Santopadre: “Sinner da 10 in tutti gli aspetti, ma da 10 e lode in uno. Fonseca? Al n.1 arrivano in pochi…”
La stagione tennistica sta per tornare in maniera prepotente. La United Cup darà modo di far partire l’annata 2025, e uno dei protagonisti della stagione sarà Vincenzo Santopadre. Ormai chiuso il capitolo Berrettini, si dividerà tra Luca Van Assche, suo assistito da quasi un anno, e Lorenzo Sonego, entrando a far parte dello staff del torinese. Abbiamo parlato con lui della situazione e anche del movimento azzurro in generale.
Come sta Van Assche? Lo abbiamo visto con un problema alla coscia durante la semifinale con Fonseca alle Next Gen Finals.
“Fortunatamente era solo un po’ di affaticamento, sono state le prime partite dopo un po’ di tempo, perché comunque anche abbastanza lunghe e con scambi particolarmente intensi; poi ha caricato tanto e bene. Ha fatto una preparazione molto molto lunga e di cui siamo molto soddisfatti, senza nessun intoppo. Lo scorso anno ha avuto dei piccoli acciacchi, un po’ di pubalgia, quindi abbiamo avuto poco modo per caricare come fatto in questo mese. Ho visto un Luca differente rispetto a quello della stagione passata”.
Intanto però è arrivato il ko con Joao Fonseca, da molti considerato il ‘nuovo Sinner’. Lo hai visto da vicino, può arrivare davvero a grandi livelli?
“Sicuramente arriverà molto in alto. L’ho conosciuto, come il suo team. Ho visto come si allena, ma sarei cauto con i paragoni con Sinner. Da un certo punto di vista lo può ricordare, come la facilità di colpire la pallina con violenza, ma rimarrei comunque cauto. Poi magari farà una grandissima carriera e sarà in top 15 per sette anni, ma al numero 1 ci arrivano davvero in pochi”.
Il 2025 segnerà anche l’inizio della collaborazione con Lorenzo Sonego, mantenendo comunque il rapporto con Van Assche. Come si fa a bilanciare entrambi i compiti?
“Ho la fortuna di lavorare con due ragazzi come Lorenzo e Luca che sono molti intelligenti, chiarendo sin da subito il mio ruolo con loro e quali sono le priorità. Che rimane con Luca, ho un impegno importante con lui assieme a Paolo Canova che si è aggiunto al team. Con Sonego c’è una forte simpatia reciproca da anni, c’è fiducia ed empatia l’uno nell’altro già negli anni passati. Lorenzo è molto amico di Matteo (Berrettini, ndr), ci siamo sempre frequentati tanto, allenandoci e facendo tornei insieme.
C’è stata da parte sua questa richiesta di aggiungermi alla squadra e cercherò di farmi in quattro per soddisfare anche lui, sono sicuro di poter dare anche in parte il mio contributo, che non sarà pesante come quello di un allenatore, ma credo che lui possa cercare in me un po’ di mia esperienza; ho allenato Berrettini che è stato per anni in top 10 e Lorenzo ha bisogno di investire.
Penso che sia importante che un giocatore abbia voglia di migliorarsi, lui è rimasto al suo livello, nella stessa posizione, ma il fatto che cerchi nuove risorse la dice lunga sulla voglia di migliorarsi. Penso che solo con Lorenzo potessi intraprendere questa operazione, so che con lui si può fare un bel lavoro e ringrazio Luca per averlo concesso, io butterò il cuore oltre l’ostacolo”.
Ho letto un’intervista in cui dicevi che nel caso Van Assche e Sonego avessero giocato contro, saresti andato a vedere Berrettini.
“Fa sempre bene avere una via d’uscita (sorride, ndr). Però, se poi giocassero contro Cobolli e Berrettini… allora vado al cinema! (ride, ndr)”.
Torniamo seri, a proposito di questo. Sinner numero 1 al mondo, certo, ma si tende a dimenticare che in fondo tutto il nostro movimento è bello profondo.
“Il movimento generale sarebbe strepitoso a prescindere da Sinner. Ovvio che un movimento diventa dirompente quando c’è il fuoriclasse, un po’ come successe con Alberto Tomba nello sci o Federica Pellegrini nel nuoto. Insomma, quando c’è dalla tua parte il numero 1 probabilmente chiunque, anche chi non ha mai visto tennis, inizia ad avvicinarsi. Sono quelle persone capaci di trascinare tutti”.
Torniamo su Matteo, che finalmente ha avuto un anno discreto dopo due stagioni complicate.
“Anche questa per lui è stata un’annata complessa, a intermittenza. Ma è incredibile come non finisca mai di stupirci, avendo delle prestazioni medie di livello assoluto grazie ad una forza e ad una solidità mentale non indifferenti. Riesce a mantenersi saldo, nonostante tutte le vicissitudini e credo e spero che possa trovare quella continuità che può farlo giocare più sereno. Quando hai fiducia nel fatto che riesci a giocare con gli acciacchi come tutti ma senza particolari intoppi credo possa togliersi ancora più soddisfazioni di quante se ne sia tolte in quest’annata”.
2025, tiriamo la monetina: è l’anno di Matteo o di Lorenzo Musetti?
“Credo possano essere due annate differenti. Forse per Lorenzo può essere simbolicamente l’anno della consacrazione, ma per me lui è già un giocatore di gran livello, con i risultati che ha ottenuto. Forse Jannik ci fa perdere di vista le cose grandiose che ha fatto anche Musetti, che ha ampi margini di miglioramento e dunque potrebbe essere l’anno della consacrazione definitiva. Per Matteo sarà un anno completamente diverso, vista l’esperienza molto più ampia: mi auguro che per lui possa essere l’anno del ritorno definitivo ad alti livelli”.
Negli ultimi mesi il mondo del tennis è stato scosso dalle contaminazioni a Jannik Sinner e, in tono minore, ad Iga Swiatek. Penso che a questo punto ci sia una problematica.
“Vero, a volte puoi essere contaminato anche dalla carne che mangi quando vai in Sud America, perché potrebbe anche essere trattata, risultando positivo. Diventa troppo facile venire contaminati, e non so quale possa essere la soluzione. Ma sta diventando davvero facile cadere in queste cose. Sicuramente è una situazione molto sensibile, che coinvolge tutto lo sport ed i giocatori, che possono essere coinvolti in maniera rocambolesca in situazioni delicate”.
E tornando a Sinner, fa paura la sua forza mentale, avendo giocato per nove mesi con questa spada di Damocle addosso. Un mostro.
” ‘Mostro’ è la parola giusta. Jannik è 10 sotto tutti gli aspetti tecnici, tattici e fisici e 10 e lode sotto l’aspetto mentale: è grazie a questa mentalità che probabilmente è un fuoriclasse”.
Ultima domanda, tiriamo un’altra monetina: Sinner o Alcaraz? Vai per il ‘riscatto’ dell’iberico che tornerà predominante o Jannik potrà mettere un’altra pietra?
“Vado con Jannik”.