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I big in vista di Roma e del Roland Garros: tutti alle prese con infortuni tranne… il solito Djokovic-

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La parentesi europea sul rosso è oramai iniziata da più di un mese e qualche sorpresa (o meglio dire, rientro) l’abbiamo già potuta osservare. Torna la terra, tornano i terraioli. Su tutti Stefanos Tsitsipas e Casper Ruud, campioni uno a Montecarlo e l’altro a Barcellona con successi in finale proprio contro… Casper Ruud e Stefanos Tsitsipas. Al momento è ancora in corso il Mutua Madrid Open e i quattro nomi rimasti in lizza per il titolo sono quelli di Felix Auger-Aliassime, Jiri Lehecka, Taylor Fritz e Andrey Rublev. E allora la domanda sorge spontanea: ma i big che fine hanno fatto?

A Madrid, tutti fuori ai quarti. Tutti, tranne Novak Djokovic che non si vede dalla semifinale persa al Principato contro Ruud. Tutti, con un problema fisico a cui pensare. Escluso il serbo.

Jannik Sinner sembra stia pagando i ritmi intensi tenuti da inizio anno. Dopo la parentesi monegasca l’altoatesino ha detto di aver lavorato molto a livello fisico per arrivare preparato agli Internazionali d’Italia e al Roland Garros. “Vado a Madrid sperando di giocare qualche partita” aveva fatto sapere l’azzurro in vista del secondo 1000 dell’anno su terra battuta. E così è stato alla fine. Lorenzo Sonego, Pavel Kotov e Karen Khachanov sono state le sue tre vittime nel torneo madrileno, terminato però in anticipo a causa del fastidio all’anca che negli ultimi match stava iniziando a diventare sempre più insistente. Ritiratosi quindi prima di scendere in campo contro Auger-Aliassime, Jannik ha creato e sta creando tutt’ora parecchi dubbi sulla sua condizione fisica che potrebbe ostacolarlo nei prossimi tornei sul rosso. Per lui, i più importanti.

Anche Carlos Alcaraz non se la passa di certo bene. Prima il forfait a Montecarlo, poi quello a Barcellona e, infine, quello per gli Internazionali d’Italia, dopo l’esperienza a Madrid conclusa per mano di Andrey Rublev. “A ogni dritto penso all’avambraccio” ha fatto sapere il murciano al termine della partita con il russo. Un problema, il suo, che sembra condizionarlo molto sul rettangolo da gioco e che lo costringe a non poter giocare né a mente libera, né tantomeno a braccio sciolto. Dovrà riposare per cercare di eliminare il problema in vista del Roland Garros, a cui arriverà con pochissimi match giocati sulla terra battuta.

Ancor più fresca è la notizia che riguarda il numero 4 al mondo, Danil Medvedev. Il russo, opposto a Lehecka ai quarti di finale in quel di Madrid, ha alzato bandiera bianca a fine primo set. “All’improvviso ho sentito il mio fianco bloccarsi” ha affermato Meddy in conferenza stampa dopo il match con il ceco. “Roma è a rischio”.

Molti tornei importanti a cui doversi affacciare significa tanto allenamento da dover mettere sulle gambe in vista di questi numerosi appuntamenti consecutivi. Settimana dopo settimana, con cambi di luogo, di superficie e di clima. Sempre cercando di rimanere al top della forma. Ecco, infatti, che a un certo punto il corpo presenta il conto di queste fatiche.

Sempre se non hai quasi 37 anni e non ti chiami Novak Djokovic. Il serbo, ancora numero 1 al mondo almeno fino al Roland Garros, sembra quindi il più fresco per gli impegni imminenti. La sua programmazione ormai racchiude pochissimi tornei e questo fa sì che possa dedicarsi maggiormente all’allenamento e alla preparazione senza sforzi eccessivi. Con i tre dietro di lui nel ranking piuttosto barcollanti e a una manciata di giorni dal 1000 su rosso che gli ha dato più soddisfazioni in carriera (6 titoli a Roma per il 24 volte campione Slam) il nome di Djokovic, già enorme di suo, diventa ancora più pauroso in una stagione che fino a questo momento non lo ha ancora visto sollevare alcun trofeo. E quando è così, il passato insegna che sono dolori per i suoi avversari.

Tutto, però, è chiaramente molto incerto. Non si sa né la qualità del tennis di Djokovic in questo periodo, né come potranno recuperare Sinner, Alcaraz e Medvedev. Alcuni nomi come Tsitsipas, Ruud, Rublev, Zverev e Rune sono comunque sempre molto pericolosi, ma così tanto da poter impensierire Nole nel 3 su 5 a Parigi? Può darsi, ma dipende quale versione del serbo ci attenderà al varco nei prossimi appuntamenti. Se quella vista a Montecarlo un mese fa oppure una migliore, più fresca e allo stesso tempo più classica del campione che conosciamo (difficile pensare a un Djokovic che non riesca a mantenere almeno il livello raggiunto nel Principato). A Roma potremo avere un assaggio, a Parigi ci sarà il compito in classe. E Novak sta studiando da più di un mese.

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