Pagelle Lituania-Italia 81-82 basket: Procida, che ultimo quarto! Mannion e Tonut al top
Arriva il colpo esterno per l’Italia. Battuta a Klaipeda la Lituania per 81-82, ed è un successo che vale parecchio soprattutto perché riequilibra una classifica del girone ora totalmente pari, nel senso che tutte le quattro squadre impegnate hanno un successo a testa.
LE PAGELLE DI LITUANIA-ITALIA
Amedeo Della Valle, 5: se a Tortona era riuscito a incidere in tante piccole cose, stavolta si fa notare quasi solo per un unico libero da fallo tecnico. Giornata complessa, in cui la sua mano si vede davvero poco.
Nico Mannion, 7,5: non è solo l’ultimo tiro, quello più evidente, ma il modo in cui approccia la partita. Attacca il canestro, cerca i compagni e viene cercato, è continuamente un problema per la difesa lituana. Alle volte si perde in alcune scelte, e una di queste finisce per dare il via all’azione dell’81-80 lituano. Si riscatta benissimo, però, leggendo perfettamente l’errore sul raddoppio che porta al canestro vincente.
Stefano Tonut, 7,5: in 35 minuti riesce a confezionare una partita di grandissimo spessore. 16 punti con 7/12 dal campo (5/8 da 2, 2/4 da 3). Di tutti è l’uomo col miglior plus/minus, detto in altre parole con lui in campo l’Italia ha solo benefici ed equilibrio offensivo. L’intesa con Mannion è perfetta e si vede, il che lo porta a guadagnarne in fiducia.
Amedeo Tessitori, 7: una buona fetta del successo è anche merito suo, vuoi per la tripla da nove metri nel finale, vuoi perché trova delle buone difese in momenti topici. Anche lui rimane parte in causa nel concitato ultimo minuto e mezzo, ma nel complesso c’è una questione di esperienza e di solidità anche da parte sua nella misura in cui concede poco a Gudaitis.
Gabriele Procida, 8: la sua partita era di livello tutto sommato normale alla fine del terzo quarto. Poi, nell’ultimo, semplicemente esplode: 18 punti, triple su triple, e se la Lituania non molla è solo perché trova a sua volta, ma da giocatori diversi, una lunga serie di tiri da tre. Se fiammata doveva esserci, eccola qua: un bel segnale a Sergio Scariolo in vista del rientro al Real Madrid.
Francesco Ferrari, 6,5: conferma l’ottimo atteggiamento della sfida di Tortona. Non solo: è vivo, dentro la partita, e si regala anche una gran bella stoppata su Gudaitis. Sono solo due i suoi punti, ma è la sua qualità cestistica che conta. Per quel che si può vedere, diventa abbastanza chiaro che potrebbe tranquillamente stare in quasi qualsiasi squadra di A.
Tommaso Baldasso, sv: non entrato.
Luigi Suigo, 6,5: Banchi lo rimanda in campo dopo l’esordio contro l’Islanda e lui risponde presente. In un momento importante trova la prima tripla in azzurro, ma in generale convince anche lui perché non ha nessun timore contro gente infinitamente più esperta. Il lungo del futuro azzurro sta crescendo, al Mega ha e avrà spazio e continuerà a imparare.
Davide Casarin, 6,5: non è la stessa serata di Tortona, e del resto è ovvio o quasi che ogni partita abbia caratteristiche diverse, ma riesce a farsi se vogliamo camaleontico. Anche le cifre parlano per lui: al di là dei tre punti c’è spesso sia a rimbalzo (4) che quando si tratta di far girare palla (5 assist).
Sasha Grant, sv: non entrato.
Luca Vincini, 5,5: solo 5 minuti in cui non riesce a farsi sentire particolarmente, ma già a Tortona si era compreso come il lungo attualmente a Sassari fosse fondamentalmente ai margini delle rotazioni.
John Petrucelli, 7: non solo i 9 punti con 4 rimbalzi e 3 assist, ma anche, e soprattutto, la presenza nel momento che conta, l’ultimo possesso. Quello in cui difende fortissimo su Velicka, braccia larghe, posizione perfetta senza concedergli mai il tiro facile. E infatti il suo dirimpettaio è costretto a prendersi una conclusione difficile, che fallisce. Sulla vittoria azzurra c’è anche la sua firma.
Luca Banchi, 7: non ha paura di stravolgere un po’ tutto quello che ha messo in campo a Tortona. Se lì aveva contingentato i minuti di molti, stavolta accorcia le rotazioni, cavalca la coppia Mannion-Tonut e lascia dentro Procida nel momento in cui è infuocato. E soprattutto si affida al quintetto più esperto nei minuti che contano, quelli decisivi.

