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Calcio femminile: caos Canada alle Olimpiadi. Allenatrice assente nel match inaugurale: c’è uno spionaggio

Calcio femminile: caos Canada alle Olimpiadi. Allenatrice assente nel match inaugurale: c’è uno spionaggio

Comincia in modo decisamente tumultuoso l’avventura della Nazionale canadese di calcio femminile alle Olimpiadi di Parigi 2024. A poche ore dal fischio d’inizio contro la Nuova Zelanda, il team oro a Tokyo 2020 dovrà fare a meno di due membri dello staff tecnico, che sono stati già espulsi, oltre che dell’allenatrice Bev Priestman. Il motivo riguarda uno spionaggio certificato ai danni proprio delle avversarie oceaniche. 

Ma cosa è successo? Nella giornata di ieri, mercoledì 24 luglio, il Comitato Olimpico canadese ha riferito che un componente della squadra di calcio femminile è stato condannato dalle autorità locali per aver fatto volare un drone sopra la struttura di allenamento occupata dalla Nuova Zelanda. La denuncia è scattata grazie alle ripetute segnalazioni delle neozelandesi. L’autore materiale del fatto, Joseph Lombardi, fa parte del roster nordamericano pur non essendo in possesso del pass ufficiale per i Giochi, ed ha ammesso di aver utilizzato lo strumento per captare le tattiche delle rivali. 

Il Pubblico Ministero che si è occupato del caso, David Charmatz, ha inoltre rilevato che lo stesso Lombardi aveva già fatto volare il drone in un’altra zona in precedenza, ma stavolta sopra uno stadio. Oltre alla condanna, inflitta per otto mesi, è avvenuto anche il sequestro del dispositivo.

Dura la risposta del Comitato Olimpico canadese, il quale ha deciso di rispedire a casa anche la vice allenatrice della squadra Jasmine Mander, su cui pesa l’accusa di spionaggio, malgrado la diretta interessata abbia negato un suo coinvolgimento nell’operazione. La coach Bev Priestman, pur non ricevendo alcuna sanzione, si è comunque assunta la responsabilità di quanto successo decidendo di non sedersi in panchina per il match pianificato alle 17:00 di oggi: “Anche se non ho diretto personalmente le azioni delle persone coinvolte, in qualità di capo allenatore, sono responsabile del comportamento della squadra. Mi scuso con le giocatrici e lo staff della Nuova Zelanda. Questa situazione non riflette i valori che sosteniamo”, ha detto la coach. 

Un vero e proprio macigno ha dunque colpito una squadra canadese che avrà il tutt’altro che semplice compito di difendere il metallo più pregiato conquistato tre anni fa con un clima di tensione. In tal senso è intervenuto il difensore Vanessa Gilles: “Ovviamente, non è l’ideale partecipare ad un torneo così importante in queste circostanze. Tuttavia siamo professioniste e ci impegniamo a fare del nostro meglio. Ci sosterremo a vicenda e ci concentreremo sulla partita”.

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