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Jannik Sinner, ancora Taylor Fritz per la storia alle ATP Finals. Il numero 1 a caccia della prima volta

Un anno dopo, ritorna l’appuntamento con la storia per Jannik Sinner. Un altro, dopo i tantissimi avuti quest’anno. Il numero 1 del mondo ritrova Taylor Fritz, già affrontato e battuto nella fase a gironi nel match meno facile di tutti, pur chiuso in due set. Quello che accade oggi tra l’italiano e l’americano non è un fatto unico, anzi è abbastanza frequente che le finali di quello che un tempo era noto come il Masters siano incontri già visti nella fase a gironi. Tutto “merito” della particolarità del torneo dei migliori otto, con il round robin che nel tennis è fondamentalmente un’anomalia.

Dopo la finale persa nel 2023 contro Novak Djokovic, anzi una delle più impressionanti versioni del serbo mai viste, per Sinner adesso c’è la possibilità di giocarsi l’ultimo atto da favorito, e di nuovo con la spinta dell’Inalpi Arena di Torino, che ha ormai abituato al coro “Olè, olè olè olè, Sinner, Sinner” a ogni conclusione di match. Un calore, quello del capoluogo torinese, che alle 18:00 sarà più forte che mai, perché da qualunque parte la si veda mai un italiano era stato così vicino a conquistare il torneo dei migliori otto.

Jannik ha la possibilità di mettere a segno un colpo che va molto al di là del clamoroso: diventare il primo uomo dal 1986 non soltanto a vincere, ma a farlo, qualora ne fosse in grado, senza mai perdere un set nel torneo. L’ultimo a riuscirci fu Ivan Lendl, il cui dato va rimarcato fortemente in quanto, ai tempi, le finali erano al meglio dei tre set su cinque (abolite dal 2008 compreso in avanti). Fino ad ora il percorso dell’azzurro non solo è stato praticamente impeccabile, ma ha vissuto un picco da lancio di segnale enorme nella forma di una semifinale dominata, lasciando appena tre game al norvegese Casper Ruud.

Dall’altra parte, per Fritz, dopo un girone nel quale gli è bastato battere l’australiano Alex de Minaur e il russo Daniil Medvedev per entrare in semifinale, resta da capire quanto inciderà l’altalena di emozioni con Alexander Zverev. Vero è che è la terza volta che ha superato il tedesco tra Wimbledon, US Open e Finals, ed altrettanto vero è che ciò significa che siamo di fronte a un giocatore che ha acquisito totalmente uno status da top player con sicurezze che, fino a un paio d’anni fa, non aveva. Chiuderà l’anno da numero 4 del mondo, primo a finire nei migliori quattro dall’epoca di Andy Roddick in quota USA.

Per Sinner, che ieri ha colto una delle vittorie più poderose a livello di semifinale delle Finals nella storia (pari a Sampras-Andrei Medvedev del 1993, più pesanti il 6-0 6-0 di Federer a Gaudio nel 2005 e i 6-1 6-1 di McEnroe a Wilander nel 1984 e di Djokovic a Nishikori nel 2016), può anche esserci l’obiettivo di arrivare a quota 70 vittorie in stagione, sorpassando definitivamente Zverev in questa particolare classifica, ma con un rilevante dettaglio. Il tedesco, infatti, quest’anno di partite ne ha perse 21, Jannik appena 6, almeno finora. Con il ruolo di settimo più giovane a disputare due finali consecutive alle Finals, il numero 1 del mondo punta dritto verso un pezzo di storia ormai atteso da milioni e milioni di italiani, sempre più attenti e vicini alle sue gesta.

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