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Juan Martin del Potro alle Olimpiadi di Tokyo? Secondo il suo chirurgo si può fare

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L’obiettivo è sempre quello: indossare la casacca albiceleste alle prossime Olimpiadi di Tokyo. Il torneo di tennis, ai Giochi, scatterà il ventiquattro luglio, il che significa sostanzialmente una cosa: a Juan Martin del Potro restano meno di tre mesi per rimettersi in sesto, o almeno per provarci. Dall’ultima operazione – la quarta al ginocchio infortunato al Queen’s nel 2019; l’ottava in assoluto in carriera – ne sono passati quasi due, e Palito sta facendo il possibile e l’impossibile per accelerare un processo di riabilitazione da subito parso complesso. Superfluo dire che la forza di volontà non fa difetto all’ex numero tre ATP: altri, con un curriculum chirurgico simile, avrebbero gettato la spugna da qualche anno. Agli amici e collaboratori più stretti, il campione dello US Open 2009 avrebbe confidato di voler partecipare alle Olimpiadi anche supportato dal 50% della condizione. Ma le cose potrebbero migliorare, incrociando tutte le dita possibili.

Sta lavorando duro, con convinzione. Juan Martin è un professionista esemplare, molto scrupoloso: del resto difficilmente puoi diventare uno dei migliori giocatori al mondo se non sei una persona seria“. A parlare è Jorge Chahla, chirurgo argentino traslocato negli States, l’uomo che si è preso cura dell’articolazione di Palito nel suo ultimo soggiorno in sala operatoria lo scorso 23 di marzo. Secondo il professore, le possibilità per delPo di rientrare nel Tour al meglio delle sue potenzialità sono più che discrete, occorre essere ottimisti. “Ha subito un infortunio molto strano per lo sport che pratica – ha detto Chahla -; la rottura della rotula è di solito tipica degli sport di contatto, del basket, del calcio, ma sono fiducioso. Juan Martin sta dando e darà tutto sé stesso per recuperare al meglio, e sono convinto che ci riuscirà. Dal punto di vista clinico sta progredendo molto più rapidamente rispetto alla media dei pazienti. Sta lavorando duro insieme ai fisioterapisti e da solo, in palestra, con grande disciplina ed enorme cura all’alimentazione“.

Attualmente la Torre di Tandil si trova a Miami, dove sta proseguendo nel percorso di riabilitazione sotto la supervisione di medici e preparatori. Intorno alla metà di giugno è in programma l’incontro con il Professor Chahla per verificare le condizioni del ginocchio e chissà, forse per ottenere l’agognato via libera in vista di Tokyo. I tifosi di delPo in tutto il mondo sono autorizzati a fare gli scongiuri che ritengono più propizi, secondo la tradizione di ciascuno.

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