Notizie

Biathlon, Lisa Vittozzi si avvicina alle Olimpiadi 2026 sapendo trattare trionfo e disastro allo stesso modo

“Io non amo la gente perfetta, quelli che non sono mai caduti, non hanno inciampato. La loro è una virtù spenta, di poco valore. A loro non si è svelata la bellezza della vita” scrisse Boris Pasternak, nel suo celebre romanzo “Дoктор Живaго”, “Dottor Živago”. La frase è la sintesi perfetta delle vicissitudini di Lisa Vittozzi.

Spesso, quando ci si occupa di sport, si cita il concetto di “parabola agonistica” per raffigurare idealmente il grafico di una carriera. Si comincia dal basso, si cresce sino a raggiungere il picco grazie alla maturazione fisica e mentale, si chiude in basso a causa dell’inevitabile declino biologico o allo svuotamento del serbatoio psicologico della motivazione.

Tale funzione matematica non ha però nulla a che vedere con il percorso della trentenne di scuola friulana. Russo era Pasternak e russo era Živago, così come russe sono le montagne affrontate nell’ultimo decennio dall’azzurra. Un su e giù continuo, fatto di vertiginose salite e spaventose discese. Un grafico che assomiglia più a quello di un elettrocardiogramma, rappresentazione di un cuore pulsante, ossia della vita stessa.

Se si parla di Lisa Vittozzi, signore e signori, non si può parlare di sport. Disquisire di sciata e precisione al poligono sarebbe banale, avvilente e limitante. Si parla di vita, appunto. Dei suoi picchi e dei suoi abissi; delle sue gioie e dei suoi dolori; delle difficoltà impreviste e della capacità di superarle; di essere certi di aver finalmente scavallato un ostacolo e trovarsene un altro di fronte all’improvviso; della soddisfazione per aver sbrogliato una matassa e dell’orgoglio di averne sciolta un’altra ancor più contorta.

Quando si guarda agli atleti, bisogna sempre ricordarsi che sotto alla crosta dell’agonista c’è il nucleo rappresentato da una persona. Non sono personaggi immaginari creati ad arte per veicolare messaggi (come Živago) o sollazzare lo spettatore. Qui si parla di esseri umani, fatti di muscoli, ossa e sentimenti. Ognuno di essi va trattato con rispetto, perché danneggiarlo è un attimo e ripararlo necessita invece di molto tempo. Rispetto è ciò che merita Vittozzi, sostenuta dalla fiducia per quanto già mostrato nel recente passato.

“Che tu possa incontrare il Trionfo e il Disastro e trattare quei due impostori allo stesso modo” scrisse Rudyard Kipling nella poesia “If”. Lisa li ha incontrati eccome, più volte. È già rinata dalle proprie ceneri, questa Fenice cresciuta al confine tra Veneto e Friuli Venezia Giulia. Può farlo di nuovo, con la maturità e la forza di chi ha già toccato gli estremi dell’esistenza sportiva.

Comments

Комментарии для сайта Cackle
Загрузка...

More news:

Oasport: Nuoto paralimpico: Super-Italia a Berlino! Morlacchi, medaglie e record
Oasport: Nuoto paralimpico: Super-Italia a Berlino! Morlacchi, medaglie e record
Oasport: Nuoto paralimpico: Super-Italia a Berlino! Morlacchi, medaglie e record

Read on Sportsweek.org:

Oasport: Nuoto paralimpico: Super-Italia a Berlino! Morlacchi, medaglie e record
Met: Argento e record italiano di Simone Ciulli
Oasport: Nuoto paralimpico: Super-Italia a Berlino! Morlacchi, medaglie e record
Met: Argento e record italiano di Simone Ciulli
Oasport: Nuoto paralimpico: Super-Italia a Berlino! Morlacchi, medaglie e record
Oasport: Nuoto paralimpico: Super-Italia a Berlino! Morlacchi, medaglie e record

Altri sport

Sponsored