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Ryder Cup 2025: i selezionati degli USA ai raggi X. Scottie Scheffler capofila del gruppo a stelle e strisce

Andiamo alla scoperta del team USA che affronterà la Ryder Cup 2025. Si tratta di un team assemblato con criteri piuttosto visibili di forma recente da Keegan Bradley, capitano del team a stelle e strisce che ha voluto al proprio fianco, come vicecapitani, Webb Simpson, Brandt Snedeker, Kevin Kisner, Jim Furyk e Gary Woodland. Prima ancora di cominciare, Bradley, peraltro tuttora numero 13 del mondo, è già nella storia: era dal 1963, quando fu capitano Arnold Palmer, che non si vedeva un capitano americano più giovane (il nativo di Woodstock ha 39 anni, Palmer nel 1963 ne aveva addirittura 34).

Scottie Scheffler, 3a Ryder Cup
Arriva nel newyorkese da dove già era a Roma: da numero 1 del mondo. Incontrastato, peraltro. Ha vinto il PGA Championship, ha vinto l’Open Championship, ha vinto il Memorial, ha vinto sei tornei quest’anno. E siccome ha compreso anche i link, i temutissimi campi scozzesi, potrebbe aver tranquillamente “rotto il golf”. Poi è chiaro che la Ryder Cup ha qualcosa di particolare, e lo si è visto nel 2023 (quando le cose non sono andate proprio a suo favore). Il suo nome, però, è quello seriamente candidato a un 5/5, qualora Keegan Bradley decida di schierarlo in tutte le occasioni. E per come stanno andando le cose si può pensare a lui come all’unico uomo in grado di attaccare le 331 settimane da numero 1 al mondo di Greg Norman (le 683 di Tiger Woods sono virtualmente irraggiungibili per chiunque).

J.J. Spaun, 1a Ryder Cup (esordiente)
Il suo percorso nell’anno ha per certi versi dell’incredibile. Partito da numero 117 del mondo, ha inanellato una serie impressionante di grandi risultati culminati nella vittoria allo US Open, che gli ha permesso di entrare per la prima volta nella top ten mondiale. A legittimare il suo status, poche settimane prima, il secondo posto al Players Championship. Adesso è sesto nell’OWGR, ma questo è il vero anno della sua “Stairway to Heaven”, il pezzo di storia del rock firmato Led Zeppelin che Spaun dichiarò, anni fa, di saper suonare alla chitarra. Sarà uno dei quattro esordienti, lo stesso numero schierato dagli americani nel 2023.

Xander Schauffele, 3a Ryder Cup
Vero, quest’anno non ha vinto alcun torneo. Vero, quest’anno è andato a podio solo al Players (e non è poco, quel secondo posto). Resta, però, che la stagione di Schauffele, seppur chiaramente inferiore a un 2024 da due Major, rimane di positiva costanza: sempre superato il taglio e spesso nelle zone medio-alte della classifica ovunque si è presentato. Terza Ryder per lui, che soprattutto nel 2021 aveva messo un marchio importante con un 3/4. Il nativo di San Diego, già campione olimpico a Tokyo quattro anni fa, dopo Roma 2023 ha iniziato a lavorare con Chris Como, già coach di Tiger Woods, e i risultati si sono visti.

Russell Henley, 1a Ryder Cup (esordiente)
Se nei Major non è riuscito ad avvicinare il quarto posto del Masters 2023 (ma, in ogni caso, due decimi allo US Open e a St. Andrews non si buttano via in nessun caso), Henley ha decisamente messo la freccia sul resto del PGA Tour. Picco assoluto la vittoria all’Arnold Palmer, arrivata dopo una fase già molto positiva, che gli ha permesso di entrare per la prima volta nella top ten mondiale. Spessissimo vicino alle zone alte, ha chiuso quinto il Memorial, secondo il Travelers e poi il Tour Championship e, più in generale, è dal taglio mancato al PGA Championship che a ogni partenza non esce dai 20. Dettaglio: sono otto partenze di fila. E con quelle si è regalato il numero 3 del ranking oltre a una prima chiamata in Ryder da qualificato automatico (dopo aver giocato la Presidents Cup, l’altro evento con gli USA impegnati: lo giocano contro il Resto del Mondo tranne Europa).

Harris English, 2a Ryder Cup
La sua parabola sarebbe la più spettacolare, se comparata agli altri del team USA, se non ci fosse quella da far girare la testa di Spaun. Iniziato l’anno nella zona del 75° posto mondiale, ha compiuto un primo balzo vincendo il Farmers Insurance Open a inizio 2025 e poi un altro con il secondo posto al PGA Championship. Non contento, ha ottenuto ancora la piazza d’onore, stavolta da solo, all’Open Championship. A batterlo sempre Scheffler, ma questo fa capire quanto gli appuntamenti importanti stiano esaltando il trentaseienne della Georgia, già presente nel vittorioso 2021 di Whistling Straits.

Bryson DeChambeau, 3a Ryder Cup
Per quello che, da anni, è considerato lo scienziato del golf, con una predilezione per colpire più forte possibile, purché sia forte, va fatto un discorso diverso. Questo perché ormai sul PGA Tour non può giocare, essendo passato in quota LIV Golf (dove ha due vittorie all’attivo); è riuscito però a qualificarsi lo stesso in modo automatico in virtù della sequenza di risultati nei Major: quinto al Masters, secondo al PGA Championship, decimo all’Open Championship (ha mancato il taglio allo US Open). Di recente, più che per le performance sui campi, si è fatto notare per altre ragioni di natura sostanzialmente politica (Trump lo ha inserito nel President’s Council on Sports, Fitness and Nutrition).

Justin Thomas, 4a Ryder Cup
Sembra ormai di vederlo da una vita nei circoli buoni del golf mondiale: Justin Thomas affronta la sua quarta Ryder Cup a 32 anni, da numero 5 del mondo e con una vittoria e due podi sul PGA Tour nel 2025. Se doveva essere la stagione del suo riscatto dopo le difficoltà di 2023 e 2024, lo è stata in pieno per il nativo del Kentucky, che ha ritrovato tranquillità e soprattutto un’importante costanza di risultati: due soli tagli mancati (nei Major) e un’unica volta fuori dai primi 40 in qualsiasi torneo.

Collin Morikawa, 3a Ryder Cup
La sensazione è che si stia ritrovando uno dei migliori golfisti di questa epoca. Stava bruciando le tappe di precocità su chiunque, entrando nel solco di Tiger Woods, poi ha vissuto delle difficoltà e dal 2023 non si è più riuscito a imporre sul PGA Tour. Nel 2025, però, di risultati importanti ne ha trovati: terzo al Masters, quarto al PGA Championship, altri due secondi posti (di cui uno all?Arnold Palmer) e, in generale, la capacità di trovarsi di nuovo sempre con i migliori. Nelle ultime settimane, però, non si è mostrato in un grande stato, e rimane da capire come arriverà sul Black Course.

Ben Griffin, 1a Ryder Cup (esordiente)
Anche per lui vera e propria stagione dell’esplosione: era 65° a inizio anno, lo troviamo oggi all’11° posto del ranking mondiale dopo un’importante serie di ottimi risultati. Tra questi spiccano la vittoria al Charles Schwab Challenge e il secondo posto al Memorial, ma non è solo questo il punto. Nelle sue ultime cinque partenze la sequenza è questa: T11-T9-T12-T10-2. In altre parole, è tra i più caldi della spedizione americana e questo può giocare moltissimo a suo favore. Keegan Bradley questo lo sa molto bene, così come sa che siamo forse solo agli inizi della fase migliore della sua carriera.

Cameron Young, 1a Ryder Cup (esordiente)
C’erano giocatori più avanti di lui (e dei due che seguono) nella lista punti degli USA per la Ryder. Dopo la sesta posizione, però, Bradley ha potuto scegliere, e ha voluto lui, ventottenne che non è poi così lontano dal Bethpage. Recentissima la sua vittoria al Wyndham Championship, e più in generale evidentissimo il suo stato di forma (dopo l’Open Championship 1-5-11-T4-T9 i suoi risultati), ma la scalata l’ha ricominciata prima: al Memorial era sceso al 67° posto, adesso è 20° al mondo.

Patrick Cantlay, 3a Ryder Cup
Anno non completamente positivo per lui, che nonostante un valido inizio con due quinti posti all’American Express e al Genesis Invitational è riuscito solo in parte a mantenere la spinta del 2024. Bradley gli ha comunque dato fiducia, e il secondo posto al Tour Championship in certa parte compensa i tre tagli mancati negli ultimi altrettanti Major. Rimane un punto di domanda su quale sua versione vedremo. A Farmingdale trovò uno dei migliori risultati della carriera, il terzo posto al PGA Championship 2019.

Sam Burns, 2a Ryder Cup
Rispetto al 2024 ha sostanzialmente mantenuto la zona di classifica mondiale che aveva (era 20° a inizio anno, è 23° adesso). Nessuna vittoria, ma tanti risultati e una costanza scalfita solo dai tre tagli mancati consecutivamente tra Players, Valspar e Valero Texas Open. Per lui, peraltro, quella che ormai può considerarsi una nota storica: a meno di novità dei prossimi anni, resterà l’ultimo giocatore ad aver vinto un torneo legato al WGC, il Match Play, che ha cessato di esistere nel 2023.

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