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McLaren può spezzare l’astinenza iridata con “i fatidici 16 anni”, soglia fatale o di rinascita nella storia della F1

Si è già spiegato come, in caso di vittoria di almeno un titolo iridato, la McLaren realizzerebbe un’impresa senza precedenti de facto nella storia della Formula 1. Ebbene, se quel trionfo dovesse verificarsi nell’ambito dei costruttori, ci troveremmo di fronte a un doppio accadimento epocale, perché il Team di Woking non si impone nella classifica riservata alle squadre da ben 26 anni.

L’ultimo successo risale addirittura al 1998. Nel 1999, Mika Häkkinen vinse tra i piloti, ma tra le Scuderie la spuntò la Ferrari, grazie a una superiore costanza. Dal 2000 al 2006 la McLaren è stata sovente in contesa per i titoli, uscendo però sempre sconfitta. Poi, nel 2007, pur marcando più punti di tutti gli altri, il Team di Woking fu escluso dalla graduatoria assoluta  come sanzione per l’incresciosa “Spy Story” nei confronti della Ferrari.

Quindi, nel 2008, si ripeté la stessa situazione del 1999 (Lewis Hamilton festeggiò il titolo, ma tra i costruttori vinse la Ferrari). A seguire, in casa McLaren ci sono state un paio di campagne iridate perdenti (2010 e 2012) a cui ha fatto seguito l’acuta crisi dalla quale la blasonata squadra è uscita solo di recente.

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Ebbene, imporsi nel Mondiale costruttori significherebbe rinascere appieno, tornando al successo dopo un digiuno senza precedenti nella storia del Circus. Ventisei anni sono un’eternità, anzi sono sempre stati una condanna. Se si imbocca la parabola discendente, si rischia di non venirne più fuori. Parliamoci chiaro, se la struttura di proprietà di Zak Brown e diretta da Andrea Stella dovesse chiudere il cerchio, “alzerebbe l’asticella” di un decennio!

La Ferrari a un certo punto rischiò grosso. Però, dopo aver sfiorato lo sfacelo a inizio anni ’90, subito dopo la scomparsa del Drake, seppe riorganizzarsi, tornando al successo pieno dopo 16 anni (1983-1999). Guarda a caso, sono trascorsi proprio 16 anni dal 2008 a oggi, ovverosia dall’ultima stagione in cui Maranello e Woking si fregiarono, appunto, di un titolo.

I fatidici 16 anni, verrebbe da dire, poiché si tratta del tempo intercorso tra l’ultimo iride della Lotus (1978) e la sua sparizione (1994). Parliamo di un team estremamente blasonato, il primo vero grande rivale del Cavallino Rampante. La Lotus, però, non sopravvisse al proprio declino. Al giorno d’oggi sarebbe verosimilmente stata salvata, magari facendo la fine della Williams, ma tre decenni orsono funzionava tutto in maniera diversa.

McLaren appare dunque avviata alla resurrezione proprio in sincronia con la Ferrari di un quarto di secolo fa, fermo restando come – nell’ambito del Mondiale costruttori – si andrebbe oltre ogni precedente digiuno. In un certo senso, sarebbe un segnale d’incoraggiamento per chiunque, Maranello compresa. D’altronde, a meno di miracoli, anche questa stagione andrà “in bianco”…

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