Francesco Pernici: “Ho margini da qui Los Angeles. Il record di Fiasconaro sarà una conseguenza del lavoro”
Francesco Pernici è stato il grande ospite dell’ultima puntata di Sprint Zone, trasmissione di approfondimento sull’atletica leggera condotta da Ferdinando Savarese e visibile sul canale Youtube di OA Sport. Il bresciano classe 2003 è reduce dalla miglior stagione della carriera, in cui ha effettuato un notevole salto di qualità prestazionale scendendo sotto l’1:44 negli 800 metri e sfiorando in un colpo solo sia lo storico primato nazionale di Marcello Fiasconaro che l’accesso alla finale dei Mondiali di Tokyo con un eccellente 1:43.84.
“È stata veramente una bella esperienza correre in questa semifinale mondiale, nella quale ho ottenuto anche un grande risultato cronometrico chiaramente non cercato, nel senso che non avevo pretese di fare tempi o cose così. L’obiettivo era quello di divertirmi fin dall’inizio. Sono entrato in quella pista col sorriso e l’obiettivo era uscire col sorriso. Peccato chiaramente per quei quattro centesimi che mi hanno separato da una delle finali più grandi mai viste nella storia degli 800 metri, però sono comunque sicuro che avrò altre occasioni per riuscire ad acchiappare questo grande traguardo che è quello di raggiungere una finale olimpica o mondiale. Stessa cosa per il record di Fiasconaro. Sono comunque convinto che a furia di lavorare, senza cercare il tempo ma solamente allenandomi e lavorando con la consapevolezza di dover superare in primis me stesso, il record cadrà. Speriamo per mano mia…“, racconta il giovane talento azzurro.
Sulla crescita generale del livello medio in questa specialità: “Basta pensare che solo in Italia rispetto agli anni passati siamo veramente in tante persone ad aver corso comunque in 1:44, tra cui il mio compagno di squadra Federico Riva, il mio amico Giovanni Lazzaro e Catalin Tecuceanu. In Italia, come in tutto il mondo, il livello si è alzato in maniera incredibile, nel senso che se fino a tre anni fa i migliori tre o quattro al mondo correvano 1:43 e mezzo adesso i primi 17 hanno 1:42“.
Sulla scelta di affrontare spesso e volentieri le gare in testa al gruppo: “Deriva da quando ero al primo anno di categoria allievo e per la prima volta ho corso in un Campionato Italiano sugli 800. Mi ricordo che riuscii ad andare in finale e nella finale stessa durante il primo giro mi misi in testa. Da quel giorno lì, indipendentemente dal fatto che poi in quella stessa finale arrivai settimo, dopo quella gara è nata questa cosa, possiamo dire così. È chiaro che non è sempre la tattica magari più conveniente o comunque per correre davanti serve anche avere la testa. Questa è una delle mie caratteristiche di corsa, quella di fare la mia gara. Non sono uno a cui piace avere contatti, cose che poi alla fine nella nella stessa semifinale di Tokyo ho avuto e sono molto contento del bagaglio d’esperienza che mi porto da quel Mondiale, dal punto di vista delle emozioni ma anche dal punto di vista tattico. E in questa stagione infatti ho avuto modo di sperimentare anche tattiche diverse. Nella batteria del Mondiale per esempio mi sono messo nei primi tre o quattro, poi mi sono ritrovato ultimo per poi fare un finale veloce, oppure in Diamond League a Bruxelles ho seguito le due lepri e negli ultimi 300 metri ho cercato di superare la seconda lepre. Ho avuto modo di sperimentare diverse tattiche di gara e secondo me con il tempo potrò affinare al meglio questa mia caratteristica e provare a portarla nell’alto livello, un po’ come il campione mondiale in carica Wanyonyi che ha condotto una finale dal primo all’ultimo metro vincendo o come Rudisha quando fece il record del mondo 13 anni fa“.
“Ho avuto questo problema fisico che purtroppo mi ha fatto perdere circa una decina di giorni d’allenamento. Poi mancava una settimana agli Assoluti indoor, mi sono ammalato, ho preso la febbre e non sono stato convocato per Europei e Mondiali indoor, nonostante a livello di ranking fossi dentro. È stata una stagione indoor difficile, che ha fatto seguito ad un anno altrettanto difficile perché non sono riuscito a qualificarmi per le Olimpiadi, che era l’obiettivo principale che mi ero prefissato all’inizio del 2024. In più non sono riuscito a migliorare. Mi sono sì riconfermato sull’1:45 basso, ma senza migliorare il mio tempo, quindi c’è stato un anno di stand by, possiamo dire così. Dopo la mancata convocazione agli Europei e Mondiali indoor mi sono messo sotto con la concentrazione, con tutti quei piccoli particolari che poi fanno la differenza ma senza pensare ad un tempo. Dovevo semplicemente allenarmi con la voglia di entrare in campo, divertirmi e provare a superare me stesso, quindi il fatto di effettuare questi passi indietro e ragionare in questo modo ha contribuito a farmi fare questi risultati“, dichiara Pernici.
“Sono sicuro che comunque con tanto duro lavoro da qui alle prossime Olimpiadi potrò comunque comunque presentarmi ed uscire a testa alta da quella pista. E ci sono tanti anni per lavorare. L’importante è comunque non voler bruciare le tappe, fare un passo alla volta, giorno per giorno, allenamento per allenamento, gara dopo gara. Comunque sia io ci crederò sempre, ecco, fino all’ultimo. I miei margini di miglioramento? Sicuramente tanti aspetti, la stessa intensità degli allenamenti per dire, perché comunque io non ho ancora mai doppiato un allenamento. Ho introdotto tra marzo e aprile di quest’anno la palestra con un pochino di rinforzo che poi ha dato i suoi frutti, ma non ancora in maniera costante, diciamo così. Anche l’alimentazione e lo stretching, parlando di piccoli particolari che fanno la differenza e tante altre cose, tra cui il sonno. Comunque credo di avere ancora molti margini di miglioramento“, prosegue il 22enne italiano.
Sugli obiettivi del 2026: “Il Mondiale indoor è una tappa di passaggio che ho intenzione di fare. Io ed il mio allenatore abbiamo prefissato questo appuntamento e non solo per partecipare, ma cercando comunque di ottenere un bel risultato già lì. E poi chiaramente il grande obiettivo della prossima stagione saranno gli Europei assoluti. Anche correre in Diamond League sarebbe un altro dei miei obiettivi, cercando di fare qualche tappa se avrò la possibilità. 1:43.69 come obiettivo cronometrico? Assolutamente sì, o comunque migliorare il mio 1:43.84. A quel punto però tanto vale fare 1:43.69. Alla fine sarebbe un record storico, ma c’è tempo“.

