Taylor Fritz contro il coaching libero: “Dobbiamo vedercela da soli. È uno sport tanto mentale quanto fisico”
Taylor Fritz si prepara a scendere in campo questa sera all’Inalpi Arena di Torino contro il padrone di casa e numero uno al mondo Jannik Sinner, nel secondo incontro di round robin alle ATP Finals 2024. Si tratta di uno scontro diretto per il primo posto nel girone (entrambi hanno vinto al debutto) e della riedizione dell’ultima finale degli US Open, vinta dall’azzurro in tre set.
L’americano, dopo aver battuto due giorni fa Daniil Medvedev, ha ribadito la sua posizione contraria alla liberalizzazione del coaching nel tennis: “Uno degli aspetti che lo rendono uno sport così unico è proprio il fatto di essere genuinamente tanto mentale quanto fisico. I giocatori devono vedersela da soli, devono riuscire a definire da soli le strategie è una componente chiave del successo. In campo, fai cose diverse per adattarti all’avversario. E non voglio un coach che dica a qualcuno cosa fare. Quando non stai giocando a volte vedi le cose diversamente. Credo che l’uno contro uno, il fatto di giocare uno contro l’altro e affrontare anche la battaglia mentale con l’avversario, sia una gran parte del gioco e in tanti non lo capiscono“.
“Devi arrivare al massimo livello per capire quanta strategia ci sia. E secondo me, anche questa è una cosa che dovrebbe rimanere tra i due giocatori: quali strategie usare, quali decisioni prendere anche sotto pressione, è una parte importante come servire o colpire un diritto. E sarebbe folle che qualcuno entri in campo e si metta a servire al posto tuo. Allora perché qualcuno dovrebbe dirti cosa fare? Credo che in larga misura abbiano introdotto questa modifica perché in tanti aggiravano il divieto di coaching. Secondo me ci vorrebbero i microfoni nei box dei giocatori e qualcuno che controlli cosa dicano gli allenatori e sia molto severo se qualcuno andasse oltre l’incoraggiamento“, ha detto il numero 5 al mondo.
Sul fatto di aver capito cosa non ha funzionato nelle sue ultime sconfitte con Sinner o Alcaraz: “Non posso dire tanto perché rivelerei cosa mi dà fastidio del loro tennis quando giocano contro di me. Di solito, quando perdo partite così una risposta standard è che avrei potuto servire meglio. Ma ci sono aspetti più profondi nella costruzione del punto, certi colpi negli scambi che mi creano più problemi e che devo gestire meglio e sto lavorando su qualcosa che mi aiuta in queste situazioni“.