Chi è Andrea Dallavalle, il nuovo campione del salto triplo: cancellata la beffa del 2022
Che Andrea Dallavalle fosse un validissimo atleta e che disponesse di un talento non completamente espresso era chiaro a tutti, che potesse essere un outsider ai Mondiali 2025 di atletica era acclarato, ma non era semplice immaginarselo a un passo dal trionfo nel salto triplo. Il perentorio balzo da 17.64 metri, piazzato all’ultimo tentativo, lo ha portato in testa alla gara e ha fatto sognare il grande exploit: da quarto a primo, prima di subire il sorpasso da parte di un fenomeno come il portoghese Pedro Pichardo (spaziale 17.91).
L’argento che il piacentino di Gossolengo si è messo al collo sulla pedana di Tokyo, dove quattro anni fa fu nono alle Olimpiadi, risplende più che mai e ha tra l’altro permesso all’Italia di raggiungere il record di medaglie in una rassegna iridata (sei, come a Göteborg 1995). Il suo nome è conosciuto dagli appassionati, ma non è sulla bocca del grande pubblico, che oggi lo ha scoperto in tutto il suo splendore: l’alloro odierno ha chiaramente svoltato la carriera dell’allievo di Ennio Buttò, che era stato quarto ai Mondiali di Eugene 2022.
Nato a Piacenza il 31 ottobre 1999, si è fatto un regalo anticipato di un mesetto per il suo 26mo compleanno. Il nostro portacolori ha respirato atletica fin da subito: la mamma Maria Cristina Bobbi è stata una valida lunghista a livello giovanile, il papà Fabrizio si era cimentato nello sprint, il fratello maggiore Lorenzo aveva sposato la causa del triplo, raggiungendo le finali agli Europei juniores 2013 e ai Mondiali Under 20 nel 2014.
Andrea ha scelto subito il triplo, da cadetto andò oltre i 14 metri e superò i 15 quando conquistò il primo tricolore tra gli allievi. A livello giovanile si è messo in bella mostra: bronzo agli EYOF 2015, argento agli Europei U18 nel 2016 e agli Europei U20 nel 2017 (con tanto di primato italiano juniores di 16.87), bronzo agli Europei U23 nel 2019. In quegli anni non sono mancati gli infortuni, prima al menisco, poi al bicipite femorale, sempre prontamente recuperati. Nel 2020 cambiò piede di stacco (da destro a sinistro) e arrivò subito un exploit da 17.35 metri con tanto di oro agli Europei U23, prima di una stagione da favola: nel 2022 si mise al collo l’argento agli Europei tra i grandi e poi fu quarto ai Mondiali.
Da quel momento la strada si è fatta in salita: distorsione alla caviglia destra, due stagioni tribolate, denti stretti, grande caparbietà e poi il ritorno da urlo nel 2025. In inverno il nuovo personale di 17.36 metri ad Ancona e poi il bronzo agli Europei Indoor, oggi il sogno iridato con un personale demolito di 28 centimetri, superando Fabrizio Donato nelle liste italiane all-time all’aperto e diventando il secondo italiano di sempre dietro al 17.75 di Diaz (17.80 di record italiano con la prestazione offerta in sala agli ultimi Mondiali Indoor). Fuori dalla pedana frequenta un corso di laurea in economia aziendale ed è appassionato di motociclismo e calcio (tifa Milan).