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Ambesi difende Sinner: “Aberrante dire che la legge non è uguale per tutti. Combattiamo la cultura del sospetto”

Nella notte italiana si è conclusa la prima giornata di main draw degli US Open 2024, ultimo Slam della stagione, ma continua inevitabilmente a tenere banco la vicenda doping che ha coinvolto il numero 1 al mondo Jannik Sinner (che debutterà oggi a New York contro McDonald). Di questo e di tanto altro si è parlato nell’ultima puntata di TennisMania Speciale US Open, trasmissione condotta da Dario Puppo (giornalista e telecronista di Eurosport) e visibile sul canale Youtube di OA Sport, con ospiti Guido Monaco (commentatore tecnico di Eurosport) e Massimiliano Ambesi (giornalista e commentatore di Eurosport).

Il tema è delicato e complicato. Col Trofodermin ho a che fare da 20 anni, so benissimo cosa sia e cosa possa dare in più oltre a tante dinamiche legate all’assunzione della sostanza. Sono stato anche coinvolto come consulente in vari processi legati al doping. Credo che in questo caso sia stata persa un’occasione per capire tante dinamiche legate all’universo doping. Dire che le regole non sono uguali per tutti è assolutamente aberrante. Le regole sono le medesime per ciascuno. Il problema è conoscere queste regole. L’intervento migliore in questi dieci giorni è stato fatto da Vincenzo Santopadre, ex tecnico di Berrettini, che ha contestualizzato al meglio la situazione dicendo che tennisti e allenatori non conoscono le regole perché sottovalutano i problemi. Le regole sono oggettivamente uguali per tutti. Poi, come avviene nella vita comune ed in qualsiasi giudizio ordinario, c’è chi ha più mezzi e chi meno. C’è che si può permettere gli avvocati a cinque zeri e chi no, però il giudice non decide in base alla parcella che viene pagata all’avvocato. Ne sto leggendo di ogni tipo e sono sbigottito, provo una grande amarezza“, le parole di Ambesi.

Sui motivi che hanno portato all’assoluzione di Sinner:Quando si parla di condotta dopante o contro le norme antidoping, si deve sempre fare riferimento a colpa e negligenza. Sinner ha dimostrato che nel suo caso non c’erano né colpa né negligenza. In tanti hanno scomodato Johaug, che per me è innocente, però è stata squalificata per 18 mesi. La differenza tra i due casi sta nel fatto che la norvegese ha preso in mano il flaconcino di Trofodermin con sopra un bollino recante la scritta “sostanza dopante”. Lei ha utilizzato il Trofodermin, Sinner non sapeva neanche cosa fosse. Comunque non basta l’assenza di colpa e negligenza, altrimenti un dottore potrebbe iniettarmi qualsiasi cosa a mia insaputa, risulto positivo e quindi ho la scusa. Non funziona così. È stata valutata la presenza del Clostebol nelle urine di Sinner e sostanzialmente era una quantità impercettibile. I tennisti inoltre vengono sottoposti a numerosi controlli, come tutti gli sportivi di alto livello. Nei controlli precedenti nulla lasciava pensare che Sinner avesse utilizzato qualcosa contra legem. Esiste poi un passaporto biologico che può essere consultato, e da lì non emergeva alcun tipo di alterazione relativa ai dati di Sinner. Il giudice quindi, avvalendosi dei migliori consulenti su piazza, che non vengono via gratis, ha maturato la decisione di non colpevolezza“.

Chiunque si occupi di doping a vario titolo, di fronte a questa vicenda, ha semplicemente detto che tutto si è svolto nel rispetto della legge. Non è avvenuto nulla di strano. Sinner non è un atleta dopato e non c’è motivo di pensare che lo sia. Il problema è un altro. C’è chi può avere dei mezzi e chi meno, ma questo fa parte di ogni campo della vita. Dove sbagliano però Kyrgios e gli altri? Nel dire che ci sono trattamenti diversi in base allo status dell’atleta. Non è così. Sinner, conoscendo le regole e avendo avuto la fortuna di risalire al problema che ha causato tutto questo polverone, ha fatto ricorso contro la sospensione che scatta in automatico quando risulti positivo ad un controllo. Tutti però hanno la facoltà di ricorrere. Lui ha avuto la fortuna di capire quale fosse il problema, quindi il tribunale indipendente ha serenamente stabilito che non ci fosse né colpa né negligenza nella condotta di Sinner. La sospensione di conseguenza è stata revocata, per cui ha potuto giocare”, spiega il giornalista di Eurosport.

“Quello che mi ha stupito è il totale silenzio sulla vicenda, perché gli spifferi ci sono in un modo o nell’altro. Nulla è trapelato. Tutto dovrebbe essere gestito così, perché fino a prova contraria si è tutti innocenti. Dobbiamo combattere sempre e comunque la cultura del sospetto nello sport quando si parla di doping. Il fatto che nulla sia trapelato fino a sentenza credo sia un segnale positivo, tutte le vicende legate al doping dovrebbero essere gestite così perché nessun atleta dovrebbe essere sottoposto ad una gogna mediatica senza potersi difendere in totale serenità. Da questo punto di vista, il caso Sinner è da esempio”, aggiunge Ambesi.

VIDEO: LA PUNTATA COMPLETA DI TENNISMANIA

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