Volley femminile, tutte le azzurre che non giocheranno in Italia: la mini-diaspora all’estero delle campionesse olimpiche e mondiali
La Serie A1 femminile 2025/2026 resta il campionato più competitivo al mondo, capace di attrarre campionesse di ogni continente e di garantire un livello tecnico senza eguali. Eppure, anche quest’anno non mancano le partenze eccellenti: una mini-diaspora di azzurre, con alcune protagoniste pronte a vivere nuove esperienze all’estero.
Il dato più evidente riguarda le due giocatrici simbolo del Vero Volley Milano, che dopo i trionfi olimpici di Parigi 2024 e mondiali in Thailandia 2025 hanno deciso di lasciare l’Italia. Alessia Orro, palleggiatrice titolare della Nazionale, ha scelto la Turchia per vestire la maglia del Fenerbahce, allenato dall’italiano Marcello Abbondanza, entrando così in uno dei club più prestigiosi e competitivi al mondo. Una scelta di crescita personale e professionale, ma che lascia un vuoto importante in A1: Orro era da anni uno dei volti più riconoscibili del campionato italiano.
Sempre da Milano è partita anche Myriam Sylla, capitana azzurra, cuore e carisma dell’Italia campione olimpica e mondiale. La schiacciatrice ligure ha detto sì al Galatasaray, seguendo una tradizione che ha già visto altre italiane misurarsi con il campionato turco. Sylla porta con sé energia, leadership e quella grinta che l’ha resa punto di riferimento assoluto per club e Nazionale. Se queste due partenze hanno un peso specifico notevole per il movimento italiano, altre azzurre hanno intrapreso strade diverse, confermando come la pallavolo femminile stia vivendo una fase di crescente internazionalizzazione.
Dalla Savino Del Bene Scandicci è volata in Giappone Camilla Mingardi, opposta di esperienza, pronta ad abbracciare la sfida giapponese con la maglia del Victorina Himeji. Una scelta coraggiosa e non banale, che le consentirà di confrontarsi con una realtà pallavolistica in continua crescita, caratterizzata da intensità, ritmo e una cultura sportiva molto diversa da quella europea. Un percorso particolare è quello di Virginia Adriano, giovane opposta che ha salutato Bergamo per trasferirsi negli Stati Uniti, alla Nebraska University. Per lei non si tratta solo di pallavolo, ma anche di formazione: un’esperienza di college volley che le permetterà di crescere sul campo e fuori, seguendo un percorso tipico di molte atlete americane ma ancora raro per le italiane.
Ha preso invece la strada della Lega LOVB, il nuovo progetto professionistico statunitense, Indre Sorokaite, protagonista nelle ultime stagioni a Pinerolo e ora inserita nel roster del Madison. Per l’italo-lituana sarà un’avventura di rilievo in un contesto che vuole affermarsi come alternativa di alto livello ai campionati europei. Infine, in Francia giocherà Emma Cagnin, schiacciatrice che dopo l’esperienza con Il Bisonte Firenze si è trasferita al Levallois Paris Saint-Cloud. Un passaggio che le consentirà di ritagliarsi spazio e responsabilità maggiori, in un campionato in crescita ma meno competitivo rispetto alla A1: una scelta che può darle minuti, fiducia e la possibilità di maturare lontano dai riflettori più pressanti.
Complessivamente, si tratta di una diaspora contenuta nei numeri – appena sei italiane lasciano la Serie A1 – ma significativa nei nomi. Due sono campionesse olimpiche e mondiali (Orro e Sylla), colonne della Nazionale di Julio Velasco, e questo inevitabilmente riduce la presenza delle azzurre più rappresentative nella lega italiana. Le altre, pur con status differenti, rappresentano comunque perdite di qualità e di varietà per il torneo. Resta però il dato di fondo: la Serie A1 continua ad essere il centro del volley femminile internazionale, con quasi tutte le migliori italiane ancora protagoniste tra Conegliano, Scandicci, Milano e le altre big. La scelta di poche atlete di emigrare non è un segnale di impoverimento, ma piuttosto l’espressione di una nuova fase di apertura, in cui le italiane diventano sempre più appetibili all’estero.
Per il pubblico e per gli addetti ai lavori italiani sarà inevitabile seguire con attenzione queste esperienze: dal fascino dei palazzetti turchi alla sfida tecnica del Giappone, passando per l’avventura americana, ogni percorso potrà contribuire ad arricchire il bagaglio delle protagoniste. E chissà che, in futuro, queste esperienze non possano restituire alle azzurre ulteriore maturità e solidità, da mettere a disposizione della Nazionale e, magari, di nuovo della Serie A1.