krueger è uno) ci sono, ma resta la costanza di un uomo che, a 34 anni, è ancora lì a lottare con i migliori. Bisogna però dire che l’operazione è piuttosto complessa. Chicco di skiathlon ne ha affrontati quattro in vita sua, l’ultimo dei quali nel lontano 2016, e non si può dire che questo sia il maggiore dei suoi piaceri sugli sci.

Terzo tema: le donne. Qui le cose sono molto semplici: Astrid Oeyre Slind ha 8″ su Therese Johaug, 29″ su Kerttu Niskanen, 1′ su Jessie Diggins e, volendo, anche 1’27” su Heidi Weng. Se le due norvegesi di testa possono dirsi in aperta lotta, è chiaro che può sempre spuntare la finlandese, spesso in grado di dar fastidio già a Dobbiaco. E poi c’è ovviamente l’americana, che ha il compito di fare il più possibile per mantenere vive speranze sul Cermis, una salita che però l’ha vista spesso pagare sia da Weng che da Niskanen. Il che porta a credere che siamo solo all’inizio di una fase nella quale tutto può essere.

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