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Alcaraz contro Sinner: 7-1 per lo spagnolo negli scontri diretti degli ultimi due anni. Si può parlare di dualismo?

La finale degli US Open 2025 ha dato un responso: lo spagnolo Carlos Alcaraz è il vincitore ed è il nuovo n.1 del mondo. L’iberico ha nettamente sconfitto Jannik Sinner nell’atto conclusivo a Flushing Meadows sullo score di 6-2 3-6 6-1 6-4 e si è preso anche lo scettro del ranking ATP. La domanda è la seguente: si può mettere in discussione il concetto di dualismo legato a questi due tennisti?

Se si fa un’analisi di quanto vinto fino a questo momento in carriera si nota che Carlitos sia nettamente in vantaggio: 6 successi Slam dell’iberico contro i 4 dell’italiano; 8 titoli 1000 contro i 4 dell’altoatesino; 10 vittorie contro 5 negli scontri diretti del massimo circuito internazionale. Se si estende il discorso anche al Challenger di Alicante, si parla di 11 vittorie in 16 partite. Il tutto da considerare che si parla di un giocatore più giovane di due anni.

L’obiezione che si può muovere si lega al fatto di prendere in esame i numeri totali di due giocatori che hanno cominciato a vincere in due anni differenti. Questa rivalità, a tutti gli effetti, è iniziata da gennaio 2024, ovvero quando Sinner ha vinto il suo primo Slam, raggiungendo il livello d’eccellenza che il murciano aveva già espresso precedentemente. Negli ultimi 8 Major ci sono state quattro affermazione a testa e l’italiano ha conquistato tre titoli nei Masters1000 e le ATP Finals, mentre l’iberico 4 1000, citando i grandi eventi.

Argomenti che alimentano la consistenza del concetto di “rivalità”, preso atto anche delle 65 settimane consecutive da n.1 del pusterese, senza dimenticare la sospensione di tre mesi della vicenda “Clostebol” che ha favorito l’avvicendamento citato al vertice.

Tuttavia, la questione “scontri diretti” tiene banco nel biennio citato, dal momento che Alcaraz ha vinto 7 volte su 8, venendo sconfitto solo a Wimbledon quest’anno. Guardando i numeri, infatti, Jannik ha vinto 109 partite e perse 4 contro giocatori che non fossero Alcaraz dal 2024: sul cemento il bilancio è di 68-1 contro gli altri e di 0-4 contro lo spagnolo; negli Slam il bilancio è di 48-1 contro gli altri e di 1-3 contro Carlitos. Dati che possono quindi far dubitare dell’effettiva esistenza del duopolio, parlando dei confronti tra loro.

Andando però oltre la lettura asettica di questi numeri, si deve anche dire che nelle partite disputate sovente gli incroci siano stati molto vicini. I match-point del Roland Garros di quest’anno per Sinner, oppure il tie-break decisivo della finale di Pechino e anche la stessa semifinale di Parigi del 2024 decisa al quinto descrivono incontri che avrebbero potuto prendere anche un’altra strada. Certo, coi se e coi ma non si fa la storia, ma nella descrizione di un confronto come questo, ancora alle prime battute, certe informazioni non possono essere omesse, al pari del fatto che in quel computo numerico si considera il ritiro di Jannik a Cincinnati per un malessere.

In buona sostanza, stabilire dei rapporti di forza tra questi due tennisti può portare a differenti letture. Più semplice considerarli “due numeri uno” che, verosimilmente, si alterneranno alla guida del ranking, in attesa di altri in grado di contrastarli.

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