“Mattia Furlani assomiglia a Jannik Sinner”: Bragagna esalta il campione del mondo. “La mamma ha fatto un’impresa”
Il trionfo di Mattia Furlani ai Mondiali 2025 di atletica ha suscitato grandi brividi tutti gli appassionati: il memorabile volo a 8.39 metri, la rimonta dal quarto al primo posto, i rivali messi in fila con un sorpasso da Oscar e una mossa da scacco matto imperiale al quinto tentativo entrano di diritto tra le grandi emozioni di questa annata agonistica. Il 20enne laziale è diventato il dodicesimo azzurro a salire sul gradino più alto del podio e ha regalato al Bel Paese il quinto alloro di questa rassegna iridata.
Il bronzo olimpico di Parigi 2024 ha battuto il record di precocità del mitico Carl Lewis, diventando il più giovane Campione del Mondo del mondo della storia per quanto riguarda il salto in lungo (il Figlio del Vento aveva 22 anni a Helsinki 1983) e tra l’altro completando il filotto di medaglie nei grandi eventi internazionali: oltre alla gioia a cinque cerchi e all’affermazione odierna, aveva trionfato a marzo ai Mondiali Indoor ed era stato argento agli Europei outdoor di Roma 2024 e agli Europei Indoor di Apeldoorn 2025.
Franco Bragagna, apprezzatissimo telecronista Rai, non sta commentando i Mondiali sulle reti del network pubblico perché sta smaltendo le ferie in vista del pensionamento previsto il prossimo anno, ma sta tenendo compagnia agli appassionati di atletica con una serie di approfondimenti sul suo canale YouTube. Nell’ultima puntata della rubrica Francamente ha analizzato il trionfo di Mattia Furlani: “Quante volte mi è capitato di dire che Mattia è un prodigio della natura, una meraviglia assoluta e che non invidiavo la mamma (sua allenatrice, n.d.r.), perché con uno così devi stare attento, perché rischi di fare dei danni. Ma dove? Kathy Seck ha fatto un’impresa“.
L’esperto di atletica (e non solo) ha proseguito: “Ha avuto coraggio cocciuto, di chi è molto tecnico e meno portato a essere mamma in questo caso, di installare la rincorsa che lo porterà a Los Angeles 2028. In mezzo ci sono molte cose, ha detto correttamente qualcuno. Oggi saalta 8.39, un centimetro di primato, cinque centimetri sul secondo. Lei è lì che dà indicazioni tecniche, dicendo che bisogna usare la traiettoria giusta: chapeau. Fantastico. Lui è dotatissimo, ma dietro ha una famiglia sensazionale. Questo talento smodato, fuori dal normale e così misurato, bravo e ai limiti della commozione“.
Franco Bragagna ha intravisto una somiglianza tra Mattia Furlani e Jannik Sinner: “Furlani ha detto cose fantastiche. Quanto assomiglia, al di là dell’aspetto fisico (non ha i capelli pel di carota o altro), anche il fatto familiare, pur se i genitori del tennista non lo allenano e la cadenza è molto più romanesca, a Jannik Sinner? Non è una captatio benevolentiae, il sistema educativo conta e conta eccome: bravi Furlanis, al plurale“.
Inevitabile anche tornare indietro al 2007, quando Andrew Howe realizzò il record italiano di 8.47 metri e poi venne superato all’ultimo salto dal suo grande rivale: “A Osaka, sempre in Giappone, ci fu l’8.47 di record italiano fatto da Andrew Howe. Questa volta il feroce Irving Saladino dell’ultimo salto non c’è stato“.