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Julio Velasco si sfoga con un giornalista: “Perché insisti a volermi far dire quello che non voglio dire?”

Idee chiare e dirette. Julio Velasco ha costruito così i suoi successi nella pallavolo. Ha prima ispirato la Nazionale italiana maschile, che negli anni ’90 ha inanellato una serie incredibile di successi (titoli europei, mondiali e l’argento olimpico ad Atlanta ’96), e ora quella femminile, mettendo insieme i metalli pregiati alle Olimpiadi di Parigi e alla recente rassegna iridata in Thailandia, senza dimenticare le due affermazioni in Nations League.

Sbarcata a Malpensa, la squadra azzurra capitana da Capitan Danesi è stata accolta da un autentico bagno di folla ed affetto che ha lasciato senza parole le protagoniste dell’impresa mondiale. Nonostante la stanchezza del lungo viaggio, le giocatrici non si sono sottratte a selfie, interviste ed autografi.

Non sono mancate le domande dei media anche a Velasco tra cui un botta e risposta tra il CT e un cronista che continuava a chiedere un confronto con l’esperienza vissuta con la Nazionale maschile: “Perché mi vuol far dire cose che non voglio dire? Insisti su questo tema eh c…o“, lo sfogo dell’allenatore argentino.

Allargando il discorso, il tecnico dell’Italia anche parlato delle difficoltà di semifinale, finale nei campionati mondiali e del futuro: “In molti momenti il Brasile e la Turchia hanno giocato meglio però noi non abbiamo mollato e le ragazze ci hanno creduto fino alla fine. Un risultato storico, dopo aver vinto le Olimpiadi e altre due competizioni (le Nations League, ndr.). Siamo molto orgogliosi ed emozionati. Prossimo obiettivo? Il primo è riposarmi, dopo vediamo. Ho un contratto con la Nazionale femminile e voglio onorarlo. Allenare la squadra maschile? Non vedo perché dovrei farlo“, ha precisato.

Ci interessa far crescere il movimento pallavolistico in generale e quello femminile soprattutto. Io credo che nelle vittorie sportive non si deve esagerare, oltre quello che è lo sport. È una squadra forte, molto vincente, poi ci sono persone che fanno altrettanto un grande lavoro, ma non hanno le luci accese come noi. Noi cerchiamo di fare il meglio il nostro e queste ragazze sono un gruppo speciale. Dopo aver vinto, mettersi a disposizione con la voglia di continuare a crescere è da sottolineare. Abbiamo sofferto in campo e vinto per poco. Non era normale quello che abbiamo fatto l’anno scorso ai Giochi, ossia vincere in scioltezza. Normale è quello che abbiamo visto quest’anno, lottando in ambito mondiale. Io sono io, poi c’è il mio personaggio che create voi e lo descrivete come uno che fa qualsiasi cosa bene. Non è così, chi fa bene il musicista non vuol dire che sia un gran direttore d’orchestra e viceversa. Noi abbiamo fatto gioco di squadra, abbiamo avuto degli infortuni, i collaboratori sono stati straordinari. Ognuno fa il suo“, ha concluso Velasco.

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