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Tennis, Jannik Sinner inizia la preparazione. Prossimi obiettivi: ATP Cup e Australian Open

Jannik Sinner è il numero 10 delle classifiche mondiali. Questo il verdetto della graduatoria ATP che decreta la fine del suo anno, o meglio che l’ha fatto subito dopo le ATP Finals, visto il valore nullo in questo senso della Coppa Davis, che pure lo ha portato a vincere tre ulteriori partite in modi sempre differenti e a portarlo a confronto anche con i migliori del doppio.

Il 2022 stavolta si sa per certo come inizierà: dall’ATP Cup. L’ha affermato lui stesso, proprio alla fine delle fatiche di Davis, in conferenza stampa. Ne ha diritto, del resto: è numero 2 d’Italia, l’ATP Cup si basa sulla classifica invece che su un sistema di convocazioni, e dunque funziona esattamente come un normale torneo del circuito maggiore, se non per la particolarità del format. Al suo fianco ci dovrebbe essere Matteo Berrettini, qualora il romano si fosse ripreso dall’infortunio che lo ha costretto a finire nel modo peggiore l’annata.

Poi gli Australian Open: un torneo, questo, nel quale può fare, se non incetta di punti, quantomeno un’opera di incameramento di quelli che non ha potuto incassare nel 2021, dove avrebbe probabilmente vinto con il canadese Denis Shapovalov senza i difetti di una programmazione modificata per le donne, ma non per gli uomini in termini di riposo tra un torneo finito domenica e una parte di tabellone che doveva giocare di lunedì.

Si sa anche qualcosa della programmazione più lontana dell’altoatesino: è già stato annunciato a Marsiglia, uno dei tornei della tradizionale stagione indoor. Intanto, però, si starà forse godendo qualche giorno lontano dal tennis, utile per poi ricominciare a mettere benzina in un corpo che, volente o nolente, dovrà trasferirsi in Australia entro il 27 dicembre. In molti si aspettano tanto da lui, un risultato pari o superiore ai quarti del Roland Garros 2020, i quarti di finale, in uno Slam.

Ma per questo ci sarà tempo: bisogna pensare partita dopo partita, ricordando sempre che, pur essendo 10 del mondo, è ancora all’interno di quel range di 150 incontri di cui Riccardo Piatti sempre ha parlato e che mai ha tradito. Il lavoro sul servizio continua, a rete i miglioramenti ci sono ed evidenti: è il concetto di costruzione di un giocatore, che sta evolvendo ancora tantissimo dal punto di vista fisico, tecnico e mentale. C’è da cambiare qualcosa nel servizio? Lo si fa. C’è da giocare il doppio per avere familiarità con la rete? Lo si gioca (e in un caso si vince pure un torneo). C’è da potenziare il fisico? Lo si fa (senza eccessi, questo è chiaro). Compare un Tiafoe sulla strada? Lui prende, incassa e impara l’arte di portare dalla propria parte il pubblico. Con il quale, a Torino, si è sentito in grandissima simbiosi.

Foto: LiveMedia/Claudio Benedetto – LivePhotoSport.it

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