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ATP Vienna 2024: Dominic Thiem al passo d’addio nella sua terra. Quintetto d’azzurri al via nella capitale austriaca

Si ricomincerà lunedì alla Wiener Stadthalle di Vienna per l’edizione del cinquantenario di uno dei tornei più famosi del panorama indoor. E l’ATP 500 viennese è anche uno dei pochissimi, in questo senso, a essersi giocato sempre nello stesso luogo, dal momento che la Stadthalle c’era già nel 1974 ed è rimasta lì tra i suoi rinnovamenti, l’ultimo dei quali (almeno tra i maggiori) è arrivato nel 2006 con l’aggiunta della Hall F.

A livello tennistico, qui hanno vinto davvero tanti nomi di primo piano. Il primo vincitore è stato Vitas Gerulaitis, del quale è recentemente trascorso il trentennale di una morte assurda. Nel complesso il più prolifico qui è stato Brian Gottfried, 4 successi tra 1977 e 1983. Ampia la carrellata di campioni Slam che qui ha trionfato: in particolare, si ricordano le due vittorie di Roger Federer (prima che Vienna e Basilea collidessero, con logica conseguenza per la sua città natale) e Andy Murray. Ce n’è una anche per Novak Djokovic. Rafael Nadal qui non ha mai messo piede.

L’anno scorso questo è stato il teatro della prima vittoria di un giocatore italiano: si è trattato di Jannik Sinner, giunto là dove non erano riusciti ad arrivare Gianluca Pozzi nel 1992 e Lorenzo Sonego nel 2020. L’altoatesino quest’anno non c’è, anche in virtù dei suoi noti cambiamenti di programmazione, ma rimane molto ampia la partecipazione italiana. Cinque gli azzurri in main draw, con Matteo Berrettini che, assieme a Sonego, ha i migliori ricordi da queste parti vista la semifinale del 2019 persa contro Dominic Thiem, sul quale torneremo.

Tabellone ATP Vienna 2024: subito derby Sonego-Musetti, Darderi per l’ultimo ballo di Thiem

Proprio Sonego si ritrova a giocare il derby con Lorenzo Musetti, in una fase di stagione non facilissima per nessuno dei due. Il toscano, tolta la finale a Chengdu, dopo l’accoppiata stagione su erba-Olimpiadi non è ancora riuscito a ritrovare quel picco di forma, mentre più in generale la stagione del torinese è stata opaca, se si eccettua l’acuto a Winston-Salem. Quanto a Berrettini, che grazie allo sponsor Red Bull ha potuto giocare venerdì una mini-esibizione con Alexander Zverev, il numero 1 del seeding (ma non necessariamente così favorito sul resto del lotto), la strada si può prestare a varie interpretazioni: un qualificato al primo turno, Frances Tiafoe (USA) al secondo. Gioca anche Flavio Cobolli, che può aspirare almeno al secondo turno a patto di battere lo spagnolo Alejandro Davidovich Fokina.

E poi c’è Luciano Darderi, che finisce in un capitolo a parte perché pesca Dominic Thiem. L’austriaco qui è uno dei soli tre ad aver vinto in patria (con Horst Skoff, che nel 1988 batté in finale Thomas Muster mai riuscito a imporsi, e Jurgen Melzer, che trionfò due volte nel 2009 e 2010). Ma, soprattutto, è l’uomo che si pone all’ultimo atto di una carriera che lo ha visto raccogliere forse meno di quanto avrebbe potuto. E si sta parlando di un campione Slam, uno che sulla terra avrebbe potuto dominare per qualche anno se non fosse esistito (ancora) Nadal. I guai al polso non gli hanno più consentito di essere competitivo come avrebbe voluto, e da qui passano le ragioni di un ritiro che arriva a 31 anni.

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