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Fede&Fede, uniti dall'oro divisi solo da due vocali

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Livigno - Lavoro al mattino, lei in piscina, lui sull'anello di neve appena aperto per i fondisti, mezzogiorno di sole assieme, con lui a non farsi problemi nel dire di non invidiare le piastrelle che fanno da sfondo agli allenamenti di lei e lei ad ammettere di preferire mille volte le piscine outdoor, ma di continuare ad amare, dentro o fuori che sia, il suo nuoto fatto di vasche avanti e indietro, di cloro e di fatica. Ad unire per un giorno lei e lui, i Federichi dello sport italiano che solo una vocale differenzia nel cognome, è stata Livigno, la stazione dell'Alta Valtellina che da tre anni ospita la Pellegrini e gli altri nuotatori azzurri nel centro Aquagranda e che in questi giorni Pellegrino ha scelto per rifinire la preparazione in vista dell'imminente stagione olimpica.Fede & Fede, campioni del mondo di sport tanto diversi come ambiente ma anche, parole dell'allenatore di lei Matteo Giunta, «tanto simili per la fatica fisica che richiedono nella preparazione, perché i risultati nel nuoto e nel fondo si ottengono solo senza scorciatoie», si sono trovati e si sono promessi di provare, un giorno, a scambiarsi di ruolo. «Vedo molto meno problematico e pericoloso il suo buttarsi in piscina piuttosto che il mio mettermi sugli sci, l'ho fatto da bambina 20 anni fa, ma ora non posso permettermi alcun rischio», dice Federica. Quindi piedi in terra, anzi in acqua, e lezione sugli sci rimandata. Sono tanti gli spunti e gli argomenti di giornata, a lei si chiede se conosce qualche campione della neve («sono piuttosto ignorante in materia, ma sì, i più famosi li conosco di nome, Tomba, che è una leggenda, anche di persona e no, non farei come la Vonn che chiede di gareggiare contro gli uomini»), a lui se spera di essere portabandiera all'Olimpiade (proprio oggi si conoscerà la scelta del Coni), onore toccato a Federica ai Giochi di Rio 2016. «Mi piacerebbe, ovvio, ma non credo di essere il candidato giusto, la bandiera deve portarla chi ha già vinto medaglie olimpiche, io semmai mi candido per portare il tricolore alla cerimonia di chiusura, con al collo qualcosa di importante».Chicco punta molto sui prossimi Giochi e non lo nasconde, Kikka invece conferma di aver chiuso con i 200 stile libero («dopo l'oro di Budapest ho raggiunto la pace dei sensi») e di aver virato decisa verso la velocità «una nuova sfida, un lavoro diverso che mi stimola molto». Fede & Fede: che bell'incontro!
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