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F1, il problema della McLaren si chiama Norris? Potenziale non sfruttato, e Piastri fa un favore a Verstappen…

La McLaren chiude il Gran Premio d’Italia con un risultato complessivamente deludente. Può sembrare un paradosso, ma arrivare al secondo e terzo posto dopo aver monopolizzato la prima fila, facendosi portare a scuola per l’ennesima volta dal punto di vista strategico, lascia l’amaro in bocca.

Peraltro, a Woking già pregustavano il sorpasso sulla Red Bull nel Mondiale costruttori. Invece, si ritrovano ancora dietro di 8 punti. Quantomeno ne hanno recuperati 22 al Drink Team, abbattendo il ritardo dall’ormai ex potenza egemone della F1. Al contempo, però, il margine sulla ringalluzzita Ferrari è di 31 lunghezze. Poche, considerando come manchino ancora otto GP al termine dell’annata agonistica.

Si può discutere a lungo sulla decisione di restare sulle due soste, ma solo gli ingegneri possono sapere se la MCL38 avrebbe potuto rivaleggiare con la SF-24 relativamente alla preservazione degli pneumatici, impostando la gara sulla sosta singola come hanno fatto a Maranello. Difficile dirlo, a naso sembrerebbe che non vi fossero alternative al doppio pit-stop.

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Di certo, Lando Norris ha vissuto una giornata negativa, vedendo nebulizzarsi per l’ennesima volta il vantaggio conferito dalla pole position. Il britannico, perfetto in Olanda, oggi ha vissuto una giornata nera, facendosi “uccellare” dal compagno di squadra Oscar Piastri nel giro iniziale, vedendosi poi successivamente sovrastato nelle prestazioni dall’australiano.

In questo modo, un Verstappen in affanno ha ceduto solamente 8 punti all’inglese, tanti quanti ne aveva lasciati sul piatto a Zandvoort. Il vantaggio dell’olandese resta di 62 lunghezze. Non è un ritardo esagerato nell’ottica di una potenziale rimonta, ma il distacco è comunque forte.

Al riguardo, ultimamente Lando sta concedendo qualcosa e non può permetterselo. La McLaren è diventata superiore alla Red Bull, da Imola in poi Woking ha raccolto 107 punti in più di Milton Keynes, ma Verstappen ne ha comunque marcati 9 più di Norris.

Sono più i meriti dell’olandese, o i demeriti dell’inglese? Di sicuro uno è abituato a lottare per l’Iride (la contesa con Lewis Hamilton, nel 2021, è stata feroce). L’altro, per quanto talentuoso, è alla prima esperienza in tal senso. Forse deve ancora forgiare la tempra necessaria a resistere in habitat caldissimi. Quella che Super Max ha già saputo sviluppare nel recente passato, sfruttando appieno il potenziale a disposizione.

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