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Beppe Conti: “In 2-3 anni Pogacar calerà, potrebbe cambiare tutto. Merckx resta superiore, Vingegaard mi fa arrabbiare”

Beppe Conti è stato l’ospite di Gianluca Giardini nell’ultima puntata di Bike Today, l’inserto di OA Sport su YouTube dedicato al mondo del ciclismo in generale. Tanti gli argomenti trattati: da Pogacar a Vingegaard fino alle speranze italiane del futuro più o meno prossimo.

Pausa nel ciclismo in questa fase: “Noi inguaribili appassionati di ciclismo dobbiamo resistere un paio di mesi: le corse sono tutto. E poi nel ciclismo c’è di tutto, cambiano le situazioni e ora bisogna vivere questo momento di tregua. Siamo già qui e pensiamo all’anno prossimo. L’inverno passa in fretta”.

Si parte dalle iniziative editoriali di Conti, e in particolare dall’ultimo libro: “Antiche glorie dello sport. Ma di tutti, nella prima metà del ‘900, la barriera è il 1950. I grandi campioni italiani: Carnera, Nuvolari, Meazza, Binda, Guerra, Bartali, Coppi. Ho fatto 18 ritratti, è appena uscito e ci sono belle storie: i pugni presi da Carnera, la rivalità Nuvolari-Varzi, Valentino Mazzola. Mi è stato poi assegnato il premio Coni per la saggistica con il libro sul Tour de France, ‘Il giallo del Tour’. Il titolo l’ha dato mia figlia. Giallo nel senso di misteri, misfatti, retroscena, dal 1903 a oggi. Ha avuto un bel successo di pubblico, il premio Coni mi rende molto fiero. Sto scrivendo un libro su Pogacar. Mi è stato chiesto da un editore. Ben lieto. Quasi sempre non sono io che decido, ma me li chiedono e non vedo l’ora. E appena me li chiedono, mi scateno“.

Parte poi il discorso sul dominatore del 2025: “Pogacar è andato oltre le più rosee aspettative. Pensavo fosse più corridore da gare a tappe che da classiche. Non me lo vedevo andare così forte alla Roubaix, vincere un Fiandre. Pensavo potesse vincere Giro e Tour nello stesso anno, che sarebbe stato il primo dopo Pantani, ma non a questo livello. Diamogli però tempo di essere il nuovo Merckx. Che ha avuto 10 anni in cui magari non vinceva sempre, ma 7 Sanremo, 5 Tour, 5 Giri… e tre volte la doppietta Giro-Tour. Vediamo quanto dura Pogacar. Ha 27 anni, quanto sarà così luminosa la sua stella? Merckx ha fatto dal 1966 al 1976. Noi diciamo sempre che sono discorsi un po’ da bar, secondo me Merckx è il più forte di tutti. Io auguro a Pogacar di durare una vita, ma non sappiamo a questi livelli per quanto durerà. Godiamocelo per quel che sta facendo oggi, per come corre e attacca su tutti i terreni“.

Tema spettatori del ciclismo: “Voterei per quelli andati a Bergamo alta a vedere la fine del Lombardia. Questi aspettavano Pogacar. Una folla immensa, un boato incredibile. Questo ti dice che è spettacolare, bello da vedere. Quegli altri sono un po’ ‘dopati’ dal calcio. Se la squadra vince, perde… ma il ciclismo non è il calcio. Non può annoiarti un corridore che scala le montagne, rischia la vita in discesa, scatta dopo ore di fatica, col sole a 40 gradi. In ogni impresa di Pogacar c’è la fatica, c’è il rischio. A me il ciclismo non annoia. Poi che vinca il più forte dando spettacolo è un motivo in più. Mi diverto a vedere le situazioni“.

Ancora sul fenomeno sloveno: “Pogacar al Mondiale ha staccato Evenepoel nell’unico tratto in cui gli era superiore, quello duro. Lui sapeva che un corridore come Remco avrebbe patito. Non è partito a 100 km per hobby: lì sapeva di poterlo staccare. La differenza l’ha fatta lì ed è stato intelligente a fare una cosa simile. Parliamo di un talento, è piacevole vederlo“.

C’è della rabbia su come si pone qualcun altro: “Vingegaard? Un fenomeno che mi fa arrabbiare. Un corridore con queste caratteristiche che vince due Tour, vince la Vuelta, va in salita, è un peso piuma, la figura dello scalatore, non fa il Mondiale, l’Europeo, il Lombardia… è troppo facile. Il ciclismo sbaglia in questo. Faccio l’esempio: è come se Alcaraz e Sinner si affrontassero solo a Wimbledon. Bisognerebbe obbligarli in qualche maniera a fare tutte le gare, trovare una formula per cui non chiederemo mai a Vingegaard di fare Sanremo, Fiandre e Roubaix, ma deve provare almeno una volta Liegi, Freccia Vallone sul muro di Huy, Giro, Tour, Vuelta, Mondiale e Lombardia. Non può farsi vedere al Tour, alla Vuelta e sparire. Pogacar si fa tutto ed è chiaro che si logora molto di più“.

Capitolo giovanissimi: “Creeranno problemi a Pogacar perché in 2-3 anni può cambiar tutto, perché può diventare un ciclismo più interessante e incerto. Mettiamoci anche, oltre a Finn e compagni, anche Pellizzari. Finn a me piace tantissimo, speriamo sappiano dosarne le forze. In 2-3 anni Pogacar calerà e vedremo un ciclismo più agonisticamente spettacolare. Questi giovani promettono di riuscire a contrastarlo nel prossimo futuro“.

Giovani italiani: “Pellizzari a me piace molto per come va in salita. Lo trovo molto adatto a certe gare e a certi percorsi. Sono fra quelli che hanno contestato la squadra al Giro d’Italia perché avrebbero dovuto capire prima che Roglic non era al meglio e liberare Pellizzari già prima. Il corridore ha talento ed è uno di quelli che può veramente cambiare il ciclismo. Secondo me nel giro di 2-3 anni ci sarà tutta questa serie di protagonisti che duelleranno alla grande e ci divertiremo ancora di più. L’ultimo indiscreto è stato che per l’anno prossimo al Giro d’Italia è stato che parecchi si siano decisi a venire al Giro perché non ci sarà Pogacar, che farà le classiche, poi Tour, Mondiale e Lombardia. Adesso si scatenano e vengono tutti al Giro perché non c’è lui“.

E poi una speranza dal profondo: “Rimetterei in circolo la Coppa del Mondo per le classiche, che era bellissima e racchiude tutte le classiche copiando dallo sci degli Anni ’60. Dava un senso a tante classiche che invece non lo hanno più. Io vado a correre in Giappone, in Cina, per far punti, non retrocedere. Deve cambiare tutto il sistema dei punti. Vanno fatti nelle gare storiche. Un’altra follia: Europei nei giorni di Bernocchi, Agostoni, Tre Valli… è follia pura. Una volta la stagione si chiudeva il 4 novembre col Trofeo Baracchi. Avevi l’opportunità di chiudere la stagione con l’Europeo dopo Lombardia e Giro del Veneto. Gara di chiusura, e diventa importante per quello. Non vai a sovrapporlo alle nostre corse patrimonio del ciclismo. O anche in agosto fra Tour e Vuelta“.

Qualche anticipazione sulla corsa principe del calendario italiano: “Giro 2026? Parte dalla Bulgaria, ormai è ufficiale. Secondo le mie indiscrezioni, però, ci sono altri 3 anni di contratto con Roma. Dalla Bulgaria in Calabria, poi si risale, il penultimo weekend dovrebbe essere in Piemonte e si parla di una bella tappa nelle Langhe. L’ultimo fine settimana dolomitico-friulano, si riparla di Zoncolan e Tre Cime di Lavaredo. Dovrebbe essere la tappa decisiva del sabato“.

LA PUNTATA DI BIKE TODAY CON BEPPE CONTI

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