Talentuoso, irascibile, campione: John McEnroe compie 60 anni il 16 febbraio. Ex asso del tennis mondiale, statunitense nato nel 1959 in Germania (il padre era impiegato in terra tedesca per conto dell’aeronautica americana), purosangue mancino, «Genius» ha segnato un’epoca con il suo gioco «serve and volley» e il suo estro. Numero 1 del mondo dal 1981 al 1984, professionista dal 1978 al 1994, ha vinto 7 Slam, 77 tornei in singolare, 78 in doppio e 5 Coppe Davis con gli Stati Uniti. Genio e sregolatezza, ha avuto come grandi avversari soprattutto Borg (di cui è diventato amico), Connors e Lendl. Fortissimo anche in doppio (ha giocato anche in coppia con il fratello Patrick), è tornato per un’ultima volta nei circuiti Atp nel 2006, a 47 anni, vincendo il torneo di San José, in coppia con lo svedese Jonas Björkman. Ancora oggi dà spettacolo nei tornei seniores. McEnroe è rimasto famoso anche per le sue frasi impertinenti, schiette e talvolta maleducate, di cui vi diamo in campionario eloquente.

Le frasi celebri di John McEnroe

«Non puoi dire sul serio, signore. Non puoi dire sul serio!!» (rivolto al giudice di sedia durante un match contro Tom Gullikson, nel primo turno a Wimbledon 1981. È la sua frase più celebre, diventata titolo della sua autobiografia nel 2002).

«Siete la feccia dell’umanità» (rivolto all’arbitro, ancora durante il match con Gullikson di Wimbledon 1981).

«In questo momento, se mi allenassi adeguatamente e lavorassi duro, potrei battere Serena Williams» (27 novembre 2018, pungolato dai giornalisti, nonostante i 59 anni di età, lancia la sfida alla campionessa americana).

«Lo sai che pagherai per questo? Lo sai che non sei alla mia altezza e non lo sarai mai?» (all’avversario Brad Gilbert, che lo batte ai Masters di fine anno del 1985).

«Non voglio sembrare paranoico, ma quella macchina sa chi sono» (rivolto all’arbitro, durante un incontro dei Masters 1989, facendo riferimento al sistema computerizzato Cyclops, in grado di vedere se la palla è dentro o fuori dal campo).

«Questa sconfitta mi ha insegnato una lezione, ma non so quale» (9 febbraio 1987, dopo aver perso con Tim Mayotte la finale degli U.S. Pro Indoor).

«Amo l’arte, mi diverte» (27 marzo 1994, in occasione dell’apertura della sua prima galleria d’arte a Soho, quartiere di New York tempio dell’avanguardia).

«Per sei anni a mia insaputa mi hanno somministrato uno steroide utilizzato legalmente per cavalli» (12 gennaio 2004, intervista al Daily Telegraph di Sydney).

John McEnroe agli Australian Open 2019, impegnato in un match di vecchie glorie

John McEnroe

John McEnroe agli Australian Open 2019, impegnato in un match di vecchie glorie
Getty Images

«Ho il timore che alcuni tennisti siano stati minacciati da gruppi mafiosi e costretti a perdere deliberatamente alcune partite» (7 dicembre 2007, intervista al Daily Telegraph inglese).

«Marcelo Rios incarna solo cose negative. Se fosse stato un po’ più cosciente delle proprie qualità avrebbe potuto ricoprire un ruolo fondamentale, ma lui non fa nulla per lo sport» (6 dicembre 1998, intervista al settimanale tedesco Der Spiegel, a proposito del tennista cileno, all’epoca numero 2 del mondo).

«E così ci giochiamo anche il 1987» (Alla moglie Tatum O’Neal, quando gli comunica di essere incinta del primo figlio Sean. McEnroe veniva da una stagione deludente. L’asso americano e Tatum hanno divorziato nel 1994).

«Non riuscire più a vincere al top è la sensazione più terribile. Con l'età, apprezzi la vita, la famiglia, i figli» (3 luglio 2011, Gazzetta dello Sport).