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Sci alpino, Federica Brignone l’inossidabile. La trentaquattrenne valdostana macina primati di anzianità e longevità

Nella giornata di sabato 28 dicembre, Federica Brignone ha ritoccato il primato di atleta più stagionata ad aver vinto una gara di Coppa del Mondo femminile. La valdostana, già fregiatasi di questo lodevole record a Sölden, ha primeggiato nuovamente a due mesi di distanza, salendo sul gradino più alto del podio nel gigante di Semmering alla veneranda età di 34 anni e 167 giorni.

La pietra miliare è significativa, poiché nell’arco della stagione corrente nelle discipline tecniche è stato stabilito il nuovo primato di anzianità legato a un podio in slalom. Lo scorso primo dicembre, a Killington, la svedese Anna Swenn-Larsson ha fatto meglio della connazionale Frida Hansdotter (precedente decana dei rapid gates), piazzandosi seconda all’età di 33 anni e 166 giorni.

Peraltro, Lena Dürr, seconda ieri a Semmering non è poi tanto più giovane, essendo venuta al mondo solo 47 giorni dopo la scandinava. L’impressione è che la nordica e la teutonica possano provare a strapparsi il primato a vicenda nel prossimo futuro. Peraltro, con una Brignone evergreen, è doveroso ampliare lo sguardo alle discipline veloci.

Se si parla di Super-G, Federica ha già “in canna” la possibilità di diventare la più navigata vincitrice di sempre (il record è detenuto da Elisabeth Görgl, che però ha primeggiato per l’ultima volta prima dei 34 anni). Servirà, viceversa, attendere eventualmente il 2025-26 per artigliare il primato legato al podio (detenuto da Alexandra Meissnitzer).

Ci sarebbe anche l’ambito discesa libera, ma è un settore dove Brignone non ha ancora vinto ed è arrivata sul piedistallo più ambito dello sport “solo” 7 volte. Tra molte virgolette, sia chiaro, perché la cifra è ragguardevole, ma resta chiaramente inferiore ai 38 podi in Gigante e ai 20 in Super-G, terreni decisamente più fertili per l’inossidabile valdostana.

Peraltro, alla luce dell’aver scomodato la discesa, non va dimenticato come tutti i discorsi fatti sinora potrebbero finire a “Carte 48”. Anzi, a “Carte 84”, invertendo le due cifre in onore di chi, venuta al mondo appunto nel 1984, è recentemente tornata in attività e potrebbe mettere tutte d’accordo in termini di longevità agonistica

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