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Jannik Sinner: “Paragonarmi a Djokovic non ha senso. Alcaraz rinuncia a Shanghai? Anche io ho saltato tornei”

Jannik Sinner ha sconfitto lo statunitense Learner Tien con il perentorio punteggio di 6-2, 6-2 e ha così vinto il torneo ATP 500 di Pechino. Il 24enne ha completato la propria cavalcata sul cemento della capitale cinese, riuscendo a mettere le mani sul terzo trofeo della stagione dopo aver già fatto festa agli Australian Open e a Wimbledon. L’affermazione in terra asiatica ha permesso di incamerare 500 punti e di avvicinarsi spagnolo Carlos Alcaraz, contro cui ha perso la finale degli US Open, nel ranking ATP. Ora all’orizzonte una nuova avventura in Cina, visto che nei prossimi dieci giorni sarà protagonista al Masters 1000 di Shanghai.

Il fuoriclasse altoatesino ha espresso la propria soddisfazione durante la conferenza stampa: “Il pubblico qui è sempre stato molto speciale per me, già qualche anno fa quando sono arrivato la prima volta. Quando vinci di nuovo un titolo dove hai già vinto, diventa un posto molto speciale. Anche perché qualche anno fa questo torneo è stato un punto di svolta per la mia carriera, ho giocato un ottimo tennis contro grandi avversari. Questo lo ricorderò sempre. Tornare qui e vincere di nuovo è davvero bello. Il supporto è stato fantastico fin dal primo giorno. Vedere lo stadio pieno per la finale è stato incredibile. Il pubblico è stato davvero caloroso. Quindi sì, è per questo che ho scritto “thank you”“.

Il numero 2 del mondo si è soffermato sul calendario fatto e sul forfait di Carlos Alcaraz al Masters 1000 di Shanghai:Beh, anche io ho già saltato diversi tornei. L’anno scorso, ad esempio, non ho giocato alcuni eventi. Dipende ovviamente dai risultati che ottieni. Se vai molto avanti, come ha fatto Carlos quest’anno, dove praticamente ogni volta che gioca poi arriva almeno in finale… I tornei stanno diventando anche più lunghi. I Masters, per esempio, non sono più eventi da una settimana, ma praticamente da due. A un certo punto devi saltare dei tornei. Io, per esempio, ho saltato alcuni tornei lo scorso anno perché pensavo fosse la scelta giusta per il mio corpo e la mia mente. Anche quest’anno non ho giocato a Toronto, per esempio, o a Montreal. A volte devi saltare. Si può sempre scegliere. Per questo dico: sì, sono tornei obbligatori, ma alla fine puoi comunque scegliere. Io ho sempre scelto — e continuerò a farlo — quello che è meglio per me“.

L’azzurro ha dovuto scontare una squalifica di tre mesi tra febbraio e maggio, lo stop forzato dopo la vittoria agli Australian Open potrebbe averlo reso più fresco per il finale di stagione? “È difficile dirlo. L’anno scorso abbiamo gestito molto bene la stagione. Sono riuscito a giocare benissimo a fine stagione perché ho fatto delle scelte prima, non giocando certi tornei. Non dico che sia la scelta giusta o sbagliata. Non si può mai sapere. Quello che cerco di fare è capire. È molto difficile, quando hai 23 o 24 anni, perché sei ancora giovane, capire davvero il tuo corpo e la tua mente, qual è la cosa migliore da fare. Per questo cerchi di circondarti delle persone giuste, di qualcuno che ti guidi quando ti serve. Io sono stato fermo tre mesi… Ma una cosa è se sei infortunato, lo accetti meglio. Per me è stato diverso, non è stato facile. Allo stesso tempo ho usato quei mesi per lavorare su determinati aspetti. Ci siamo allenati duramente. Sento che fisicamente sto migliorando piano piano. E sì, anche l’anno scorso ero fresco alla fine della stagione perché avevo fatto delle scelte“.

Jannik Sinner ha vinto più di un titolo a Pechino, come hanno fatto Rafael Nadal e Novak Djokovic:Ovviamente è bellissimo avere il mio nome accanto al loro. Allo stesso tempo, come dico sempre, ognuno è diverso, ognuno cerca di fare il proprio percorso e la propria carriera. Non so quante volte loro abbiano giocato qui, in realtà. Ma per me, questo sarà sempre un torneo bellissimo, indipendentemente da ciò che verrà in futuro. È molto raro arrivare in un posto per la prima volta e vincere subito. È successo a me qui. Ora sono tre finali consecutive in tre anni. Significa che mi piace davvero giocare qui, mi sento molto a mio agio“.

Djokovic ha vinto sei volte nella capitale cinese e al tennista italiano è stato chiesto se pensa di poter battere quel primato:Non lo so (sorride, n.d.r.). Dico sempre che paragonarmi a Novak non ha senso, lui è in un’altra categoria per tutto quello che ha ottenuto nella sua carriera. Io sono solo un ragazzo di 24 anni che cerca di giocare il miglior tennis possibile. So di aver vinto titoli importanti nella mia giovane carriera, ma vediamo quanto a lungo riuscirò a mantenermi a questi livelli. Quello che hanno fatto Novak, Rafa e Roger per più di 15 anni è stato incredibile. Novak è ancora qui e continua a mostrare un tennis straordinario. Ma non mi paragono a loro. Io sono qui per giocare, per divertirmi. Sono anche felice di poter dire di aver vinto due volte qui. Resterò a due titoli? Se ne vincerò più di due significa che sarò più felice? Non lo so se sarò più felice. Sono già molto felice di poter dire di aver vinto due volte qui. Poi vedremo in futuro“.

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